sabato 20 aprile 2024
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Blitz al Comune, avrebbero gonfiato le proprie buste paga per trarne indebiti vantaggi. L’avvocato difensore Alfonso Chieffo: «Non c’è nessun tipo di misura interdittiva o cautelare. I miei assistiti stanno collaborando». FOTO

Pubblicato in data: 13/2/2015 alle ore:07:30 • Categoria: Comune, Cronaca

Blitz al Comune6Avrebbero gonfiato le proprie buste paga per tranne indebiti vantaggi. A fine nel mirino della Polizia quattro dipendenti comunali al centro ieri mattina di un lungo blitz della Squadra mobile di Avellino al Comune di Atripalda. Cinque auto civetta con sirene spente, alle ore 9.30 in punto, hanno bloccato l’ingresso di Palazzo di città e le uscite secondarie. Quindici agenti in borghese della Questura di Avellino, muniti di pettorine recante la scritta “Polizia”, agli ordini del neo capo Marcello Castello, si sono recati al secondo piano del Municipio bloccando alcune stanze, quelle del settore ragioneria, personale e notifiche occupate rispettivamente dai quattro dipendenti, tra cui uno facente parte dello staff del sindaco, sui quali è caduta l’accusa di aver gonfiato negli anni le proprie buste paga ed i mandati di pagamento ogni mese per tranne profitto, riuscendo così a percepire anche il doppio dello stipendio. Nel lungo blitz, durato oltre sei ore e conclusosi intorno alle 15.30, sono stati sequestrati computer e fascicoli a casa e negli uffici dei quattro impiegati comunali. Con gli investigatori in Comune anche i quattro indagati, già ascoltati in Questura.
Blitz al Comune7L’indagine, ad ampio raggio, che prende le mosse dal 2011, parte da una denuncia presentata giorni fa dal sindaco Paolo Spagnuolo che ha dato il via all’alba di ieri mattina al blitz della polizia che ha eseguito prima perquisizioni domiciliari a casa dei quattro dipendenti e poi sopralluoghi in Comune per acquisire materiale utile ai fini dell’indagine. Apposti anche i sigilli a due stanze del Comune, quello dell’ufficio personale e quello dell’ufficio ragioneria, recanti la scritta: “locale sottoposto a sequestro dalla Squadra mobile di Avellino, III sezione con decreto 1178/2015 emesso in data 11/02 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Avellino”. Il capo d’imputazione contestato nel provvedimento emesso nei confronti dei quattro dipendenti è di truffa aggravata in concorso e continuata nel tempo a danno di un ente pubblico (articolo 640 comma 1 e 2 con pena prevista dal codice da 1 a 5 anni). Da determinarsi ancora la somma di appropriazione. A condurre le indagini la Squadra Mobile coordinata dalla Procura della Repubblica, con il procedimento affidato al Pubblico ministero Del Mauro. Informato dell’indagine anche il questore Ficarra e il procuratore capo Cantelmo. Un’attività di Polizia giudiziaria alla ricerca di materiale informatico e cartaceo contabile. Operazioni che richiederanno tempo visto che gli inquirenti dovranno spulciare tutta la documentazione contabile sequestrata ieri alla tesoreria comunale. Un controllo certosino che richiederà una verifica, voce per voce, di tutte le buste paga dei dipendenti comunali, risalendo al 2011. Sulle indagini vige il massimo riserbo. Le persone oggetto dell’inchiesta hanno fornito piena collaborazione, sia spontaneamente che attraverso il proprio legale che ha già concordato per il giorno 19 la data degli interrogatori.
Blitz al Comune, polizia con faldoni1«Non c’è nessun tipo di misura interdittiva o cautelare nei loro confronti – tiene a precisare l’avvocato penalista Alfonso Maria Chieffo, legale di tre degli indagati -. E’ un’indagine in fase embrionale, i miei assistiti stanno collaborando e fornendo il massimo contributo possibile alle indagini. Si tratta di persone indagate. Paradossalmente alla base dell’indagine ci sarebbe un esposto presentato dal sindaco più di cinque giorni fa senza poi che nessuna contestazione sarebbe stata fatta nei confronti dei quattro indagati. Non possiamo fare altro che attendere gli sviluppi per capire se l’inchiesta sia mirata solo a questi quattro dipendenti o anche ad altri visto che, rispetto al capo d’imputazione, l’operazione di stamattina (ieri ndr.) è sembrata di più ampio raggio e di proporzioni notevoli rispetto al fatto contestato dal Pm».

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