Congresso Pd tra i dubbi di Laurenzano, il j’accuse di Tomasetti e la difesa di Tuccia
Pubblicato in data: 31/1/2011 alle ore:20:00 • Categoria: Partito Democratico, Politica •Il congresso cittadino del Partito Democratico, che ha portato all’elezione del segretario Federico Alvino, ha visto al centro della discussione la questione della costituzione del gruppo consiliare del Pd, decisione sulla quale hanno sollevato dubbi il sindaco Laurenzano ed il capogruppo Tomasetti, che si è poi sospeso dal partito. La spaccatura c’è stata sulla modalità di costituzione del gruppo: Tomasetti voleva che si votasse la costituzione di un gruppo del Pd federato all’interno del gruppo di “Centrosinistra per Atripalda”. Ma questa mozione non è stata votata dall’assemblea. Ora toccherà ai consiglieri comunali del partito decidere le modalità di costituzione del gruppo.
La pattuglia nel parlamentino cittadino in questi ha registrato numerosi strappi. Il primo è stato l’abbandono di Antonio Acerra, passato con l’Udc. Poi la presa di distanza dell’ex assessore Maurizio De Vinco ed infine lo strappo di Troisi, Foschi e Guerriero che non hanno rinnovato la tessera di partito.
Una pattuglia che si è così assottigliata dai 12 eletti ad inizio consiliatura, fino agli attuali 6: Tuccia, Palladino, Aquino, Landi, Laurenzano e Montuori, visto anche la sospensione dal Pd del capogruppo Tomasetti.
Questi invece i numeri del congresso del Pd: 154 gli iscritti, 73 i votanti di cui 72 voti alla lista e al nuovo segretario ed una sola scheda bianca.
Ma ritorniamo agli interventi più attesi nel congresso. Un confronto molto duro domenica mattina. Dopo diversi interventi su argomenti di politica nazionale e su cosa debba fare il Pd, prende la parola il sindaco Aldo Laurenzano che evidenzia tutti i propri dubbi sulla costituzione del gruppo consiliare. “Ho pensato molto prima di venire qui. Finalmente ho sentito parlare di bella politica. Per un anno e mezzo ci siamo lacerati su politiche marginali. La funzione di un partito/sezione è quella di intercettare le istanze dei cittadini e raccordarli con chi amministra. E noi che abbiamo fatto? Niente. Perciò bisogna guardare avanti. Io credo nel Pd, sto qui perché ci credo. Avrò fatto anche tanti sbagli, ma qui sento parlare ancora di gruppo, questo all’Amministrazione comunale non serve. Sono critico. Superiamo questi steccati. Siamo nati come centrosinistra, c’è un sindaco, un capogruppo, un vicesindaco del Pd. Mi chiedo, che necessità c’è del gruppo del Pd? Come sindaco rivendico la piena autonomia. Resto qui a disposizione, la nuova dirigenza deve fare in modo che il partito cresca. Non mi interessa chi guiderà il Pd, ma diamo una mano all’Amministrazione comunale, altrimenti non facciamo niente. Il partito è di tutti, bisogna partire dalla base. Siamo orgogliosi di stare nel Pd, ma facciamolo crescere“.
Poi la parola passa al capogruppo Antonio Tomasetti (che successivamente si è autosospeso dal partito): “Sono soddisfatto del dibattito, ciò che non siamo riusciti a fare da molto tempo. Da un po’ di tempo ho deciso di stare fuori dalla mischia. Ho pagato sulla mia pelle l’arroganza della politica. Qui assisto a giochi già fatti: è difficile perciò costruire e trarre sintesi da comportamenti e gruppi già organizzati. La degenerazione di questo Pd è il proliferare di correnti per creare posizioni privilegiate e di potere. Non ho visto un’autocritica sulla gestione passata e sull’azione politica che non è stata fatta come si doveva. Prima di far proposte sul futuro si deve ragionare sugli errori del passato. Da 660 iscritti siamo passati ai 150 di oggi così come un dimezzamento c’è stato nel gruppo di eletti Pd in consiglio comunale. Di chi è il merito o il demerito mi chiedo? Militanti, elettori, consiglieri comunali perché si scoraggiano e se ne vanno? Un’analisi su ciò no si è fatta, ma ho assistito solo ad una discussione di un gruppo che punta ad auto referenziarsi, che non accetta estranei, dove non c’è possibilità di tollerare l’opinione di altri, che perciò se ne vanno in un altro gruppo. Il dramma della sinistra è questa sua presunzione di ogni gruppo di avere la verità e non accettare gli altri. Questo ha causato il crollo del gruppo del Pd. La crisi che abbiamo vissuto è dovuta a lotte interne per il potere e anche l’Amministrazione comunale ne ha sofferto. Si vuole cambiare indirizzo? Sono d’accordissimo, ma bisogna fare un’analisi. A chi entra in questo partito deve essere garantito di poter esprimere il proprio pensiero. Questa è la mia delusione: il partito poi non ricambia ne a livello locale ne a livello provinciale. Dico, quando come Ds vi fate la guerra, come vi possono credere fuori, dove invece si predica pace e solidarietà? Ci vuole una maggiore umiltà.. Certo il partito non è l’Azione cattolica ma ci si deve fermare dinanzi al bene comune. Quando oggi siamo rimasti solo in 6 del Pd in consiglio comunale, mi chiedo:che esigenza c’è di costituire il gruppo del Pd? Iaione è una ricchezza recuperabile per il centrosinistra. Perciò propongo la costituzione di un gruppo federato che possa conciliare le esigenza di visibilità del Pd, che capisco, con quelle del centrosinistra”.
La parola passa al consigliere Luigi Tuccia, che preannuncia di fare un passo indietro nella corsa a segretario. “Dobbiamo innanzitutto ringraziare in tanti come Nancy, Valentina, Luana e altri se oggi stiamo qui e possiamo far svolgere il congresso. Ringrazio quanti hanno fatto il mio nome, ma non sono disponibile: per il bene del partito faccio quattro passi indietro. Credo a questo gruppo qui presente. Ci stiamo battendo per togliere i doppi e tripli incarichi, come è giusto e come concordo con Tomasetti. E’ necessario avere senso di responsabilità”. Tuccia si sofferma sull’ultima occasione di sviluppo per il territorio, rappresentata dai fondi europei. Poi la stoccata su chi ha abbandonato il partito: “Alla regionali il Pd in questo territorio è risultato il primo partito con il 26% – prosegue -. Le responsabilità stanno da tutte le parti ma chi si assenta ha sempre torto. La lista che proponiamo è composta da giovani e persone di grande esperienza. Al sindaco Laurenzano dico: non condivido la sua idea, abbiamo la necessità di visibilità del Pd in consiglio comunale, con la nascita di un gruppo del Pd federato in consiglio comunale nel centrosinistra“.
Poi il via ad un’accesa discussione:
Evangelista: “La costituzione del gruppo si avverte dopo il caso Moschella“.
Antonacci.”La costituzione del gruppo non inficia l’attività dell’Amministrazione comunale. E’ un’opzione politica che non và vista come una diminutio, ma una rete di salvaguardia“.
Palladino: “Il punto fermo è la costituzione del gruppo del Pd. Ma come creare poi il gruppo è una modalità che deve essere demandata ai no singoli consiglieri“.
Tomasetti: “Ho provato a lungo mediare ma ho capito che la costituzione non deriva dal caso Moschella che non ha aderito al centrosinistra. Il gruppo è per stanare chi in mezzo a noi poteva approdare verso altri lidi. C’è un capogruppo come me che si riconosce nel Pd e che è riconosciuto anche dagli altri. Perché non la volete più questa cosa? Il partito al Comune ha già i suoi riferimenti: un sindaco, un vicesindaco, un capogruppo. Su questa questione ci sono state persone che se ne sono andate“.
Federico Alvino :” Il Pd non impone ma chiede. il Pd ha necessità di capire chi lo rappresenta nelle Istituzioni. Come si determina il gruppo in consilgio lo decideranno i consiglieri comunali“.
Poi la presentazione di una lista unitaria capeggiata da Federico Alvino, la cui elezione è stata sancita dal voto degli iscritti.
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