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Eccezionale rinvenimento archeologico in vico San Giovanniello, dal sottosuolo riaffiora chiesetta del periodo tardo imperiale. FOTO

Pubblicato in data: 8/11/2013 alle ore:09:50 • Categoria: Attualità

reperti-vico-san-giovannielloDal sottosuolo riaffiora la storia nel centro storico della cittadina del Sabato a pochi passi dal Comune. Nuovi ed eccezionali rinvenimenti archeologici in vico San Giovanniello dove è in corso da giorni una campagna di scavi da parte della Soprintendenza e dei lavori di pavimentazione della strada. Dalla zona interessata dai saggi è stato rinvenuto un edificio religioso, una chiesetta del periodo tardo imperiale adiacente alla vecchia basilica paleocristiana di piazza Garibaldi dove già da anni è stata portata alla luce un’antica necropoli paleocristiana. Sul posto è giunta la dirigente Maria Fariello della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno e Avellino e l’architetto Matteo Sessa che cura la direzione tecnica. Con loro il sindaco Paolo Spagnuolo, il delegato alla Cultura Raffaele Barbarisi, l’assessore ai Lavori pubblici Geppino Spagnuolo ed il delegato al Turismo Flavio Pascarosa con i tecnici dell’Utc. «Si tratta di una chiesetta a doppio abside che è una rarità – afferma la dirigente Fariello con l’architetto Sessa -. Nei prossimi giorni proseguiranno le indagini per riportare alla luce nuovi reperti e per procedere alla sistemazione dell’area».
reperti-vico-san-giovanniello4Ad effettuare i rinvenimenti gli operai che stanno procedendo alla riqualificazione di vico San Giovanniello, la stradina che da piazza Garibaldi conduce a Palazzo di città. Per una settimana si scaverà ancora più in profondità alla ricerca della pavimentazione e di una tomba che verrà riportata alla luce avendo circoscritta l’area che sarà poi visibile. «Siamo ormai consapevoli che ogni qualvolta ad Atripalda e nel centro storico si scava si verificano dei ritrovamenti – afferma il sindaco Paolo Spagnuolo -. Ovviamente un fatto positivo che va conciliato con il ripristino dello stato dei luoghi già purtroppo alterato. Questi reperti in passato, quando c’era un’altra sensibilità non sono stati conservati come necessario che fosse tenuto conto che intorno al patrimonio archeologico si sarebbe costruita l’economia di Atripalda. Purtroppo non c’è stata particolare sensibilità, non solo ad Atripalda ma è un problema generale del Paese. Non erano sensibili i ministeri e gli enti sovracomunali, oggi questa sensibilità fortunatamente c’è e ogni qualvolta c’è un ritrovamento cerchiamo di conciliare con il ripristino dello stato dei luoghi come avverrà in vico San Giovanniello dove verrà ripristinata la strada e con la Soprintendenza abbiamo concordato il tipo di intervento per salvaguardare ciò che è stato ritrovato».
reperti-vico-san-giovanniello3«Una scoperta importante che attesta ulteriormente la notevole fama e l’importanza archeologica di Atripalda anche nel periodo tardo imperiale – prosegue il delegato alla Cultura Barbarisi-. Una chiesa di epoca tardo antica del ‘700-‘800 poggiata su quella di epoca costantiniana del ‘300. Sapevamo quello che c’era lì sotto. Quello che non ci aspettavamo sono queste decorazioni che sono alla base della volta e dell’abside. Rinvenute anche delle colonnine in pietra, delle cornici e fregi. Peccato che non sia stata riconosciuta l’importanza storica di Atripalda dalla Regione Campania che non ha non finanziato il progetto della Dogana dei Grani».
reperti-vico-san-giovanniello5L’impegno dell’Amministrazione comunale sarà ora valorizzare il patrimonio archeologico e di fare emergere quello che può ancora emergere «come nel parco archeologico di Abellinum – afferma Spagnuolo – dove è stato tirato fuori solo una quota minima di quello che c’è e che sappiamo esserci. Ciò dimostra ancora una volta che l’amministrazione è attanta al patrimonio archeologico. Puntiamo sulla cultura che secondo noi è il volano per i prossimi vent’anni dell’economia atripaldese».
«Una cappella di sette metri otto metri di altezza – conclude il delegato Pascarosa – di grande pregio architettonico per le epigrafi a gli ornamenti in gesso tipici di quell’epoca risalenti all’alto medioevo».
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7 risposte a “Eccezionale rinvenimento archeologico in vico San Giovanniello, dal sottosuolo riaffiora chiesetta del periodo tardo imperiale. FOTO”

  1. errico ha detto:

    Quanto abuso edilizio, quanto disinteresse per la storia, quanta legge di Dio in mano ai turchi!

  2. CapoLaTorre Boy's ha detto:

    Vottate tutto ‘nterra e faciti ‘e case per povera gente che è meglio……ma che n’amma fa e tutte ste prete!!!

  3. enzo ha detto:

    dove ce l’obbiettivo li sta il sindaco poveraccio più basso di cosi non si può

  4. sott'o molino man ha detto:

    Per CapoLaTorre Boy’s: subito dopo il 23/11/80, per dare retta a quelli come te, oggi ci lamentiamo come Errico.
    Per enzo: facci sapere dove sei tu questa sera, veniamo a fotografare anche te!!! P.S.:ce si scrive c”è e obbiettivo con due BB è un orrore.
    Per tutti: meno polemiche sterili, più impegno per la propria città, sarebbe meglio!!!

  5. Giacomo Foschi ha detto:

    La Chiesa Madre e il sito di San Giovanniello distano tra di loro un centinaio di metri. Noi ovviamente non crediamo che dopo il terremoto, quando sono stati ricostruiti i palazzi che sono nel mezzo, nessuno possa essersi accorto di nulla … Ci sono diversi miti e credenze a riguardo e sarebbe interessante che chi sa si facesse vivo con prove e documenti … Nel frattempo godiamoci questo nuovo rinvenimento anche se, purtroppo e come al solito, parziale e frammentato.

  6. Nappo Carmela ha detto:

    ora che è stata trovata una chiesa non si puo’ piu’ ricostruire le case. non credo che la soprintendenza sia d’accordo per costruire ciao

  7. errico ha detto:

    Io questo sindaco non l’ho mai sostenuto a partire da aprile 2012 e ora posso dire di avere ragione. Io non mi lamento di nulla, anzi mi fa piacere sapere che c’è stata una nuova scoperta archeologica, ma in mano a noi atripaldesi finirà come è finita Abellinum, la Dogana e la stessa necropoli paleocristiana annessa alla cappella. Quanto vogliamo scommettere, caro sott’o molino man?

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