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Crisi al Comune, oggi Laurenzano scioglie i dubbi dopo le condizioni poste dal Pd. Opposizione all’attacco

Pubblicato in data: 4/5/2011 alle ore:11:23 • Categoria: Politica

sindaco-laurenzanoCrisi al Comune di Atripalda, ieri sera incontro decisivo a Palazzo di città tra il sindaco Aldo Laurenzano ed i consiglieri di maggioranza di centrosinistra. Una riunione fiume durata fino a notte fonda, per tentare di scrivere la parola fine ad un impasse politico-amministrativo che si trascina da oltre un mese e che ha portato all’azzeramento della giunta comunale.
Solo stamattina il primo cittadino scioglierà le riserve. A meno di sorprese dell’ultima ora, la vicenda dovrebbe ricomporsi ed il sindaco procedere alla nomina del nuovo esecutivo che dovrebbe essere così composto: tre assessori al Pd (Nancy Palladino, Enzo Aquino e Andrea Montuori) tre assessori al gruppo «Centrosinistra per Atripalda» (da scegliere tra Gioacchino Guerriero, Tony Troisi, Giacomo Foschi ed Elio Di Pietro) ed infine Luigi Adamo per SeL.
A salvare Adamo da una probabile esclusione dalla nuova giunta l’azione politica intrapresa dal Pd e ribadita ieri sera durante la riunione dal capogruppo consiliare Antonio Tomasetti, che come quanto affermato in un secondo documento politico del Pd, consegnato al sindaco pochi giorni fa ma reso pubblico solo ieri, pone due condizioni fondamentali pena l’appoggio esterno: la non esclusione dal nuovo esecutivo appunto di Sinistra e Libertà con Adamo e la sottoscrizione di un patto di fine consiliatura.
«La sottoscrizione di un documento programmatico di fine legislatura è premessa indispensabile ad ogni ipotesi di riassetto della Giunta -recita il nuovo documento del Partito democratico – e che il Pd, tuttavia, rispetto a ventilate ipotesi di ricomposizione della Giunta, è del tutto contrario all’esclusione politica del consigliere Adamo, rappresentante di SeL».
Solo oggi si saprà quindi se il sindaco accetterà le condizioni poste dal Pd, procedendo così alla nomina della nuova giunta, o se la crisi proseguirà con inaspettati risvolti.
Proprio il sindaco Aldo Laurenzano, in consiglio comunale, l’altra sera aveva dichiarato: «Questa non è una crisi amministrativa ma politica, la macchina amministrativa non è rimasta ferma. Spero di poter affrontare la discussione domani e poter rispondere alla richiesta. La macchina amministrativa non si è fermata, questo è un esempio di massima trasparenza, abbiamo un problema e stiamo qui ad affrontarlo, non abbiamo nulla da nascondere».
Ma sull’impasse che ha nei fatti paralizzato l’operato della maggioranza per oltre un mese l’opposizione accusa. «Abbiamo un’amministrazione che non c’è. C’è un disagio politico che frena l’amministrazione, ci sono due milioni e mezzo di deficit» afferma Lello La Sala.
Per il consigliere del Pdl, Massimiliano Del Mauro: «Anche se è fisiologico che si formano altri gruppi, come accadde per l’opposizione, è grave che un problema che viene da lontano ci metta oggi in condizione di non aver un’amministrazione, eppure la città ha problemi seri da dover affrontare e risolvere. Mi chiedo che legittimità politica ha questa amministrazione, è oggettivo che così si sta facendo un danno alla città. E’ ignobile che poi si utilizzi come momento di scontro l’istituzione della giunta, e si blocchi una città che ha necessità urgente di problemi. Sono passati due mesi se non di più che si è consumata questa spaccatura. O riusciamo in tempi ragionevolmente brevi a risolvere il problema o bisogna mettere la parola fine a questa esperienza. Non ci sono le condizioni per andare avanti, un partito tormentato (il Pd ndr.) non può assolutamente tormentare una città».
Anche il capogruppo consiliare dell’Udc Paolo Spagnuolo accusa: «Dopo quattro anni di gestione amministrativa non adeguata, con questi presupposti, la città rischia di vivere un altro anno di passione».
Per il capogruppo infine Arturo Iaione: «E’ un problema di nemesi storica. Ricordo l’attacco violento che fu fatto al gruppo Al centro per Atripalda che aveva fallito, quindi non avevamo la dignità di assurgere a confronto. La storia poi si vendica la differenza tra le posizioni è che la nostra si poneva come una proposta amministrativa, fuori dal condizionamento politico dei partiti tanto che a guidare questa coalizione vi era un uomo di sinistra con antica tradizione socialista. Tutto si è ripercosso sulla gestione amministrativa. Vi è un disinteresse degli assessori, di buona parte di essi».
Ma per il capogruppo del Pd Antonio Tomasetti: «Il Pd non ha creato nessun problema, ha avuto una crisi interna che non si è riverberata sicuramente su questa amministrazione comunale, il partito ha scelto di definirsi all’interno di un gruppo di centrosinistra. Non è una nemesi ma una sconfitta per tutti».

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