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L’Udc spiega le ragioni delle dimissioni: “Segnale di coerenza ai cittadini dopo sfiducia in consiglio comunale del sindaco. Laurenzano è stato capace di scontentare tutti”

Pubblicato in data: 20/12/2011 alle ore:20:39 • Categoria: Politica, Udc

conferenza udcUn segnale di coerenza verso i cittadini, Laurenzano ha scontentato tutti. Quella di rassegnare le dimissioni da consiglieri è stata una scelta condivisa in tempi brevi dopo la decisione del sindaco Laurenzano di non lasciare la poltrona“, gli ex consiglieri dell’Udc, insieme a Michele Mastroberardino, segretario cittadino designato dell’Udc e al dirigente provinciale dello scudocrociato Carmine Capozzi, hanno spiegato in conferenza stampa le ragioni che li hanno spinti a rassegnare le proprie dimissioni. «Vogliamo spiegare in maniera più approfondita i motivi delle dimissioni da consiglieri dell’Udc. Si è creata confusione sgomberiamo il campo da equivoci e fraintendimenti. Ringrazio Acerra e Iannaccone e tutta la sezione, la scelta non semplice di rassegnare le dimmissioni è stato condivisa all’unanimità in tempi brevi pensando al futuro prossimo – esordisce l’ex capogruppo consiliare Udc, Paolo Spagnuolo -. Questa deve essere la nostra strada maestra nelle decisioni, la condivisione delle decisioni. Siamo ben consapevoli delle norme del testo unico degli enti locali e di non riuscire a provocare lo scioglimento del consiglio. Lo scopo è dare un segnale di coerenza ai cittadini atripaldesi, atto dovuto, corollario necessario espresso nel consiglio comunale del 26 novembre quando furono bocciate le linee programmatiche di fine mandato. Voto che rappresentava in realtà la sfiducia verso il sindaco Laurenzano e la sua amministrazione. Ci attendevamo una presa di coscienza del sindaco ma siamo rimasti spiazzati e delusi. Doveva, con un minimo di buon senso prenderne atto, abbiamo atteso l’evoluzione delle varie riunioni, il nostro auspicio era che tutto si concludesse con le dimissioni del sindaco, e quindi abbiamo proceduto in questo senso. Vogliamo moralizzare la vicenda politico-amministrativa di Atripalda, questa crisi è caratterizzata in un breve documento da scarsa

mastroberardino spagnuolodeontologia politica, sindaco assolutista, io dico anarchico spregiudicato. Con le dimissioni vogliamo restituire dignità alle istituzioni mortificate prima dalle ripetute mancate o tardive convocazioni di consiglio comunale con ben tre diffide del Prefetto per convocare consiglio su atti come il bilancio, ma anche altro episodio la mancata risposta alle interrogazioni. Il sindaco ha detto in consiglio “io non risponderò più” siamo stati costretti ad andare dal Prefetto. Dobbiamo rispettare i cittadini, il ruolo d’opposizione è un ruolo nobilissimo di funzione di controllo e vigilanza sull’attività amministrativa. Nel momento in cui ci troviamo in un’amministrazione che non esiste, la nostra funzione su cosa la esercitiamo? La nostra presenza in consiglio creerebbe attese nei cittadini che non sarebbero appagate».
conferenza udcAntonio Acerra: «Condivido ciò che dice Paolo, un messaggio soprattutto ai più giovani. Ci lamentiamo della politica e dei livelli in cui è finita e del distacco con la società civile. Oggi con che spirito un giovane, un professionista si può avvicinare alla politica? Passione civile pur nelle diatribe ci siamo scontrati anche in maniera dura in problemi che riguardavano la collettività. Noi avevamo creduto in un progetto, in un disegno, ma purtroppo ci siamo resi conto quasi subito in che guaio eravamo. Il mio nome è circolato in più di una circostanza per il ruolo di vice sindaco o assessore, ho sempre frenato perché mi sono accorto che per me non è un ambiente idoneo. Nel mio caso si va ora a pescare nel Centrosinistra, ma il problema di fargli un favore non me lo sono posto, nell’ultimo periodo con questo bailamme avvertivo disagio. Nonostante questo non ho esitato a rassegnare le dimissioni, noi in questo modo abbiamo dato un messaggio forte, questa non è certo la prima crisi, questa amministrazione si è contraddistinta a danno dei cittadini in violente beghe in seno alla maggioranza divisa in tre o quattro plotoni. Litigiosità spaventosa al proprio interno. Quando non c’è più maggioranza si ha il dovere politico e morale di rassegnare le dimissioni. La regola più elementare della democrazia è che quando non hai più la maggioranza ti rivolgi al popolo sovrano. Non si sbandiera il trionfalismo, si deve guardare quello che si è fatto, basta vedere in tutti i settori. Avevamo un rapporto idilliaco con le scuole con questa amministrazione si è rischiato lo scontro istituzionale. La politica ha bisogno di questi segnali di moralità e credibilità, qui non c’è gente legata alla poltrona per interessi personali ma dare il nostro modesto contributo alla rinascita di questo paese. Mi auguro che il progetto dell’Udc possa in futuro trovare consenso».

carmine capozzi Carmine Capozzi, dirigente provinciale: «La mia presenza qui è la prova che il partito ha condiviso ed e’ vicino ai consiglieri comunali in questa scelta le cui ragioni mi preme chiarire. Questa iniziativa, sorta rispetto al decadimento che registravamo nei rapporti tra sindaco e maggioranza, è datata tre mesi fa. Rigetto varie illazioni di questo periodo che legano la nostra azione come susseguente a quella del Pd. Noi ci auguravamo che per deontologia politica a rassegnare le dimissioni fosse il sindaco. Nella seduta del 26 novembre, infatti, vi è stato un chiaro atto di sfiducia politica verso di lui. E sulla base di queste stesse motivazioni anche un importante esponente dei cives ha invitato recentemente il sindaco a dimettersi. Il sindaco, infatti, il voto contrario lo ha ricevuto sulle linee programmatiche che solo su sua iniziativa unilaterale ha inserito nell’odg: nessuno gli aveva chiesto di portare all’odg anche quel punto. Il sindaco ha voluto verificare, con un gesto di chiarezza a mio avviso, se in consiglio comunale esisteva ancora una maggioranza. Tutti i presenti alla seduta hanno sentito e non potranno smentire che prima delle votazioni lui stesso ha detto: “se non c’e’ il il voto favorevole sulle linee programmatiche ce ne andiamo tutti a casa”. Al di là del fatto che ci sia stata o meno una mozione di sfiducia, una persona per bene non ha bisogno di appellarsi a questo per trarne le dovute conclusioni. E’ stata condotta un’azione a dispregio del consiglio comunale, organo sovrano e dei consiglieri comunali. Da una parte le mancate dimissioni del sindaco e la presentazione di quelle dei consiglieri del Pd hanno rappresentato per noi la goccia finale, quella che ha fatto traboccare il vaso. Il nostro gesto, o meglio quello dei nostri consiglieri, è servito anche a denunciare che questo è stato l’epilogo di un’amministrazione sempre in grave difficoltà, sin dall’inizio. Le prime crepe già si sono viste nel 2009 con la crisi di giunta che ha portato alla sostituzione di Landi e Palladino, con la reazione non leggera di quest’ultima contro il sindaco sui criteri con cui aveva attuato la redistribuzione delle deleghe. Per passare poi alla crisi del 2010 con la defenestrazione di De Vinco, che tante critiche sollevò all’epoca contro il sindaco definito l'”amico” traditore. Per arrivare poi alla crisi più grave, quella tra Cives ed il Pd. Di fatto al di là del voto di sfiducia del 26 novembre, la maggioranza non esiste più da molti mesi e ciò ha condotto ad una paralisi amministrativa. Vorrei anche ritornare su qualche passaggio di una recente conferenza stampa del sindaco laddove con difese sterili e velleitarie dice che grazie al suo operato si è raggiunto il risanamento finanziario dell’ente. A confutazione di quanto da lui sostenuto basti soltanto considerare che se è da intendersi risanato un comune che ha 17 milioni di crediti e ben 21 milioni di debiti vuol dire che siamo proprio in alto mare».
Il segretario cittadino Michele Mastroberardino: «In una mutevolezza estrema abbiamo dato un segnale di distacco e differenza. Atripalda ha bisogno di una classa politica diversa, noi abbiamo questa prospettiva, per questo abbiamo ritenuto di non partecipare ad un confronto sterile e degenerato “plotone di esecuzione, traditori, uomini, ominicchi e quaquaraqua”, questo livello ci costringe a fare un’azione anche al di là dei nostri schemi che non ha pretese tatticistiche ma esprimere le nostre idee sul fare politica».
Sul giorno delle dimissioni nessuna intesa con il Pdl chiarisce Spagnuolo: «Ciò che è avvenuto venerdì mattina non ha significato politico. Anche il Pdl ha rassegnato le dimissioni, si può immaginare un accordo, ma noi attendevamo il gesto del sindaco. Quando abbiamo rassegnato le dimissioni eravamo consapevoli di non raggiungere lo scopo ma allo stesso modo rispetto ad un input dato da membri della maggioranza dovevamo confermare un’intenzione che già avevamo. La nostra posizione tanto per parlare del futuro è molto chiara: abbiamo anche fatto un’analisi nell’ambito della questione. Vogliamo restituire ad Atripalda quel ruolo perduto, oggi siamo ad un giro di boa in cui dobbiamo resettare un computer con file impazziti da virus. Rinnovamento e discontinuità questi sono i nostri capisaldi. Oggi si antepongono personalismi se non arrestiamo questo percorso si rischia anche in futuro di avere queste crisi, solo arrestando questo percorso si potrà dare ad Atripalda una futuro adeguato».

conferenza udc
Mastroberardino
: «Certamente l’attualità è piuttosto scoraggiante, la realtà di nove posizioni diverse in consiglio è indicativa: evidente una mancanza di leadership, una sintesi per concordare un programma realizzabile. Immaginiamo che non basta ripetere un mantra all’infinito affinché le cose diventino vere ma occorre realismo e pragmatismo, la classe politica ha la responsabilità di rappresentare al meglio ciò. Nei cinque anni scorsi è stato fatto? Qualche dubbio ce l’ho, non è prevalsa una visione che vada oltre il personale, ecco perché le nove posizioni. Siamo in rappresentanza della cittadinanza esigenze personali si devono esprimere in altri contesti». Ad un certo punto, al centro del dibattito è emerso in maniera predominante il piano urbanistico comunale, è facile pensare ad un collegamento tra Puc e crisi attuale: «Credo che il Puc sia il problema di tutte le comunità, la capacità di realizzare qualcosa che possa soddisfare tutte le necessità non è facile – continua MAstroberardino -. Per ottenere il meglio possibile è opportuno che ci sia una capacità di sintesi e accordo, andare insieme in una stessa direzione e soluzione, le posizioni trovano un’intesa se non ci sono interessi reconditi. Questa è la democrazia, se così non avviene manca qualcosa, qui ad Atripalda è mancata la capacità di coordinarsi finalizzando verso le cose fondamentali di un piano urbanistico». A prendere la parola Spagnuolo: «E’ difficile rispondere, siamo stati ulteriormente fuorviati dal sindaco e da questa maggioranza mutevole, c’è stata una conferenza stampa sul Puc in cui il sindaco ha detto che non era il Puc il pomo della discordia, poi è cambiata la prospettiva perché il sindaco ha detto resto per evitare che qualcuno possa “mettere le mani sulla città” non si fa così politica il sindaco deve dire chi vuole mettere le mani sulla città». Infine Antonio Acerra: «Il sindaco ha avuto la grande capacità di aver scontentato tutti, di aver spaccato una città. Questa amministrazione si è rotta quando si è parlato di Puc non di scuola o strade. E’ legittimo avere qualche sospetto».

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