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L’Atri Calcio smentisce le voci di cessione del titolo sportivo ed attacca: “Senza uno stadio non si può fare calcio in città”

Pubblicato in data: 25/11/2013 alle ore:20:30 • Categoria: Calcio, Sport

stadio-valleverde-lucchetti-fatti-apporre-dal-sindacoL’Asd Atri Calcio smentisce le voci apparse sulla stampa della cessione del titolo sportivo al Lioni. “Non è stato venduto nessun titolo sportivo. Se la società avesse voluto vendere il titolo lo avrebbe fatto a giugno e non ora al termien del campionato di Eccellenza quando siamo retrocessi a causa della situazioen venutasi a creare con lo stadio Valleverde. Avevamo inviato il Comune a risolvere la vicenda. Ci avevano assicurato per settembre un campo agibile. In base a questa promessa avevamo puntato ad un rilancio del calcio atripaldese con gli allievi regionali, juniores e giovanissimi. Chi fa questo programma mica si vuole togliere di mezzo. Eravamo partiti per fare una cosa di un certo livello. Ma invice poi sono stati apposti i sigilli allo stadio. Senza uno stadio non si può fare calcio” è l’accusa che la società lancia all’Amministrazione dopo la chiusura del Valleverde che ha lasciato in città quattro società senza una casa dove poter svolgere le gare di campionato ma anche gli allenamenti. Una squadra si allena a Salza Irpina, pagando 400 euro al mese, l’Under 18 si allena a Prata PU insieme ad una parte del settore giovanile mentre i più piccoli fanno allenamento addirittura nella villa comunale.  “Se la situazione dovesse perdurare a fine campionato, saremmo pronti a decedere il titolo sportivo“.

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2 risposte a “L’Atri Calcio smentisce le voci di cessione del titolo sportivo ed attacca: “Senza uno stadio non si può fare calcio in città””

  1. carlo ha detto:

    Scusate ma chi scrive?? non c’e’ una firma !!!! e voi pubblicate tutto!!!!

  2. Marcello ha detto:

    Apprezziamo la naturalezza del gesto, ma ci vuole rispetto per chi legge.
    Rispetto per una testata giornalistica, alla quale non si può inviare un testo pieno di correzioni e a tratti incomprensibile.
    Rispetto per i cittadini lettori, che non devono trovarsi di fronte a scarabocchi infantili.

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