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Orto Sabino, il maestro di strada Marco Rossi Doria: «Qui idea di appartenenza alla comunità e vicinanza alla natura e al ciclo della vita». FOTO

Pubblicato in data: 20/11/2015 alle ore:08:30 • Categoria: Attualità

Orto Sabino0«Qui ad Avellino, come zona interna, c’è ancora un’idea di appartenenza di comunità e di maggiore vicinanza alla natura e al ciclo della vita. Con l’Orto Sabino siamo di fronte ad un’esperienza di apprendimento e pedagogica di qualità che vuole dar vita ad un apprendimento attivo per i bambini atripaldesi che possono rivivere situazioni per apprendere fenomeni». A parlare è l’ex sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Marco Rossi Doria, intervenuto ieri sera in città, nell’ex sala consiliare della Biblioteca di piazza Sparavigna, per la manifestazione conclusiva del laboratorio didattico per bambini “Orto Sabino”.
Un viaggio nei mesi scorsi computo da bambini e bambine atripaldesi impegnati in attività ludiche e di socializzazione, in percorsi alla scoperta della natura attraverso i cinque sensi, l’arte, la scienza e le fiabe.
Orto Sabino2«Giovanna (Barzaghi ndr.)è cittadina di un movimento che vuole riscoprire delle cose inerenti alla natura e che vuole riunire i processi di apprendimento al ciclo della vita – prosegue Rossi Doria -. Alcuni ingredienti pedagogici di questa esperienza sono: un posto identificato, l’orto dove si fanno delle cose. In secondo luogo c’è una persona di riferimento, Giovanna che sa trasmettere il calore di quello in cui crede, che sa stare con i bambini. E’ portatrice di un’esperienza che deve conoscere bene altrimenti è più difficile da trasmettere in maniera autentica. Trasmettere con amore. C’è un luogo e un conduttore, poi ci sono delle attività trasformatrici: non c’è la parola ma i gesti, l’organizzazione di gesti e degli strumenti. Dal punto di vista dell’autenticità dei gesti. Il sapere qui è incarnato nei processi. Fare il  vino, il pane è mettere in gioco la mente ed il corpo che sono parte del processo che servono a sperimentare e quindi a comprendere. C’è un movimento di tuto rispetto dal punto di vista pedagogico. Un apprendimento attivo, della scuola attiva, nel far apprendere. La testa di un bambino non è un imbuto in cui infilare concetti e parole astratte. Invece con l’Orto Sabino in un poto deputato riprende le redini per un periodo di tempo e  si propone con l’Amministrazione di ripetere tale esperienza per farla diventare usanza e continuità. Infine si fanno tante cose ma non si mostrano.  Invece questa sera è una parte civile di cittadinanza che va mostrata. C’è un passaggio ulteriore di questa esperienza, un passaggio politico della città: nella polis si può parlare in un luogo pubblico di quello che si fa per i bambini».
Orto Sabino3Un progetto nato da un’idea della naturopata Giovanna Barzaghi che opera presso le Officine del Naturale, Erboristeria in Atripalda, realizzato con il sostegno dell’azienda “Progress”. E la dottoressa ha ripercorso ieri l’esperienza vissuta con i bambini «molto bella. Ce l’hanno anche distrutto l’orto ed invito il sindaco a mettere delle telecamere. Ho pensato di fare una piccola Expo,  dove si potessero recuperare un rapporto con la terra e la natura. Mi auguro che i bambini hanno ricevuto altre cose. I bambini hanno preso coscienza del rapporto con la natura. L’idea di lavorare con i bambini è nata anche dal lavoro di naturopata che svolgo quotidianamente. Da qui ho deciso di dare un contributo per farli crescere più felici. E’ solo un atto d’amore e non di presunzione. Ho pensato giusto che si ricominciasse dalla natura con la costruzione di questo orto. La natura è una scuola a cielo aperto. I bambini hanno sperimentato il proprio corpo, hanno sperimentato se stessi. Un’esperienza bellissima anche  con percorsi  di natura scientifica e  teatrale. Mi auguro che il nostro orto continui dopo Natale. Volevo che i bambini capissero la generosità della terra e acquisire un seno di protezione della terra».
Orto Sabino4Al convegno dal tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, patrocinato dal Comune di Atripalda, ha  preso parte anche Tiziana Bruno, scrittrice di fiabe di matrice interculturale, sociologa e insegnante, membro dell’ICWA – “Italian Children Writers Association”, collaboratrice di educazione e scuola nella rubrica “Education 2.0” del Corriere della Sera online, evidenziando l’importanza del cibo: «non solo come nutrimento fisico ma anche dell’anima. Il cibo come premio e punizione, forma di comunicazione. Il cibo è anche silenzio : se si parla mentre si mangia si parla male ma è anche il momento in cui ci si riunisce a casa».
A consegnare i diplomi ai bambini è stato il sindaco Paolo Spagnuolo: «Ho visto grade passione dei bambini, una grande attenzione che mi ha fatto estremamente piacere e lo dico d padre: abbiamo esigenza di far capire che bisogna dare il giusto valore ai prodotti. Capirne l’importanza, il lavoro che c’è dietro, ti porta a rispettare di più la natura. Quando è partita l’iniziativa non ho colto le potenzialità che il progetto avesse e che stasera stiamo sottolineando. Ci sono dei territori che hanno fortissime vocazioni, come la nostra verde irpina, ove l’industria doveva essere a servizio della trasformazione. Invece la cattiva politica ha creato questi grandi capannoni che sono sotto gli occhi di tutto. Cassoni vuoti con un silenzio assordante ma nel frattempo abbiamo perso quei terreni e la vocazione. Ecco l’insegnamento che ci stanno dando oggi i bambini. Poi c’è l’esigenza nel mondo di ridistribuire un po’ la ricchezza. Per fare questo devi apprezzare i prodotti e consumarli in misura equilibrata. Visto che vogliamo formare una società migliore è giusto partire dai bambini. Un’esperienza ottima che come Amministrazione continueremo a sostenere. Gli atti vandalici non sono stati diretti all’Orto Sabino. Nelle ultime settimane ne stiamo subendo parecchi. Cercheremo di aumentare la vigilanza ma vanno civilizzate le persone. E questo progetto va anche in questa direzione di rispetto della cosa pubblica».
Per l’assessore all’Ambiente Antonio Prezioso: «un’iniziativa che rientra in un’azione di cittadinanza attiva come adotta una aiuola: nell’era dei cibi liofilizzati e importante far conoscere ai bambini come far crescere i prodotti e di tornare ai cibi a km zero».
Infine la delegata all’Istruzione Gianna Parziale: «il valore pedagogico di questo progetto ma sottolineo anche il valore sociale di far vivere i bambini al di fuori di alcuni schemi. Un scuola più attiva. Il valore di questo orto è consentire ai bambini di vivere all’intero di un gruppo e di regole, pronti a vivere la comunità».

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