La Squadra Mobile sottopone di nuovo a sequestro penale l’Ufficio Ragioneria e una stanza deposito documenti. FOTO
Pubblicato in data: 24/3/2016 alle ore:06:30 • Categoria: Cronaca •La Questura di Avellino sottopone di nuovo a sequestro penale l’Ufficio Ragioneria e una stanza deposito documenti, vietandone l’accesso al Comune. Tre agenti della III Sezione della Squadra Mobile ieri mattina hanno varcato nuovamente il portone di Palazzo di città, recandosi al secondo piano per procedere ad un nuovo provvedimento di sequestro emesso dalla Procura avellinese che sta indagano sullo scandalo delle buste paga gonfiate che ha coinvolto quattro dipendenti comunali.
Dopo aver rimosso i sigilli e verificato che nelle due stanze fosse tutto a posto, i tre agenti, alla presenza del sindaco Paolo Spagnuolo, del dirigente Enrico Reppucci e dell’assessore al Bilancio Domenico Landi hanno risequestrato i due locali, uno al piano terra e l’altro al secondo piano di Palazzo di città, già off-limits da circa un anno a seguito dell’avvio dell’inchiesta. Nei due locali sono custoditi dei faldoni contenenti documenti oggetto dell’indagine e che per questo restano ancora interdetti ai dipendenti e al pubblico.
Un nuovo passaggio nell’inchiesta quello di ieri mattina mentre tre dei quattro dipendenti attendono ancora il Riesame che dovrà pronunciarsi sulla sospensione dal lavoro. Una sospensione che ha una durata di 12 mesi e arrivata nel mese di gennaio dopo che i quattro sono comparsi prima di Natale dinanzi al Gip del Tribunale di Avellino, Vincenzo Landolfi, al quale si era rivolta la Procura della Repubblica, con il Pm Fabio Massimo Del Mauro, per chiederne la sospensione dal servizio.
I quattro erano stati ad inizio di novembre scorso reintegrati nel posto di lavoro a seguito della sentenza emessa dal Collegio della Sezione Lavoro del Tribunale di Avellino che, condannando il Comune alle spese legali, aveva accolto il reclamo presentato dai quattro a seguito di sospensione in via cautelare emessa con provvedimento sindacale e decurtazione del 50% dello stipendio.
Prima di Natale gli uomini della Squadra mobile di via Palatucci, guidati dal dottor Marcello Castello, avevano inoltre dato esecuzione a tre provvedimenti di sequestro preventivo per l’importo di 162.000 euro sui conti correnti a carico di tre degli indagati. Gli stessi che sono ritenuti responsabili di aver posto in essere, in concorso, un’attività illecita consistente nell’inserire nel sistema informatico voci stipendiali non dovute in relazione ai livelli retributivi previsti per le qualifiche rivestite, disponendo altresì mandati di pagamento recanti importi maggiorati che venivano inoltrati alla Tesoreria comunale che procedeva all’accredito dello stipendio. In alcuni casi le buste paga “lievitate” venivano utilizzate dagli indagati per accedere a benefici di credito per la cessione del quinto dello stipendio presso alcune società di finanziamento; tutto ciò avveniva anche creando documentazione falsata a firma degli indagati seppur non competenti all’inoltro di tali istanze.
Indagine complessa visto la mole di documentazione contabile sequestrata e visionata dagli investigatori.
Inchiesta partita alla fine di febbraio 2015 dalla denuncia presentata in Questura dal primo cittadino che ha più volte preannunciato, attraverso la stampa, che con il rinvio a giudizio, il Comune si costituirà parte civile per recuperare le somme indebitamente percepite e ristorare la comunità dal danno d’immagine.
ha fatto bene il questore che ha rinovato di nuovo di mettere i sigilli