La Passione di Pellegrino Giovino, anima e storia della Via Crucis Atripaldese
Pubblicato in data: 24/7/2016 alle ore:16:18 • Categoria: Cronaca •Addio ad un pezzo di storia della Via Crucis Atripaldese. Dolore nella cittadina del Sabato ieri mattina per la scomparsa di Pellegrino Giovino, 86 anni, l’incappucciato che dal 1948 al 1980 ha portato a spalla la croce di Gesù Cristo. Scompare pochi mesi dopo le celebrazioni per il ventennale della Via Crucis, quelle alle quali non aveva potuto prendere parte personalmente nella sala consiliare, già logorato dalla malattia che lo aveva bloccato a casa. Ma il signor Pellegrino non aveva fatto mancare i suoi ricordi e la sua presenza racchiusi in una videointervista trasmessa in Comune e nella quale non aveva nascosto la commozione e le lacrime nei racconti di quei fotogrammi tra un lungo applauso dei presenti.
Venti anni di una storia quella della Via Crucis che si intreccia indissolubilmente in città con la devozione particolare e la fede della famiglia Giovino che, tramandandola da padre in figlio, veste i panni del Nazareno da oltre cento anni. Oggi a portare la croce è il nipote Rino, dopo il passaggio di consegne avvenuto alcuni anni fa dal padre Enrico, che aveva raccolto il testimone a sua volta dal papà Pellegrino.
Una storia di fede, di popolo, intima e pubblica. Tutto infatti ha inizio nel lontano 1860 quando il pescatore di Capo La Torre, l’avo Pellegrino Giovino, tornò dall’America per una grazia ricevuta, prese la croce dando così il via a questa tradizione religiosa. Poi vi fu l’Incappucciato nella processione del Venerdì Santo, impersonato dal discendente Pellegrino Giovino, che su Rampa San Pasquale dal 1948 mise in scena le tre cadute, tra la commozione della folla di fedeli che accorreva per assistere alla rappresentazione religiosa. Una tradizione arrivata fino agli anni ’80, per vedere la sua interruzione a causa del terribile terremoto che devastò l’Irpinia. Nel 1997 è proprio la Pro Loco di Atripalda, con il suo costante impegno, a rimettere in scena, questa volta letteralmente, la Passione di Cristo seguendo il libro “Quid est Veritas?” scritto dal magistrato di Lapio Matteo Claudio Zarrella e all’interpretazione mgistrale degli attori del “Clan H” di Avellino. Il ruolo di Gesù, non più incappucciato, passa al figlio Enrico mentre il signor Pellegrino per tre anni interpreta ancora la parte del Cireneo. Oggi è il nipote Rino a raccoglierne il testimone.
Questo pomeriggio i funerali, alle ore 16.30, nella chiesa madre di Sant’Ippolisto Martire.
UN GRAZIE AL SIG. RINO PER QUANTO A FATTO ANCHE IO SONO UN DEVOTO DEL CRISTO