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Morte Marcello Cucciniello, lo zio Giulio: “Nessun sostegno in Thailandia, lo Stato faccia luce sul ruolo dell’Ambasciata”

Pubblicato in data: 24/3/2016 alle ore:10:00 • Categoria: Cronaca

marcello cuccinielloMantenere accesa l’attenzione sul dibattuto ruolo avuto  dall’Ambasciata Italiana in Thailandia nella tragica vicenda costata la vita al giovane atripaldese Marcello Cucciniello deceduto, a seguito di un terribile incidente stradale, lo scorso settembre mentre era in vacanza sull’isola di Koh Samui. E’ quanto invoca da mesi a gran voce lo zio del giovane, Giulio Urciuoli che fin dal suo rientro in Italia ha puntato il dito contro i funzionari del presidio italiano a Bangkok colpevoli di «non aver dato alcun supporto logistico e morale in una circostanza così tragica vissuta per di più in terra straniera  – afferma Urciuoli -. Si limitarono a darmi dei nomi e dei numeri di telefono che a loro volta mi fornivano altri numeri, tra cui quello del Console onorario di Phuket, mai incontrato. Non furono nemmeno in grado di dirmi in quale ospedale si trovasse il corpo di mio nipote». Forte il rancore verso le Istituzioni italiane in Thailandia da parte di Giulio Urciuoli, insegnante a Prato ma molto attivo politicamente nel suo paese d’origine Manocalzati dove ricopre il ruolo di segretario del Pd nonché di consigliere comunale e membro del Cda del Consorzio Servizi Sociali A5: «Mi sarei aspettato quanto meno delle scuse dal Ministero degli Esteri e – afferma – un impegno affinché tutto ciò non si ripetesse più, ma dopo i fatti dell’Egitto e della Libia, capisco che questo è proprio il modus operandi delle nostre ambasciate mentre lo Stato italiano non interviene». Il riferimento è alla risposta all’interrogazione rivolta al Ministro degli Esteri, nonché responsabile della Farnesina, Paolo Gentiloni presentata dal deputato irpino Carlo Sibilia cui chiede un nuovo interessamento, insieme ai colleghi presenti in Commissione Esteri Di Stefano, Del Grosso, Grande, Di Battista, Scagliusi e Spadoni, per avere delucidazioni rispetto alle «circostanze terribili che hanno determinato la morte prematura del giovane atripaldese che esigono comportamenti diversi da quelli denunciati dal signor Urciuoli». Contestato, infatti, da Urciuoli il contenuto della risposta a firma del Sottosegretario di Stato per gli Affari Esteri e la Cooperazione Internazionale, Mario Giro che affermava che «la nostra ambasciata a Bangkok si è tenuta in quotidiano raccordo con i familiari, fornendo ogni possibile sostegno e assistenza prima al signor Urciuoli e poi ai genitori del ragazzo». Urciuoli, dunque, confuta tali dichiarazioni in quanto «solo la Polizia locale e l’agenzia privata che contattai mi aiutarono per le pratiche burocratiche del rientro – prosegue – , dai diplomatici nessun sostegno fattivo, eppure di tempo ne avevano dato che aprivano gli uffici a mezzogiorno».

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