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Il vescovo Marino al convegno sulla famiglia ad Atripalda: «la chiesa impegnata a preservare i valori forti della tradizione». FOTO

Pubblicato in data: 2/12/2014 alle ore:14:17 • Categoria: Cultura

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«Come chiesa siamo impegnati soprattutto a preservare i valori forti della tradizione che sono radicati sul nostro territorio correlati con il senso della solidarietà, il senso della comunità che produce sostegno ed aiuto reciproco. In questa contesto la famiglia svolge un ruolo fondamentale è la cellula della società alla quale la chiesa si deve aprire».
E’ un passo dell’intervento del vescovo di Avellino, Francesco Marino, che ieri sera ha concluso un incontro ad Atripalda sul ruolo della famiglia nella società di oggi, sulle prospettive ed il rapporto con la chiesa. Al centro del confronto “Famiglia: vivi la gioia”, promosso dall’Azione cattolica diocesi di Avellino, svoltosi presso la chiesa madre di Sant’Ippolisto Martire, proprio la famiglia.
convegno-atripalda-5«Come chiesa siamo impegnati soprattutto a cercare di preservare i valori forti della tradizione che sono radicati sul nostro territorio – prosegue il vescovo – e che sono correlati on il senso della solidarietà, il senso della comunità che produce aiuto e sostegno reciproco. E la famiglia in questo svolge un ruolo importante anche per quella funzione che ha di collegamento e di tenuta salda tra le generazioni. Nello stesso tempo non si può tenere gli occhi chiusi di fronte ai processi che sono in atto anche per la globalizzazione e l’influsso mediatico. E allora gli incontri come quello di questa sera ci rendono consapevoli di questi processi, ci inducono anche ad accogliere degli aspetti positivi da questi stessi processi, a prenderne atto e a cercare di creare una sorta di simbiosi, di comunicazione tra tutto il positivo che il tradizionale ci consegna e la capacità di travasare questi aspetti positivi nel mondo di oggi. La famiglia continua ad avere un ruolo fondamentale, la capacità di tenere insieme le persone, di fare in modo che soprattutto le generazioni più giovani ma anche gli anziani all’interno della famiglia siano valorizzati. Mentre le giovani generazioni possono sviluppare quei valori di solidarietà, di forza, di amicizia che la famiglia comporta. Anche l’educazione affettiva dei giovani è importante per evitare quella cultura dello scarto che Papa Francesco da cui ci ha messo in guardia più volte. Valorizzare gli anziani, la saggezza che possono portare nella vita della famiglia e della società ed i giovani l’entusiasmo e la prospettiva del saper costruire il futuro on la creatività, la speranza e la gioia della vita».
convegno-atripalda-8In sala ad ascoltare le parole del vescovo tanta gente e fedeli. Presenti con il comandante dei Carabinieri Cucciniello, l’ex sindaco Lina Rega, Lina Napoletano, il presidente della Misericordia Vincenzo Aquino e quello della Pro Loco Lello Labate.
convegno-atripalda-4Ad introdurre i lavori il parroco della chiesa madre, Don Enzo De Stefano, seguito da un breve saluto del sindaco Paolo Spagnuolo: «Un ringraziamento va all’azione cattolica per questo momento di riflessione – dichiara il primo cittadino -. La famiglia al Sud ha retto in questo momento di disagio sociale. Questo grazie ad una cultura tramandata di generazione. Tuttavia oggi la famiglia sta subendo un’evoluzione che vede il diffondersi di altre fattispecie, come la famiglia di fatto, con la quale l’istituzione laica e quella religiosa è chiamata a confrontarsi».
Nicola La Sala, presidente diocesano dell’Azione Cattolica, nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza di dar vita a questa discussione «un percorso sulle tematiche che riguarda la vita di tutti i giorni. Un momento di riflessione sulla famiglia dove sperimentiamo l’amore autentico».
convegno-atripalda-2La chiesa deve aprirsi alle famiglie secondo la professoressa Giuseppina De Simone, della Università pontificia, : «così come indicato da Papa Francesco. Bisogna saper ascoltare le famiglie, le cui esigenze stanno subendo profondi cambiamenti. Oggi la famiglia soffre tantissimo per le difficoltà e le tante minacce che arrivano da più parti come la crisi economica». Difficoltà che secondo la professoressa universitaria arrivano soprattutto con il prevale dell’individualismo «cultura dominante» a livello mondiale. «Nel Sud Italia la famiglia tiene, rappresenta ancora un fatto di coesione sociale nonostante nei nostri paesi si insinua questo senso della salvaguardia del valore di se stessi, portando a spezzare i legami più forti che sono la cifra e alla base della famiglia. Non possiamo non volgere lo sguardo a tutto questo e non possiamo non interrogarci su questo. Il Papa dice di saper ascoltare le famiglie che non devono essere considerate come un problema ma una risorsa. La famiglia deve tornare protagonista. La famiglia deve essere rimessa al centro della vita e della chiesa che deve ripensare ai modi e tempi per rendere accogliente la sua casa ed aprirla alle famiglie. Una capacità di farsi accogliente. Perciò – conclude la De Simone – ci devono essere politiche familiari adeguate e non penalizzanti, azioni propositive che contribuiscano a costruire modelli più giusti».
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