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A Ferrara una strada intitolata all’eroico carabiniere atripaldese Carmine Della Sala

Pubblicato in data: 11/1/2010 alle ore:23:48 • Categoria: Attualità

carmine della salaUna strada per ricordare chi cadde servendo lo Stato esattamente 37 anni fa, l’11 gennaio del 1973. Una storia di altissimo senso del dovere e di assoluto sprezzo del pericolo quella dell’atripaldese Carmine Della Sala, appuntato dei Carabinieri, decorato con la Medaglia d’Oro al valor civile e al valor militare. Questo il senso della cerimonia di intitolazione della via in onore del militare tenutasi nel trentasettesimo anniversario della scomparsa, nella caserma del Comando Provinciale dei Carabinieri di Ferrara. Una cerimonia per ricordare il gesto eroico del Carabiniere alla quale hanno preso parte il generale di brigata Antonio Massaro, comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna e le massime autorità civili e militari della città. Il comandante provinciale dei Carabinieri, Colonnello Antonio Labianco, nel ricordare l’eroico evento, ha letto la solenne motivazione con cui sono state concesse le massime onorificenze all’appuntato Carmine Della Sala, caduto in servizio.

Carmine Della Sala, nato ad Atripalda il 7 maggio del 1927, morì a Pontelagoscuro l’11 gennaio del 1973. Giovanissimo, come molti figli del Sud, Carmine si arruola nell’Arma dei Carabinieri. Viene inviato come prima destinazione in Toscana e precisamente nella piccola stazione di Serravalle di Bibbiena (AR) dove conosce la futura moglie.
Dal matrimonio nasceranno tre figli, Roberto, Paolo ed Antonella. Viene trasferito quindi a Sasso Pisano e infine a Pontelagoscuro, dove l’11 gennaio del 1973 l’attende il suo destino. Quel giorno era di riposo, ma all’ultimo fu richiamato in servizio per sostituire un collega malato. Di pattuglia con un altro carabiniere molto più giovane ed inesperto, poiché faceva molto freddo per riscaldarsi entra dentro la scuola media, frequentata dal figlio Roberto, che in quel momento si trovava in classe. La scuola è ubicata proprio davanti ad una banca. Notata una macchina ferma davanti alla banca con il motore acceso non esita, dopo aver mandato il collega a chiedere rinforzi alla vicina caserma, a scendere le scalette della scuola e ad avviarsi verso la banca. Il destino vuole che il figlio si affacci proprio in quel momento e possa vedere per l’ultima volta suo padre in vita. Dopo alcuni secondi si sentono degli scoppi che ai ragazzi sembrarono petardi, in realtà si trattava di spari. Le maestre dissero agli alunni di buttarsi a terra e i ragazzi presero la cosa quasi come un gioco. Dopo alcune ore Roberto seppe della tragica verità e cioè che il padre entrando dentro la banca era stato raggiunto subito da un colpo di pistola all’addome e quindi avvinghiatosi ad uno dei rapinatori, era stato trascinato dentro la macchina e finito dai malviventi all’interno. Gli assassini poi avevano buttato il suo corpo alcune centinaia di metri più in là, come fosse un animale. Le sue spoglie riposano ora nel piccolo cimitero di Serravalle, dove Carmine sognava di ritirarsi in pensione.

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