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Vincolo paesaggistico su Centro Pmi e via San Lorenzo, scontro tra Spagnuolo e Pacia. Sindaco: «Gufa per ottenere il dissesto dell’Ente». Il socialista: «Mi interessai nel reperire i fondi, altri hanno poi seguito l’iter. La maggioranza era a conoscenza del parere regionale»

Pubblicato in data: 7/11/2014 alle ore:08:45 • Categoria: Attualità, Politica

centro-servizi-atripalda«Pacia vuole solo gufare sulla vendita per ottenere il dissesto finanziario dell’Ente». Ci va giù duro il sindaco Paolo Spagnuolo nel replicare al consigliere del Psi Ulderico Pacia che aveva denunciato l’esistenza di un vincolo paesaggistico per il Centro Servizi alle Pmi che ne compromettere l’alienazione alla società farmaceutica Xenus Srl deliberata dalla maggioranza nell’ultimo Consiglio comunale con un solo voto in più.
paolo-spagnuolo«Il Centro servizi non nasce con quest’amministrazione questo è chiaro ma quando il signor Ulderico Pacia era amministratore e ha sempre vantato di essere tra quelli che ha ottenuto quei fondi, costruendolo – prosegue il primo cittadino – . Il fiume era già là ed il Centro servizi era là. E’ bene spiegare in maniera chiara che il dissesto non produce a questo sindaco e questa giunta nessuna conseguenza, se non per la gioia per alla mia famiglia ed i miei collaborati di studio, la mia incandidabilità. Conseguenze patrimoniali e contabili non sarebbero a carico del sottoscritto ne degli attuali assessori, in quanto la Corte die Conti ha stigmatizzato solo il comportamento delle amministrazioni in relazione ai bilanci “incriminati” del 2009 e 2010. Non si rende conto invece che conseguenze gravissime sarebbero per noi cittadini atripaldesi, in quanto con il dissesto tutte le aliquote dei tributi locali sbalzerebbero al massimo. Quindi il signor Pacia sta sollevando questa polemica solo per costringere i cittadini atripaldesi a pagare le aliquote massime per i tributi. Saranno gli elettori a dire se questo è un comportamento responsabile. Inoltre voglio chiarire che non c’è nessuna determina del settore Urbanistica della Regione Campania, che avremmo anche impugnata se ci fosse stata. Ma è solo una risposta autorevolissima ad una richiesta di parere che viene fatta dall’architetto Cocchi. La Regione non ha mai dichiarato che la vendita del Centro Servizi non si può fare, non c’è nessuna pronuncia di un Tar o Regione circa l’illegittimità di una eventuale vendita o della licenza a costruire del Centro concessa all’epoca. Se eventualmente qualche illegittimità fosse riscontrata rispetto a quella licenza a costruire allora ad avere qualche problema di ordine giuridico, giudiziario o personale potrebbe essere proprio il consigliere Pacia che all’epoca volle fortemente quella realizzazione, essendo tra coloro che approvarono il progetto esecutivo con delibera n.1263 del 12/12/1991. Sulla risposta del funzionario regionale Gentile abbiamo chiesto lumi ad un autorevolissimo legale amministrativista ed esperto di materie urbanistiche che in maniera chiara e netta ha dato un parere molto più articolato dicendoci di stare estremamente tranquilli. Il parere è stato acquisito perché la parte politica, il sindaco in primis, aveva la necessità di tutelare chi dell’Utc all’epoca aveva istruito queste pratiche ma anche perché non ci riferiamo solo al Centro ma a tutte quanti le costruzioni che insistono su via San Lorenzo e Pacia sta rendendo un cattivissimo servizio ad una serie di concittadini che su quell’area hanno investito in attività fiore all’occhiello della città che danno occupazione e contribuiscono fortemente con i tributi verso l’ente. Allo stato attuale non c’è nessun rischio perciò. Se controllo ci deve essere, ci deve essere sui procedimenti amministrativi che all’epoca quando era amministratore hanno portato alla costruzione del Centro, perché lo stato dei luoghi non è cambiato. Gli uffici che io ho inteso tutelare mi hanno dato massima rassicurazione che la struttura è stato costruita su una licenza che è legittima».

paciaSulla sussistenza del vincolo paesaggistico relativo al corso d’acqua Rio Rigatore è in atto un braccio di ferro tra Comune e Regione, con l’Amministrazione Spagnuolo che ha approvato una delibera di giunta, avvalendosi del parere legale dell’avvocato e ricercatore universitario salernitano Francesco Armenante, con la quale si dichiara insussistente il vincolo perché «il corso d’acqua denominato “Rio Rigatore” nel tratto che attraversa il territorio comunale non può ritenersi soggetto a vincolo paesaggistico, in quanto non iscritto nell’elenco delle acque pubbliche».
Vincolo invece esistente per l’Ente di Palazzo Santa Lucia, così come da nota a firma del responsabile U.O.D. architetto Alberto Romeo Gentile, con la quale lo stesso dirigente regionale rappresenta invece che il corso d’acqua Rio Rigatore è iscritto nell’elenco delle acque pubbliche con il toponimo “Torrente Irrigatore e Vallone Fenestrelle” e perciò sottoposto a vincolo paesaggistico.
Alle accuse del sindaco e dell’assessore al Bilancio Landi il consigliere socialista Ulderico Pacia replica così: «In qualità di assessore ad inizio degli anni novanta mi sono solo interessato nel reperire i fondi per dar vita ad un Centro Servizi per le piccole e medie imprese e parco delle Acacie, la cui destinazione era ed è tuttora di area fieristica all’aperto, rivolgendomi all’allora presidente del Consiglio regionale, Aniello De Chiara. Negli anni ‘92/’93 ottenemmo un finanziamento complessivo di 12 miliardi di vecchie lire. Poi fu dato l’incarico alla Plansud di realizzare il progetto. Ma poco dopo l’Amministrazione, di cui facevo parte decadde e andammo via. Fu la nuova amministrazione eletta a seguire tutto l’iter per il progetto. Dal 1994 al 2002 non sono tornato più in amministrazione per cui se ci sono colpe non sono addebitabili al sottoscritto. Altri si sono interessati al progetto così come è successo per il finanziamento che ottenni per la realizzazione della rotatoria di via Appia ed i fondi per il rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale con pannelli informativi per far fronte al traffico lungo la stessa arteria quando il passaggio a livello risultava chiuso. Ma di questo ultimo si sono persi i finanziamenti. Quando l’Amministrazione ha portato in Consiglio comunale la vendita del Centro Pmi già era a conoscenza del parere della Regione sul vincolo paesaggistico e in aula dissi che sarebbe stato opportuno portare a conoscenza del Consiglio della nuova trattativa con la Xenus Srl prima che si arrivasse alla vendita. Allora tutti insieme con la Regione avremmo potuto trovare la soluzione migliore. Invece hanno fatto prevalere l’articolo 5, come sempre».

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9 risposte a “Vincolo paesaggistico su Centro Pmi e via San Lorenzo, scontro tra Spagnuolo e Pacia. Sindaco: «Gufa per ottenere il dissesto dell’Ente». Il socialista: «Mi interessai nel reperire i fondi, altri hanno poi seguito l’iter. La maggioranza era a conoscenza del parere regionale»”

  1. silvio ha detto:

    si sembra abbastanza scontato che questi sono solo interessati al dissesto, perchè potrebbe essere l’unico modo per creare problemi all’amministrazione. quello che succederà dopo a loro non interessa, quale prezzo potrebbe pagare il paese non importa, quali difficoltà incontrerebbe una futura amministrazione non li riguarda.
    questa e gente che cosi vuole fare il bene del paese?

  2. mirko ha detto:

    Vai Ulderico.

  3. Antonio ha detto:

    il sindaco Spagnuolo la deve finire di chiamare in causa le passate amministrazioni ! DOVEVA ANDARE IN PROCURA è DENUNCIARE IL PASSATO appena ELETTO, NON FACENDOLO è DIVENTATO COMPLICE! PER CUI, SAREBBE MEGLIO FARE SILENZIO è PENSARE A LAVORARE! QUANDO CI SI CANDIDA ,BISOGNA ESSERE A CONOSCENZA DELLE SITUAZIONI ! E’ IL SINDACO DI ATRIPALDA , NON DI NEW YORK!
    FATELA FINITA e CERCATE DI LAVORARE PER PORTARE LA SITUAZIONE VERSO UN PORTO PIù SICURO, BASTA CHIACCHIERE.

  4. Cittadino di Atripalda ha detto:

    Bravissimo ANTONIO.

  5. Cittadino ha detto:

    Nessuno scontro dovrebbe avvenire tra politici tanto “CARTA CANTA “

  6. Ciro ha detto:

    Un vero peccato vendere il centro servizi.

  7. MARIO ha detto:

    Ma il centro servizi non può o non poteva diventare un centro commerciale con tante piccole attività, mettendo a bando a titolo gratuito o a somme contenute i locali per la vendita. Poteva essere una novità???
    Ma a chi lo dici.

  8. Ilaria ha detto:

    GUFA più che puoi Ulderico.
    Fusse ca fusse la vorta bona???????

  9. nando ha detto:

    Solo con un Commissario l’Ente si può salvare.
    Si eviteranno tutti gli sprechi, e ne sono tanti al Comune di Atripalda.
    A cominciare dagli incarichi legali, alle spese inutili (vedi l’ultima con i paletti ),ai compensi extra ai dipendenti, ecc,ecc.

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