Bagno di folla per l’inaugurazione della Chiesa di San Nicola in piazza Vittorio Veneto. Ad officiare la Santa Messa Monsignor Francesco Marino, vescovo di Avellino. Tanti i fedeli accorsi per la cerimonia religiosa che dopo trent’anni ha ridato vita allo storico edificio di culto della città. Presente il sindaco Aldo Laurenzano, il vice sindaco Enzo Aquino, l’assessore ai lavori pubblici Tony Troisi che ha seguito personalmente il progetto di riqualificazione e una folta rappresentanza dell’Amministrazione cittadina.

«Sono orgoglioso e felicissimo di questa manifestazione di inaugurazione: il recupero della chiesa di San Nicola rappresenta uno di quei momenti indimenticabili per la storia di Atripalda. Erano trent’anni, dal giorno di quella terribile catastrofe del terremoto del 1980, che aspettavo questo momento: rivivere, nel suo massimo splendore, una chiesa che ha segnato la comunità atripaldese», così il sindaco Aldo Laurenzano ha salutato l’inaugurazione della chiesa.

Una folla di fedeli ha accompagnato Monsignor Francesco Marino nella celebrazione della Santa Messa e del rito di benedizione della chiesa di via Roma. Erano presenti autorità civili e religiose e la maggior parte dei consiglieri di maggioranza e di minoranza ad un evento che era molto atteso in città. «In soli due anni, l’Ufficio tecnico comunale è riuscito a completare un delicato intervento di riqualificazione – ha continuato il sindaco – non posso dimenticare, ovviamente, l’ex sindaco Carmela Rega e l’ex assessore ai lavori pubblici Geppino Spagnuolo: se oggi inauguriamo questa

chiesa, lo dobbiamo al loro lavoro. Ma anche l’ex presidente della Provincia, Alberta De Simone ha avuto un ruolo importante per ottenere il finanziamento». Prima della solenne benedizione, anche il Priore della Confratenita di Santa Monica, proprietaria della chiesa, Giovanni Iannaccone ha voluto ringraziare le amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, i progettisti e quanti hanno collaborato al recupero della chiesa. «A loro va il mio ringraziamento e quello della Confraternita – ha detto l’architetto Iannaccone – per aver restituito alla città una struttura di tale importanza architettonica e significato storico».

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