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Crisi al Comune, Luca Criscuoli: Come salvarsi dal crollo del “Sistema Atripalda”?

Pubblicato in data: 23/9/2011 alle ore:08:53 • Categoria: Politica

foto-luca-criscuoli“Mancano 7/8 mesi alle elezioni, Luca perchè non facciamo una lista?” , “Lo chiediamo a tutti quelli che ci vogliono stare, di qualsiasi colore, una lista di rottura.ci vuoi dare una mano?”. Sono queste le domande più ricorrenti che da qualche tempo mi vengono rivolte da persone di diversa provenienza e cultura politica, giovani e meno giovani, neofiti e marinai di lungo corso.
La mia risposta è tendenzialmente la stessa per ognuno di loro: non è una cosa semplice, non si può improvvisare, non bisogna essere superficiali e farsi prendere dall’impeto. Certo è che alla base di tutti i confronti c’è sempre l’evidente insoddisfazione per come, e dove, il paese è stato condotto negli uiltimi anni, ma da sola non basta. Non bastano nemmeno il coraggio e la voglia di osare. Non bastano gli occhi che raccontano di una presa di coscienza sulle reali condizioni di Atripalda, di una sofferenza sempre più difficile da nascondere o tenere a bada. Non basta dissociarsi da ciò che si è condiviso per lungo tempo, rinnegare le proprie esperienze di vita di partito o il fatto di aver votato nel tempo , per decenni, sempre in modo meccanico, senza riflettere un momento, rendendo il proprio pacchetto di voti (anche solo familiari) una “disponibilità” su cui contare quasi a prescindere. Non bastano nemmeno le stellette che nel tempo ci si è guadagnati “sul campo” per essere stati fedeli ad un’idea , ad una causa, agli uomini. Sappiamo tutti, e non possiamo far finta di non sapere, che le grandi cause, i grandi sogni, le ideologie viscerali hanno lasciato il posto all’addomesticamento, alla rinuncia in nome di uno schema sostanzialmente basato sul piccolo piacere personale o , nel migliore dei casi, sulla promessa di un posto di lavoro. Ma oggi che il lavoro non c’è?
Che le fabbriche chiudono in sequenza come in un domino impazzito? Che i diritti degli operai sono carta straccia? Cosa possono promettere ora i nostri professionisti della politica?
Possono fare poche cose per ingolosire l’elettore e il posto di lavoro è l’unica cosa che non possono offrire perchè intanto anche quelli “concessi” nel tempo sono saltati. É vero altresì che resiste la nuova tendenza della politichetta locale: il posto ” a scadenza breve” in qualche supermercato, qualche lavoretto affidato al giovane professionista, meglio se un neolaureato in lista d’attesa con tanto di tessera che “deve farsi il nome” e che si accontenta di un compenso una-tantum per fare curriculum.
Di tutto questo poi, alla fine, cosa resta? Solo la barbarie, il conflitto tra pezzi di società che non si “acchiappano”, una decadenza inarrestabile , anche nei rapporti , nelle relazioni. Figuriamoci quale potrebbe essere la mole di lavoro per creare un gruppo di persone che abbiano davvero come fine ultimo quello di recuperare il vero senso della comunità.
Non servono le liste dei delusi, dei sedotti ed abbandonati, dei denti avvelenati, dei populisti che dicono (ma chissa se lo pensano?) che tanto in politica sono tutti uguali. Questo non è vero, la politica deve nutririsi delle differenze di pensiero, di vedute, di prospettive, del confronto e dello scontro. La pacificazione, che un po’ somiglia al “ma anche” di veltroniana memoria, è un artificio dal “successo” breve. Figuriamoci una fittizia omogeneità “solo” per competere in una contesa elettorale dove, nel migliore dei casi, il più tenero è uno squalo.
Nessuno, men che meno il sottoscritto, ha la ricetta giusta, si potrebbe soltanto pensare ad una via sperimentale che abbia il solo scopo di ridestare le coscienze assopite dei cittadini, risvegliare in loro il senso di appartenenza ad una collettività più ampia che cresce e migliora se si muove in sinergia, se riscopre passione civile, se è capace di indicare alla politica le priorità specifiche per il rilancio di Atripalda.
Il Palazzo è in crisi, le finestre si frantumano e si sentono le urla, gli spazi si restringono ed i collanti che tengono tutti e tutto insieme non fanno più presa.
Comprendo quanti si sentano animati da uno spirito di partecipazione, siamo ad un punto della storia in cui non si può far finta di niente, la crisi economica coincide con una crisi morale generale che sta soffocando la vita delle persone, sta compromettendo il futuro di intere generazioni.
Però possiamo fare qualcosa, dipende da ognuno di noi, seguendo poche tracce significative, come quelle indicate recentemente, in un suo articolo, da Jacopo Fo:
-Eliminare chiunque faccia un discorso politico senza mai parlare di amore, amicizia, passione per la cooperazione, per l’impegno e per l’arte;
-Eliminare chiunque faccia una proposta senza spiegare come si realizza e dove si trovano i soldi per riuscirci»;
-Eliminare chiunque parli in un’assemblea composta da oppositori al governo parlando male del governo ;
-Eliminare chiunque dica per qualsiasi motivo: “La nostra battaglia non ha avuto successo perché i media non ci hanno dato spazio”.
Credo che da questo si possa cominciare a ragionare. E proviamo a farle le Primarie invece di sognarle.

Luca Criscuoli ( Atripalda)

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