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Maurizio De Vinco: «Pronto a dialogare con tutti nell’interesse della città». Guarda la Video Intervista

Pubblicato in data: 6/4/2011 alle ore:11:30 • Categoria: Politica, Video interviste

maurizio-de-vincoFermento politico in città, la nascita e il futuro di “Pensiero Moderato” e il problema irrisolto del mercato di Atripalda secondo l’ex assessore Maurizio De Vinco (foto), fondatore dell’associazione politico culturale “Pensiero Moderato“.
In che direzione si muove l’associazione?
«L’associazione è nata da poco con me ed alcuni amici, in un momento in cui la politica locale, regionale e nazionale non è equilibrata ecco perché chi la fa sui territori di volta in volta è costretto a cambiare partito quando ci sono discussioni nel proprio e salta in altri lidi. Io non sono abituato a fare questa cosa, sono nato politicamente nella Democrazia Cristiana a fine anni Settanta, poi sono entrato nel Partito Popolare, nella Margherita e poi nel Partito Democratico in cui sono ancora iscritto a livello provinciale. Al momento delle dimissioni non ho avuto nessuna risposta dal mio partito perciò ho fondato Pensiero Moderato che vuole stare in mezzo alla gente, la sua sede è la piazza. Si occupa dei problemi quotidiani della gente e li pubblicizza a livello politico. Occorre dare una risposta alle esigenze del territorio e non chiudersi nei partiti».
Che posizione assume in consiglio comunale?
«Rimango nella maggioranza perché mi ha votato l’elettorato, non salto da una parte all’altra come ho visto fare, anche se qualcuno, come Antonio Acerra, aveva ragione. Sarò critico come il mio ruolo impone. Per quanto riguarda la confederazione del gruppo del centrosinistra, penso di poterci entrare come Pensiero Moderato».
Da ex assessore all’Ambiente come vede la città?
«Mi sento in difficoltà a rispondere perché ci soffro un po’. Ho fatto molto, parlano gli atti. C’è una certa sofferenza e siamo solo ad aprile, per valutare l’efficienza dell’igiene pubblica si devono aspettare i mesi caldi, se la situazione è così ora figuriamoci in estate. Bisognava fare tutto un programma, spero che chi mi ha succeduto lo stia facendo. Ci sono risposte che vanno date a tempo, io ho cercato di darle, mi sento rammaricato perché sono stato fermato».
Quali sono, secondo lei, i problemi irrisolti di Atripalda?
«Il problema grosso è quello della fiera settimanale. Non so fino a che punto siano vere le voci del trasferimento del mercato di Avellino qui, questo creerebbe danni allo storico mercato atripaldese ubicato tra Parco delle Acacie e via San Lorenzo, trasferimento votato anche da me. Ma si può cambiare idea, non c’è posto in quella zona, incomincio anche io a pensare che la locazione ideale sia il centro cittadino ben organizzato. Il giovedì mattina, come duecento anni fa, i contadini si accordano ancora per vendere i propri animali, inoltre, ad Atripalda, ci sono tanti ceppi familiari, Corcione, Maiello, Sabatino che da decenni vivono qui grazie al commercio del mercato. Soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo vivendo oggi il mercato può fare da volano anche per le attività a posto fisso e aiutare negli acquisti le fasce più deboli».
Cosa risponde alle affermazioni dei giorni scorsi esternate dal gruppo “Cives”?
«Non è stato un attacco, ma c’è qualcuno di loro, che a distanza di qualche anno, se la prende ancora con me per la non-uscita come consigliere provinciale. Non avevano fatto bene i conti, prima e anche oggi. Io non potevo dare il mio consenso, preso con Italia Popolare, a questa persona che voleva entrare in consiglio provinciale. Il discorso è un altro, la mia candidatura è scaturita da un ragionamento provinciale. La difficoltà di fare politica ad Atripalda è proprio questa: non si riconoscono i ruoli e la piramide politica. Ci sono persone che in politica contano più di loro. Legittimamente occupano posti più di spessore, io da queste persone sono stato invitato a fare un sacrificio, bloccare l’emorragia di voti moderati che non riconoscevano il Pd, è nata Italia Popolare che insieme al Pd ha fatto delle candidature sui territori».
Infine, in vista delle Amministrative 2012, come si muoverà Pensiero Moderato?
«Siamo disposti a dialogare con tutti coloro che hanno voglia di gestire l’ente comune con impegno, dedizione e responsabilità per cinque anni, senza pensare a fare passerelle. Proprio per questo usciamo fuori dagli schieramenti tradizionali, c’è bisogno di gente moderata, intelligente che vede oltre l’orticello personale. Vogliamo discutere con tutti».

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