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Scomparsa Biagio Venezia: ecco le note del sindaco Spagnuolo, del capogruppo La Sala e dell’ex consigliere Luigi Caputo

Pubblicato in data: 25/5/2014 alle ore:09:05 • Categoria: Cronaca

biagio-veneziaScomparsa Biagio Venezia (foto), ecco il ricordo nelle note del sindaco Paolo Spagnuolo, del capogruppo consiliare Raffaele La Sala e dell’ex consigliere comunale Luigi Caputo.
I funerali dell’ex assessore e consigliere comunale, morto prematuramente a soli 65 anni, si terranno questo pomeriggio, alle ore 16, presso la chiesa madre di Sant’Ippolisto Martire. E’ stato consigliere comunale e segretario cittadino del Pci nelle Amministrazioni del compianto dottor Piscopo prima e di Alberta De Simone poi. Grande conoscitore della storia, della cultura e radici della città che nutriva con la passione per la fotografia. Preziosi i suoi scritti. Forte il dolore dell’intera comunità che si è stretta intorno alla moglie Assunta Iantosca, le figlie Antonella, Rossella e Simona.
Ecco di seguito le note:

Credo di interpretare i sentimenti dell’intera comunità, atripaldese, nell’esprimere profondo dolore per l’improvvisa scomparsa di Biagio Venezia. Ci lascia un uomo giusto, un vecchio amministratore che negli scorsi anni ha profuso il suo impegno e la sua passione al servizio della nostra città, una persona molto riservata ma che svolgeva il proprio ruolo in maniera sempre elegante, con il massimo rispetto dei ruoli sia sul piano personale che politico.  Lo ricordo negli ultimi tempi sempre in compagnia della sua inseparabile macchina fotografica, pronto ad immortalare qualsiasi evento si tenesse in Atripalda. Leggevo, attentamente,  i suoi precisi  interventi e le puntuali  ricostruzioni di pagine di storia della città.
Il mio pensiero  affettuoso va ai familiari e alle tante persone che gli volevano bene. È una perdita per tutta Atripalda, ma sono certo che il suo ricordo rimarrà vivo in tutti noi.

Sindaco Paolo Spagnuolo

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In memoria di Biagio Venezia. Quando mancano anche le parole…

La notizia si è diffusa in un lampo e molti come me, stamattina, speravano che il tempo di Biagio non si fosse fermato. Il suo cuore batteva a fatica negli ultimi anni, eppure non aveva indebolito la sua voglia di vivere, la sua passione civile, l’amore (un amore sempre più rassegnato ed indulgente) per la sua città, della quale documentava eventi e folklore, storia e storie. Atripalda, l’Irpinia, la religiosità e la natura, la devozione e gli eventi erano i soggetti, vivi, dei suoi scatti fotografici, veri e propri reportage, capaci di costruire nitide memorie. Come i suoi scritti sul settimanale “Il Sabato”, in cui il ricordo non era mai cedimento alla nostalgia o arido compiacimento, ma sempre informazione, seria e documentata, per leggere ed interpretare il presente. Ferroviere, con il piacere segreto della lettura e della ricerca, era stato un militante ed un dirigente comunista, consigliere comunale ed assessore, senza cedimenti, deluso come tanti dalla deriva della politica, che osservava ormai senza nostalgia, per quanto ne sentisse ancora – come il Didimo foscoliano- il calore di fiamma lontana. Ho avuto l’occasione di averlo avversario arcigno e combattivo, ma sempre leale, e poi anche amico, quando lo sfilacciamento delle ideologie aveva disvelato l’uomo, generosamente disponibile al confronto, fraterno nella diversità delle opinioni, disposto spesso a condividere un comune sentire. Aveva una virile consapevolezza della fine, Biagio, inesausto conversatore, anche quando mi confessava al telefono la indicibile fatica di ogni gesto quotidiano. Continuerò a guardare, passando lungo la piazza, verso quel portone antico, dove ho sperato di rivederlo negli ultimi mesi di malattia. Ci mancherai, Biagio. Mi mancherai.

Raffaele La Sala
capogruppo consiliare

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Caro Biagio,
un destino cinico e beffardo ti ha sottratto alla vita proprio in questa vigilia elettorale. Le elezioni, la festa della democrazia, erano la tua festa: le attese, le previsioni, i commenti dei giorni successivi nelle interminabili passeggiate in piazza quando, dall’alto di una memoria prodigiosa, sfornavi cifre e percentuali sempre inesorabilmente azzeccate. Da ogni conversazione con te, anche quella più contrastata, si usciva sempre arricchiti: perché nella tua visione, la cultura di un validissimo intellettuale della classe operaia in gran parte autodidatta, si univa a una grande sostanza umana, che metteva sempre al centro il merito delle questioni, e non la volontà di polemizzare fine a stessa. Ciò ti consentiva di confrontarti con ogni sorta di interlocutore con grande rispetto umano e nel contempo senza deflettere dalle tue posizioni. Questo amore per il sapere, che sei riuscito a trasmettere integralmente alle tue figlie, si manifestava in ogni campo a cui ti avvicinavi, e si tramutava in studio appassionato dei problemi, rifiuto del pressappochismo oggi purtroppo imperante. Questo rigore lo avevi manifestato, in modo particolare, nella tua attività di amministratore, breve ma intensissima, che ti aveva portato ad essere il migliore delegato all’ambiente che Atripalda abbia mai avuto. Negli ultimi anni, dismesso l’impegno partitico in prima persona, ti eri dedicato ad un’altra e non meno preziosa forma di impegno civile: la salvaguardia della memoria pubblica, senza la quale, non è possibile nessun “pensiero lungo”, della comunità atripaldese e irpina, senza far mancare mai però il tuo sguardo acutamente critico sulle vicende dell’attualità e della sinistra italiana, alla quale fino all’ultimo è andato il tuo pensiero. Oggi, mentre rassegno questi prime e confuse considerazioni, mi piace ricordare di te soprattutto queste due caratteristiche: intelligenza critica e apertura verso il mondo, il mondo “grande e terribile” di cui parlava Gramsci, in tutta la possibile varietà dei valori umani in esso contenuti. Per questo ora la nostra Atripalda è sicuramente più povera.

Luigi Caputo, Prc – Federazione della sinistra di Atripalda

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