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Crisi, il Pd pone due condizioni al sindaco: pubbliche scuse e nuova giunta con riconferma dei 4 assessori. Parla il segretario Alvino: «Accuse di inaudita violenza. Se il PD è un treno che deraglia, lui come macchinista non lo doveva abbandonare. Le Primarie le ha volute anche Laurenzano. Serve un accordo politico ma non consentiremo a nessuno di dividerci»

Pubblicato in data: 24/9/2011 alle ore:12:04 • Categoria: Partito Democratico, Politica

federico-alvinoCon le dimissioni dei quattro assessori del Pd si apre formalmente la crisi a Palazzo di città. Ora tocca al sindaco Laurenzano ricucire lo strappo e ritrovare un accordo di fine consiliatura prima della seduta di Consiglio comunale, che dovrebbe slittare a lunedì 10 ottobre, chiamata ad approvare la salvaguardia degli equilibri di bilancio 2011. Pena la fine anticipata della consiliatura.
Le condizioni che il Pd pone al sindaco per superare la crisi sono due: scuse pubbliche di Laurenzano al partito per le dichiarazioni ritenute offensive e riconferma in blocco dei quattro assessori del Pd (Aquino, Tuccia, Palladino e Montuori) in una nuova giunta. Già lunedì prossimo dovrebbe tenersi una prima riunione di maggioranza.
Questo il pensiero del segretario cittadino del Partito Democratico, Federico Alvino (foto) che si riserva, sul piano personale, di adire anche le vie legali: «Rimango interdetto dalle dichiarazioni di Laurenzano non solo sul fatto personale, per il quale il sindaco dovrà dare spiegazioni visto che sto verificandoo con dei legali se con le sue dichiarazioni ha leso la mia immagine e il diritto alla privacy. Non capisco ancora da dove ha origine un attacco di così inaudita violenza. Tra di noi c’è stato sempre un rapporto di cordialità. Lui si è sempre defilato nonostante i ripetuti e continui inviti a partecipare alla vita del partito. Se il PD è un treno che deraglia, lui come macchinista non lo avrebbe dovuto abbandonare, ammesso che vada male. Uno che crede in un partito ha come primo dovere stare nel partito. E poi il sindaco deve spiegarmi a partire da gennaio da dove e quali atti ostili sono stati posti in essere dal Pd nei confronti dell’ Amministrazione comunale».
Alvino difende anche il comportamento del capogruppo Tomaesetti in consilgio comunale:  «Come il sindaco poteva immaginare che alla chiusura di una crisi così delicata come quella di maggio, che uno come a Tomasetti, potesse stare zitto in consiglio comunale, uno come lui che conosce le dinamiche politiche».
Sulle Primarie invece: «Le Primarie sono state votate all’interno del congresso anche con il suo voto e lo dimostrerò. Ora Laurenzano ha rivisto la sua posizione?Ma ora dovrà convincere un intero partito che le primarie non vanno bene».
Alvino, nonostante le pesanti accuse ricevute dal sindaco, crede in un accordo di fine consiliatura: «Ora se vuole fare un accordo di fine consiliatura, il primo cittadino deve fare un accordo politico. Prima dovrà però chiedere scusa a tutto il Pd. Certo almeno per quanto mi riguarda, ammesso che ci sia una soluzione politica a questa crisi, che mi auguro, questa deve avvenire con un passaggio politico senza che il sindaco possa far valere la propria autonomia,  facendo atto di riparazione nei confronti del Pd per le cose che ha detto. I signori in giunta che stanno con lui sono componenti del direttivo del Pd. Gli assessori li ha scelti lui e ora li accusa? Sta a lui trovare il modo. Certamente non consentiremo, a lui e ad altri, di dividerci. I quattro assessori devono restare in giunta: non faremo sconti a nessuno su un nuovo esecutivo di fine consiliatura. Certo che se si fosse sottoscritto un documento politico di fine crisi nel maggio scorso, non staremmo ora in questa situazione. Ma Laurenzano non l’ha voluto. Oggi se la prende invece con l’unica forza politca che lo sta sostenendo».

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