gioved� 03 ottobre 2024
Flash news:   G7 dei Ministri dell’Interno in Irpinia, Piantedosi ha incontrato in prefettura i sindaci della provincia Riunione della segreteria provinciale di Forza Italia Avellino: tra i presenti il vice sindaco Landi Esordio vincente per l’Avellino Basket che sbanca Brindisi La Scandone Avellino vince a tavolino il primo incontro con Canusium Basket Rilancio stazione ferroviaria, il sindaco Paolo Spagnuolo precisa: “Atripalda non è stata invitata all’incontro“ Murale sull’Avellino Calcio, via Tufara ad Atripalda si tinge di biancoverde. Foto Contributo al Comitato festa di San Sabino, ancora polemiche e botta e risposta dopo lo scontro in Consiglio Buona la prima di “Pizza & Borghi d’Irpinia” ad Atripalda Rilancio stazione ferroviaria di Avellino, il gruppo consiliare “Atripalda Futura” denuncia l’assenza del sindaco Collegamenti ferroviari e Alta Velocità, riparte il confronto istituzionale. I sindaci di Avellino, Solofra, Montoro, Serino e San Michele di Serino chiamano la Regione

Antica Abellinum, il Comune si costituisce parte civile nel procedimento penale aperto dalla Procura di Avellino contro la famiglia Dello Iacono

Pubblicato in data: 1/4/2014 alle ore:07:00 • Categoria: Attualità, Cultura

lucchetti-ad-abellinumIl Comune si costituisce parte civile nel procedimento penale aperto dalla Procura di Avellino contro la famiglia Dello Iacono per abbandono dell’Antica Abellinum.
L’Amministrazione Spagnuolo entro il prossimo 6 maggio, giorno di inizio della fase dibattimentale promossa dal Tribunale di Avellino e che vede imputati i fratelli Dello Iacono, procederà a costituirsi parte civile. Un procedimento che prende il via proprio dall’azione posta in esssere dalla magistratura avellinese che avvalendosi dei Carabinieri del Nucleo Tutela Culturale di Napoli a giungo 2012 eseguirono il sequestro preventivo dell’intero sito archeologico con l’accusa di abbandono di un’area di interesse monumentale.
«Per noi è un’occasione unica anche per mettere fine ad un atteggiamento ostativo e poco chiaro in tutti questi anni che non è riuscito a trovare uno sbocco – commenta il delegato alla Cultura Raffaele Barbarisi-. Per cui la Città di Atripalda si costituisce parte civile per chiedere un risarcimento dei danni patiti e patienti con la chiusura del sito. C’è stato un aggravio dei danni perché l’abbandono del sito ha mandato in malora centinaia di migliaia di euro di lavori di riqualificazione dell’esistente e di ampliamento già eseguiti e che sono stati per altro oggetto di una perizia ordinata dalla Procura di Avellino e che sarà certamente agli atti del processo».
Una lunga querelle tra Soprintendenza e famiglia dello Iacono alquanto ingarbugliata segnata da sentenze, ricorsi, carte bollate, espropri e risarcimenti, marcia e sit-in di protesta dinanzi ai cancelli d’accesso del parco di via Manfredi rimasti inesorabilmente, a tutt’oggi, chiusi al pubblico da un lucchetto.
Tutto prende il via da una prima sentenza del Tar di Salerno nel 2011 che restituì i terreni dov’è ubicata l’area archeologica, con la domus romana, alla famiglia dello Iacono, terreni oggetto dell’esproprio da parte del Ministero dei Beni Culturali nonostante un risarcimento già ottenuto. Una sentenza che metteva qausi addirittura in discussione il patrimonio ritrovato all’interno del sito, quasi come se qualcuno lo avesse portato lì.
A marzo 2012 la forte nevicata abbattutasi sull’Irpinia causò la caduta della copertura della domus, un crollo che provocò il distacco di affreschi preziosi tra un forte abbandono generale di tutto il parco archeologico.
Uno stato di degrado che nel giugno 2012 spinse il procuratore capo Di Popolo a sequestrare il sito, sottraendolo ai proprietari, con affido in custodia giudiziaria cautelare alla Soprintendenza Archeologica di Avellino, nella fattispecie alla dottoressa Maria Fariello, responsabile del sito, autorizzandone nel prosieguo dei lavori di messa in sicurezza e denunciando la famiglia Dello Iacono per il reato di danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico nazionale.
Per la stima dei danni la stessa Procura incaricò l’archeologo di fama nazionale Fausto Zevi, assistito dalla dottoressa Antonietta Simonelli.
Nel mentre viene espletata la perizia sulle colline di Abellinum, la Soprintendenza predispone un nuovo atto di esproprio notificato ad aprile 2013. Decreto che viene però nuovamente impugnato dai Dello Iacono che trovano ancora una volta l’accoglimento da parte del Tar di Salerno che sospende l’efficacia dell’esproprio a luglio 2013 ed accoglie il ricorso.
«Ad oggi l’area, proprio grazie al provvedimento del dottor Di Popolo è affidata in custodia giudiziaria alla Soprintendenza – conclude Barbarisi -. Sono in continuo contatto con il funzionario che segue l’aspetto giuridico del Ministero dei Beni Culturali che ha avanzato una proposta ai Dello Iacono con il riconoscimento di un premio per il rinvenimento ed indennità di occupazione per circa 300 mila euro. Ora si è in attesa dell’aspettativa della controparte. Da un lato seguiamo attentamente la vicenda e dall’altro ci costituiamo parte civile nel procedimento penale per il danno anche d’immagine che la città ha subito in questo periodo».

Print Friendly, PDF & Email
Ti È piaciuto questo articolo? Votalo adesso!


Non saranno pubblicati commenti offensivi, diffamanti o lesivi della dignità umana e professionale di amministratori, politici o semplici cittadini. La redazione di AtripaldaNews si riserva la possibilità di pubblicare solo parte del contenuto, procedendo a tagliare le frasi offensive. Invitiamo i nostri lettori, nel rispetto delle regole di una società civile, a firmare con nome e cognome i propri commenti.

3 risposte a “Antica Abellinum, il Comune si costituisce parte civile nel procedimento penale aperto dalla Procura di Avellino contro la famiglia Dello Iacono”

  1. Nico ha detto:

    Altro incarico legale. E vaiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

  2. salvo ha detto:

    Cosa valgono:-> più le nocciole o gli scavi?

  3. paolo ha detto:

    Ogni causa che il comune soccombe deve pagare anche la registrazione della sentenza. Vi pare tutto normale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *