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Stupro ad Alvanite, la nota di Cinzia Spiniello (Sel): “c’è il silenzio assordante delle istituzioni”

Pubblicato in data: 18/10/2011 alle ore:19:06 • Categoria: Politica, Sinistra Ecologia e Libertà

violenzaA proposito di indignazione. Ad Atripalda una donna ha subito una violenza sessuale, ma la notizia sembra già appartenere all’ambito degli argomenti tabù che non piacciono ai nostri concittadini nè alle loro coscienze. Argomento su cui si evita di esprimersi perché non rientra nell’agone politico degli ultimi tempi che , invece , per altre e più spicciole questioni arde e gronda di commenti anonimi e di interventi degli addetti ai lavori. Questo è il punto: basta andare a dare una sbirciatina ai forum di discussione offerti dai media locali per accorgersi che in talune circostante diversi cittadini non risparmiano battute, analisi, critiche, insulti, bacchettate, assalti digitali . Purtroppo però ciò avviene solo quando c’è da bastonare questo o quel politico , una scelta del Sindaco o di qualche partito, quando c’è da rimproverare un esponente dell’amministrazione comunale. Nel frattempo risuonano le voci di popolo, spesso al solo scopo di ottenere informazioni, per arrivare subito alle notizie che contano: chi è lei, chi è lui, come si sono svolti i fatti? La gente è curiosa e la curiosità morbosa celermente lascia il posto alle teorie, all’attribuzione più o meno lecita delle responsabilità. Lei ha un nome, è conosciuta, si conoscono la famiglia e lo stile di vita , la sua condotta di donna,basta metter l’aggettivo giusto al posto giusto ed ecco che i ruoli si invertono, e il crimine si trasforma, si attenua. Forse erano entrambi ubriachi. e poi erano di Alvanite….come se la residenza fosse il metro di giudizio su un episodio infame e crudele come lo stupro. Non è cosa di poco conto, gli stessi giornali hanno titolato: stupro ad Alvanite, non stupro ad Atripalda. Quindi stupro “congenito”, figlio del degrado che non intacca il buon nome della Città che mai in passato aveva dovuto affrontare l’argomento , almeno negli ultimi 25 anni. Invece sappiamo bene che la violenza compiuta ai danni di quella donna è la violenza compiuta ai danni di tutte le donne , che la brutalità dello stupratore è comune a tanti uomini , gli stessi che di getto condannano ma che immediatamente dopo, nel cuore della propria coscienza, assolvono, cercano e trovano attenuanti che pongono la vittima in una zona grigia, dove rischia quasi di diventare carnefice di se stessa: “Eh! Quella chissà che ha fatto?!”… Lo stupro è un delitto atroce, che mortifica l’anima prima del corpo. La donna diviene oggetto, bambola inanimata nelle mani di un uomo che ha deciso di prendersi ciò che non è di sua proprietà. Una bestialità che si trasferisce in chi non riesce a provare pena per quella donna, in chi giudica ed insinua. Nessuna donna può essere difesa dall’indifferenza e dalla spietatezza del sentire comune che sistematicamente si riduce nel dualismo di vittima e carnefice dal dubbio stile di vita. E se fosse stato un extracomunitario? Di sicuro ci sarebbe stata una caccia all’uomo, l’invocazione di una pronta e rapida giustizia, sarebbero venuti fuori gli istinti di intolleranza che sono latenti nella nostra comunità. Se fosse accaduto in piazza, senza la “pregiudiziale” Alvanite? A quale approssimativa conclusione si sarebbe giunti? Sta di fatto che di fronte a questo grave episodio c’è stato il silenzio assordante delle istituzioni che hanno bypassato la questione nonostante fosse doveroso almeno esprimere solidarietà alla vittima. Avrebbe dovuto farlo l’unica rappresentante femminile all’interno delle istituzioni cittadine. Mi rammarico che non abbia avvertito la necessità di esprimersi su una fatto così grave in rappresentanza di tutte le donne atripaldesi, nè in qualità di sociologa. Mi rammarico del fatto che nessun’altra donna abbia sentito il bisogno di esprimere la propria posizione, di condannare e stigmatizzare quanto accaduto. Possibile che l’universo femminile atripaldese sia così spento, succube, incapace di prendere posizioni su fatti così gravi?Dove sono le exsindaco, le ex assessore, le ex consigliere? Perché e quando hanno deciso di abdicare , di rinunciare , di assoggettarsi alla politica machista che contraddistingue Atripalda? Un silenzio “assordante” che non possiamo permetterci nel dilagare prepotente dell’indifferenza che regola la nostra vita di donne e di esseri umani.

Cinzia Spiniello

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