Referendum costituzionale, il professor Barile: «Votare Sì per i nostri figli. Se vince Renzi fa piazza pulita e De Mita teme ciò». Il sindaco Spagnuolo:«orientato a votare per il sì». FOTO
Pubblicato in data: 28/11/2016 alle ore:09:32 • Categoria: Politica •«Sono stato uno dei firmatari, con Peppino Gargani, per il No. Resto convinto che il lavoro andava fatto meglio, ma oggi penso che va fatto». Esordisce così Sergio Barile, professore ordinario alla Facoltà di Economia dell’università degli studi di Roma “la Sapienza”, nell’illustrare le ragioni del Sì al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre nell’incontro promosso dall’associazione “Noi Atripalda”. L’appuntamento si è svolto venerdì sera presso la sede di via Ferriera.
Il professore critica la personalizzazione del referendum voluta da Renzi e non nasconde che è stato dall’inizio uno dei firmatari del No alla riforma : «probabilmente è una riforma affrettata. Non sono un estimatore di Renzi, che ha una spocchia già come si presenta, ma il Paese sta in condizioni tali che deve camminare altrimenti rischia di fermarsi come la Grecia».
Per lui la strategia dei sostenitori del No appare chiara: «dare una spallata al Governo per far incaricare qualcuno, un tecnico di fare uno nuovo. Semplicemente una perdita di tempo. Il fronte del No unisce una quantità di persone con interessi diversi. Se Renzi vince fa piazza pulita nel Pd e qualcuno che abbiamo anche qui teme di essere spazzato via». Il riferimento non tarda ad arrivare al presidente Ciriaco De Mita che si sta battendo a sostegno del No: «Un vecchio che ha dato male e bene a questa provincia. Con l’età tutti noi però diventiamo più egoisti. La politica di persone che sono più avanti con l’età è più speculativa e non del programmare. L’essere umano è necessariamente egoista per sopravvivenza. Ma noi dobbiamo pensare ai nostri figli, altrimenti saranno costretti ad andare via da questo Paese». Barile, da economista, traccia un quadro preoccupante dell’Irpinia «dove non assistiamo ad una crescita da tempo. Perciò votare Sì non è una scelta di sinistra o di destra ma rappresenta una scelta razionale e illuminata per dare stabilità a questo Paese. Oggi il M5S è maggioranza nel paese e se Renzi non modifica la legge elettorale perde».
Sgombra i timori anche su possibili derive totalitarie:«chi lo dice lo sa che non è possibile. L’unica cosa che molti temono, ma non è il M5S, è di subire una perdita di posizione. Per questo voto Sì. In questo Paese non si sa mai chi è colpevole. Non ne possiamo più di questo scaricabarile, ma Renzi, che non stimo, ci sta mettendo la faccia e non si tira indietro».
Ad introdurre i lavori l’ex consigliere Tonino Acerra che ha evidenziato come la complessità del tema richieda un dibattito, sottolineando perciò come l’associazione nei giorni precedenti abbia incontrato anche i sostenitori del No.
Non ha dubbi su come votare l’avvocato e delegato al marketing Flavio Pascarosa: «La mia posizione è per il sì perché rappresenta un’occasione storica per cambiare l’Italia e il nostro Paese. I sostenitori del No sono quelli che per vari motivi nei decenni scorsi non sono riusciti a portare tale riforma a compimento». Pascarosa evidenzia le difficoltà ataviche che vive il Paese, dalla giustizia alla scuola alla sanità: «Dall’altra parte c’è solo un’accozzaglia che ha Renzi come bersaglio. Ci parla di deriva autoritaria dice falsità e mira solo a destabilizzare il Governo».
Tra il pubblico presente il sindaco Paolo Spagnuolo, che prima di un momento conviviale, ha colto l’occasione per spiegare la sua posizione rispetto all’appuntamento di domenica 4 dicembre: «Sono più orientato a votare per il Sì. In queste settimane ho ascoltato le ragioni dei due schieramenti. In linea con l’attività di primo cittadino ritengo che bisogna modernizzare il Paese e l’azione intrapresa da Renzi di sburocratizzare, snellire e modernizzare l’Italia non può non essere sostenuta. Non condivido che da parte dei sostenitori del No si sia strumentalizzato questo referendum per invitare gli italiani ad esprimere un voto sul Governo e di creare confusione tra legge elettorale e riforma costituzionale».
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