Un pezzo di muro di Abellinum a rischio crollo lungo la Variante 7bis, la denuncia di Gabriele De Masi. FOTO
Pubblicato in data: 29/1/2015 alle ore:07:48 • Categoria: Cronaca, Cultura •Un pezzo di muro di Abellinum a rischio crollo. Il manufatto, che compone la cinta muraria dell’antica domus romana, costeggia la Variante 7bis all’altezza della scuola media “Masi”.
La cinta che proteggeva il parco archeologico di Abellinum, fu tranciata in due, insieme a tantissimi altri reperti, come l’anfiteatro romano di via Appia, dalla costruzione della variante.
Dal muro in tufo che costeggia la strada a scorrimento veloce e che presenta una grande frattura verticale nei giorni scorsi si sono staccati anche dei pezzi finiti ai bordi della careggiata. A causarne il distacco le forti piogge, con i cui resti presenti lungo carreggiata sbriciolati dal passaggio delle auto e dei tir.
A segnalare il cedimento è il professor Gabriele De Masi, giornalista, già direttore del settimanale cattolico “Il Ponte”.
«Sono indignato se fosse caduto un muro di Pompei si sarebbe sollevato un putiferio invece ad Atripalda nessuno dice niente – afferma -. Si fanno convegni al Comune sulla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico mentre le testimonianze vengono giù. Il muro è spaccato e se ne può cadere da un momento all’altro. La pioggia dei giorni scorsi ha portato al distacco di alcuni pezzi. Una cinta muraria che ha una valenza storica immensa che invece dovrebbe essere valorizzata con luci e tutelata, mentre invece è abbandonata a se stessa».
Il muro, già puntellato tempo fa con una tavola in legno, è ora a rischio crollo visto che nella parte centrale presenta una lunga ferita. C’è anche un rischio incolumità per la auto che transitano in velocità lungo la variante in direzione Avellino. «E’ inutile se poi non si ha sensibilità per queste ricchezze – prosegue De Masi -. Noi abbiamo una ricchezza immensa che ancora non è stata portata alla luce. La questione l’ho segnalata anche al consigliere provinciale Girolamo Giaquinto che mi ha assicurato il suo interessamento con l’Ente Provincia. Purtroppo tutti i segnali che ho lanciato in questi giorni non sono stati mai raccolti. Le lesioni si vedono in modo chiaro e anche da lontano. Queste sono ricchezze che abbiamo solo noi ad Atripalda, la storia la dobbiamo tutelare».
Un patrimonio unico che rischia di andare in malora se non si interviene prontamente. La stessa cosa sta accadendo per il parco archeologico dell’Antica Abellinum, chiuso ancora al pubblico per il braccio di ferro in atto tra Soprintendenza e famiglia Dello Iacono segnato da sentenze, ricorsi, carte bollate, espropri e risarcimenti, marcia e sit-in di protesta dinanzi ai cancelli d’accesso del parco di via Manfredi rimasti inesorabilmente, a tutt’oggi, chiusi al pubblico da un lucchetto. Il parco è ora affidato in custodia alla Soprintendenza. Per il prossimo 4 febbraio è fissata la nuova udienza presso il Tribunale di Avellino, giudice monocratico Paolo Cassano, per il procedimento penale avviato dalla Procura contro la famiglia Dello Iacono per danneggiamento del sito archeologico.
qua quell’ammasso di pietre andrebbe subito rimosso(per mettere in sicurezza zona di passaggio bambini che frequentano istituto:-
Vorrei tranquillizzare il sig. Budda (che deve essere ‘forestiero’ e perciò non conosce i luoghi): non c’è nessun pericolo per chi frequenta la Scuola Media “R. Masi”, e ci mancherebbe solo questo… Invece ha ragione da vendere l’amico Gabriele De Masi. Al quale farà sicuramente piacere sapere che il pericolo di crollo è stato più volte segnalato agli aventi causa (soprintendenza e delegato comunale), anche dal sottoscritto. Avendone in risposta che la cosa era già nota. Lo scandalo è che nessuno abbia finora provveduto alla messa in sicurezza… della statale 7bis e degli automobilisti di passaggio… ma fatti incomprensibili nella tormentata storia di Abellinum ce ne sono molti… Per il caso di specie si potrebbe suggerire la soluzione adottata a via San Gregorio, oppure una impalcatura provvisoria… come quella del Municipio… o no?
Bravo Raffaele, Budda e sicuramente forestiero e’ non ama la nostra storia, e’ quindi se ne frega dei nostri beni archeologici che vanno sempre tutelati per tramandarli alle nuove generazioni.
si sono forestiero(infatti vivo nella foresta): però da buon -indiano- ritengo che quell’ammasso di-pietre- non interessa realmente a nessuno(=la gente ha ben altro cui pensare (come far quadrare il bilancio di fine mese:altro che ciarle):
che -storia- qua quella -storia- non interessa che a qualcuno:”gli hirpini così come i sanniti” sono stati colonizzati dai -romani- anche se non avevano alcunché da temere da -loro-
Vorrei inviare una fotografia scansionata , ritrovata in un mercatino dell’antiquariato. Trattasi di una foto scolastica del 1932. ( Chissà qualcuno potrebbe riconoscervi un lontano parente ) .Nella ricerca della Vostra cittadina , mi sono imbattuto nell’articolo del Direttore del settimanale cattolico “Il Ponte” denunciante il muro di cinta caduto ABELLINUM. Io non ho nessuno scopo di lucro, ma sono appassionato di ricerca storica di “Come eravamo”. Piccole curioistà di costume e di vita che ormai vengono disperse. Invierei volentieri la fotografia al Professore se conoscessi la E- mail. Ha lo spirito giusto per riceverla . Un saluto a tutta la Vostra Comunità. Roberto Ghisellini Zenesi.