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Il Pd provinciale da mandato a Laurenzano di tentare di ricomporre, in una decina di giorni, la maggioranza e scongiurare il Commissario. L’appello di Alberta De Simone: «Guerriero, Sel, Di Pietro e gli alleati facciano uno sforzo per ritrovare le ragioni del dialogo». Guarda il Fotoservizio

Pubblicato in data: 4/12/2011 alle ore:09:26 • Categoria: Partito Democratico, Politica

pd1Il Pd provinciale da mandato a Laurenzano di tentare di ricomporre, in una decina di giorni, la maggioranza e scongiurare così il Commissariamento dell’ente a pochi mesi dalla fine naturale della consiliatura. E’ questo l’esito del lungo braccio di ferro tenutosi ieri pomeriggio presso la segreteria cittadina del Partito Democratico, in piazza Garibaldi ad Atripalda, alla presenza dei vertici irpini del partito. Un faccia a faccia durato oltre 4 ore in cui non sono mancati momenti di forte tensione. Una riunione a porte chiuse. Alla fine di tutti gli interventi però si è deciso di affidare proprio al sindaco Aldo Laurenzano il compito di tentare ancora una volta di ricucire lo strappo con gli alleati di centrosinistra e di ricomporre l’alleanza per proseguire il mandato fino a scadenza naturale. E questo avverrà attraverso un nuovo incontro cittadino tra tutte le forze politiche che hanno sorretto finora l’amministrazione comunale. Presenti alla discussione il segretario provinciale Caterina Lengua con l’onorevole Alberta De Simone, il vicesegretario Francesco Todisco, il responsabile Enti Locali Nando Romano con Enzo Venezia. I vertici provinciali di via Tagliamento sono così arrivati in riva al Sabato al capezzale del sindaco Laurenzano per tentare di evitare l’arrivio del commissario.
pd3Presenti tutti i consiglieri comunali del Pd: Antonio Tomasetti, Enzo Aquino, Luigi Tuccia, Andrea Montuori, Franco Landi, Nancy Palladino ed anche Maurizio De Vinco.
Ad avvio di seduta il sindaco Aldo Laurenzano si è fatto accompagnare alla riunione dalla moglie Rita Noce e dall’ex assessore Lina Napoletano, entrambe non iscritte più al partito. Un episodio che ha fatto andare su tutte le furie il segretario cittadino Federico Alvino che nel prendere la parola ad inizio dei lavori ha evidenziato la presenza di non iscritti e ha poi abbandonato per protesta la sede del partito sbottando: «Doveva essere una riunione del gruppo dirigente, mica un’assemblea pubblica». All’incontro anche l’indipendente Maurizio De Vinco, tesserato solo ad Avellino. Una discussione dai toni forti nella quale il sindaco ha più volte sostenuto la volontà di non volersi dimettere nonostante la sfiducia incassata nell’ultimo consiglio comunale, ma di voler portare a termine il mandato. Ha accusato di essere stato lasciato solo dal Pd e trascinato in consiglio comunale. Tutti i componenti invece del direttivo cittadino ed i consiglieri, invece nei loro interventi, hanno ribadito che il sindaco deve rassegnare le dimissioni, in linea con quanto deciso nell’ultimo documento politico cittadino. Da qui la mediazione dei vertici provinciali ed il conferimento a Laurenzano di tentare di ricucire lo strappo.
pd2Bocche cucite alla fine, parla solo l’onorevole Alberta De Simone che spiega: «Ci sono state diverse incomprensioni e soprattutto impuntature. Le impuntature nell’ambito del centrosinistra auspico che siano superate e che il Pd, come ha dimostrato nell’ultimo consiglio, continui a sostenere il sindaco di Atripalda anche perché siamo a fine mandato e nessuna capirebbe come in due mesi di attività prima del voto si fa un’latra cosa. Perciò resto fiduciosa anche se ritengo sia una ricucitura difficile ma non impossibile». Poi l’appello della De Simone ad alcuni consiglieri della maggioranza per ritrovare le ragioni del dialogo: «Credo che bisogna ritessere un dialogo. Riprovare a dialogare. Rivolgo perciò un appello innanzitutto agli alleati che non hanno votato in consiglio il documento di fine mandato. Mi rivolgo in particolare all’ex assessore Guerriero, una personalità che è stata candidata alla provincia con ottimo esito per il Pd, ma anche a Sel, ad Elio Di Pietro e a tutti quelli che hanno una sensibilità forte di centrosinistra. Facciano tutti uno sforzo di ritrovare le ragioni del dialogo e non le ragioni delle impuntature».
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