Piano territoriale di coordinamento provinciale, il Comune di Atripalda pronto a ricorrere al Tar contro lo schema varato dalla Provincia. Foto
Pubblicato in data: 28/2/2013 alle ore:13:00 • Categoria: Comune, Politica •Il comune di Atripalda pronto a ricorrere al Tar contro il Piano territoriale di coordinamento provinciale approvato da Palazzo Caracciolo prima del commissariamento. E’ quanto emerso ieri mattina dal nuovo incontro svoltosi a Palazzo di città tra i tecnici dei comuni ricadenti nell’area Abellinum. Presenti i delegati del comune di Avellino (architetti Iannaccone e D’Onofrio), Mercogliano (l’assessore Gesualdo), Monteforte (ingegnere De Maio), Aiello Del Sabato (geometra Mazza e vicesindaco), Capriglia (Evangelista), Ugo Santinelli per Legambiente, il sindaco Paolo Spagnuolo ed il vice Luigi Tuccia. La strategia contro un piano che non piace si muoverà lungo un doppio binario: presentare osservazioni confidando nell’accoglimento di un commissario ad acta nominato e prepararsi al ricorso al Tar per non perdere tutto il lavoro finora realizzato in ambito di sviluppo urbanistico locale con il Piano strategico, gli Accordi di reciprocità, l’Area Vasta, la città metropolitana ed altri strumenti «di cui non ne vediamo traccia – spiega il vicesindaco Tuccia all’interno del Ptcp». Un secondo incontro al quale seguirà l’ultimo quello deciso di venerdì prossimo nel quale si tireranno le somme anche con l’ausilio di tecnici progettisti e avvocati per decidere se dare battaglia al Tribunale Amministrativo allo strumento adottato in via preliminare lo scorso 28 gennaio dalla giunta provinciale (oggi decaduta perché ente commissariato). «Una riunione per valutare la eventuale illegittimità della procedura sin qui eseguita e quindi per presentare un ricorso cumulativo con altri comuni ricadenti nella fascia di Abellinum – afferma il sindaco Paolo Spagnuolo -. Un ricorso che comunque va fatto allo stato attuale. Ci sono delle violazioni di legge non formali ma sostanziali come la mancata partecipazione dei comuni che è fase fondamentale della pianificazione del Ptcp. Certo nella prossima riunione verificheremo di nuovo queste violazioni e la presenza di questo vizio nella procedura adottata, anche con l’ausilio di avvocati, per decidere cosa fare. Non è stata consentita la partecipazione – conclude il primo cittadino – per cui risulta un piano calato dall’alto che è inaccettabile. Abbiamo anche deciso di presentare contemporaneamente delle osservazioni di merito, sperando che la mancanza dell’interlocutore politico, visto che l’ente è commissariato, non faccia venire meno un confronto anche sulle osservazioni».
Una doppia azione contro il mancato coinvolgimento nella fase di ideazione del piano. «Dobbiamo presentare delle osservazioni al Piano come prevede la legge come area città di Abellinum individuata dal Ptcp – conclude il vicesindaco con delega all’Urbanistica Luigi Tuccia – ma siccome alla Provincia manca l’interlocutore politico con il quale discutere, prepariamo sia le osservazioni che dobbiamo presentare entro il 29 marzo e allo stesso tempo stiamo verificando, senza creare conflitti tra enti, se è più utile un eventuale ricorso al Tar visto che in questo momento il comune capofila dell’area, Avellino e l’ente Provincia non hanno la politica al vertice ma commissari. Come possiamo dialogare con loro? Chi ci ascolterà? Con un eventuale ricorso al Tar per bloccare la procedura visto che i tempi sono ristretti oppure verificare la possibilità di fare solo le osservazioni? La prossima riunione servirà a capire quale strada tra le due intraprendere, o se percorrere entrambe». Tuccia spiega anche cosa è mancato nella progettazione:«E’stato fatto finora un ottimo lavoro di analisi e poi sono stati dati gli indirizzi che andavano però approfonditi territorio per territorio, con le rispettive vocazioni. Se non partecipano gli attori principali, che sono gli amministratori dei comuni e non vengono recepite le nostre idee di sviluppo, allora manca qualcosa di fondamentale».
Tra le vocazioni mancanti secondo Tuccia: «la mobilità interna tra Monteforte fino ad Atripalda, l’eventuale collegamento con un’alta velocità o con la tratta ferroviaria Avellino-Fiscano; l’ambiente con il sistema fluviale e dei corridoi ecologici e mette in rete i Picentini con il Partenio». Atripalda con le sue peculiarità storico-artistiche ha un ruolo da giocare: «Abbiamo sempre ritenuto – conclude Tuccia – che vada messa in rete con il santuario di Montevergine, vero attrattore turistico con circa un milione di visitatori all’anno. E quindi mostrare anche altre emergenze storiche come Abellinum. La Provincia doveva mettere in rete, ma proprio questo è mancato finora».
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