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Amministrative 2017, Giuseppe Spagnuolo attacca il sindaco uscente: «Ha avuto 4 anni per sviluppare la sua azione amministrativa libero da ingerenze politiche. Ma non ha fatto nulla e oggi racconta solo storielle non vere». FOTO

Pubblicato in data: 29/5/2017 alle ore:08:00 • Categoria: Politica

«Ha avuto 4 anni per sviluppare la sua azione amministrativa visto che si era liberato da ingerenze politiche. Ma se dopo 4 anni oggi dice che si deve scusare degli errori, gli errori sono i suoi e derivano dalle sue scelte». E’ l’affondo che il candidato sindaco di “ScegliAmo Atripalda” Giuseppe Spagnuolo ha lanciato ieri mattina, durante l’incontro pubblico svoltosi presso l’ex sala consiliare di piazza Sparavigna, al sindaco Paolo Spagnuolo. Secondo il consigliere dell’Udc, il primo cittadino sarebbe animato solo da sete di carriera politica, andando in giro a raccontare storielle che risultano poi non vere.
«E’ una campagna elettorale un po’ anomala. Ci confrontiamo con un‘amministrazione uscente e il primo che ha fatto tabula rasa dell’amministrazione è proprio il sindaco che ha bocciato un po’ tutti salvandone solo un paio. Dobbiamo ricordare agli atripaldesi in questi 15 giorni che restano cosa lascia l’amministrazione uscente rispetto alla storielle che sta raccontando il sindaco. Due mesi fa aveva impostato un ragionamento diverso anche nell’assemblea cittadina del Pd, in questo suo percorso tra i vari partiti. Portò un resoconto in quell’assemblea, ma dopo un mese o due si è reso conto che quella storia era improponibile, che non poteva raccontarla a nessuno. E ha costruito così un’altra storia,del ragazzo inesperto e ingenuo che cinque anni fa si è trovato in un caso più grande di lui e poi ha avuto un moto di ribellione e ora farà quello che non ha fatto. Un storia campata in aria. Nel 2012 Paolo Spagnuolo ha voluto fortemente la candidatura dei partiti in questa città. Candidato dall’Udc in un patto con iPd, socialisti e Fli. La politica scelse Paolo che si era proposto con insistenza e caparbietà in questo patto tra partiti. Nel momento in cui riceve la fiducia della città dovrebbe invece proseguire. Invece dopo 8 mesi cambia partito per sottrarsi a queste grandi interferenze che dice di ricevere dai partiti. Ha avuto 4 anni per sviluppare la sua azione visto che si era liberato da queste ingerenze. Ma se dopo 4 anni oggi dice che si deve scusare degli errori, gli errori sono i suoi e derivano dalle sue scelte. Un sindaco che in cinque anni ha perso il contatto con la città perché qualcuno doveva fare questo al posto suo, allora questo non è responsabilità del sindaco? Questa è una storiella che si è costruito, di non avere responsabilità. Ha avuto invece mani libere su tutto. Poi tutti i provvedimenti assunti senza consultare la città come sull’isola pedonale. Non si può spacciare come capacità amministrativa inoltre il tornare sui propri passi. E poi non si fanno cose senza guardare al passato quando si sono fatte molte cose positive e la città era migliore di come la vediamo oggi. Questa è la storia che Paolo si è raccontato per costruirsi. E’ la storia di una persona che vuole fare una sua carriera politica, prendendo scorciatoie come individuare il partito che potrebbe dargli più spazio attraverso la carica di sindaco di Atripalda,che gli può essere utile per scavalcare posizioni. Questo l’hanno capito tutti e ci raccontasse questa storia e non altre. Per questo combatterà fino all’ultimo voto. Le nostre storie invece sono diverse presentandoci in maniera più trasparente possibile. Dobbiamo farci apprezzare nel modo più trasparente. Guardiamo ai fatti più che alle parole».
Prima di lui a prendere la parola alcuni dei candidati della lista al Consiglio comunale. L’esponente democrat Tony Troisi, già più volte assessore della città, ha spiegato le ragioni della candidatura ripercorrendo le varie fasi che hanno portato alla nascita del listone «con lo spirito giusto. E’ venuta fuori una visione futura della città che da oggi comunicheremo a voi cittadini. Ognuno di noi vuole dare un contributo per rilanciare Atripalda dal punto di vista economico e sociale. Sono sotto gli occhi di tutti le condizioni in cui versa la città, tra erbacce e rifiuti non raccolti. Non sappiamo perché la strada via Orto dei Preti è ancora chiusa, le grondaie di Alvanite rovinate. Sono passati cinque anni. Un bilancio che dicono che era stato risanato oggi invece non consente di fare certe cose. “La gestione scellerata” in 35 anni, così come accusano, invece ha portato a tante cose. Abbiamo perso tante cose in questi cinque anni. Con entusiasmo vogliamo rilanciare Atripalda. Non si capisce perché oggi Giullarte non si può fare più eppure catapultava in città migliaia di persone. Dobbiamo recuperare il ruolo che Atripalda ha avuto nella Valle del Sabato e nell’Area Vasta come punto di riferimento. Non nelle segreterie politiche ma queste persone, che si sono confrontate anche aspramente, scegliendo per competenza, serietà e professionalità l’amico Geppino Spagnuolo. Il suo nome non l’ha deciso le segreterie politiche. Volevamo una lista fortemente rinnovata. Oltre me e qualche altro, abbiamo ben undici nuovi candidati. Noi volevamo garantire contemporaneamente rinnovamento, entusiasmo ma anche garanzia per il governo della città. Abbiamo una lista ricca di competenze e professionalità per questo motivo chiedo il voto. Abbiamo inoltre sottoscritto un patto per il governo di questa città che noi ci impegniamo ad onorare, che in qualche modo cercheremo di portare avanti e che una volta eletto nessuno di noi potrà cambiare schieramento. L’amministrazione non è un mercato ma è espressione del voto dei cittadini».
Il capogruppo uscente di Fi, Massimiliano Del Mauro denuncia le false notizie e i veleni della campagna elettorale: «avrei voluto iniziare ingaggiando una rissa con Antonacci, ma pensavo che non mi conviene e la stessa cosa pensavo tra Nancy Palladino e Anna Nazzaro che si tiravano i capelli. Inizia cosi la campagna elettorale ad Atripalda, in cui si tenta di spostare la discussione su altri problemi e di evidenziare separazioni all’interno della lista che non ci sono,che invece trae spunti dall’eterogeneità. Una ricchezza. Il sindaco uscente ha trovato questa genialità: non avendo fatto nulla si scusa con la città di essere stato ostacolato dalle segreterie politiche. Oggi dimentica a quale partito politico appartiene, avendone girati in pochi anni una decina. Il sindaco uscente non può addebitare responsabilità a nessuno. E’ lui l’unico responsabile di un quinquennio fallimentare e non può addebitare le sue colpe a nessuno. Ha potuto agire in modo indisturbato, nessuno mai aveva avuto prima tutta questa possibilità. Vedi il caso della gestione del personale comunale. Le responsabilità sono tutte sue. E’ giusto che venga smontato questo suo falso messaggio alla città. Anche il risanamento del bilancio con cifre fantasiose sull’utilizzo degli autovelox mai partiti. Il sindaco si presenta alle elezioni senza aver approvato il bilancio di previsione e il Consuntivo 2016 perché lo dovrebbe approvare con svariati milioni di debiti e non sa come approvarlo. Questa è la vera realtà in cui versano i conti. Il sindaco Spagnuolo lascia un città in cui non si è concluso nulla. Non lascia nulla segno che non c’era un’idea della città». Poi conclude così «Atripalda non è la città che ci consegna questo sindaco. Se Paolo Spagnuolo ci consegna un paese migliorato allora avete diritto di rivotarlo, ma se non è così l’unico volto per cambiare è quello a Geppino Spagnuolo. Ci proponiamo di amministrare la città nei prossimi cinque anni come Paolo Spagnuolo l’ha amministrata negli ultimi cinque giorni con tanti lavori in cantiere».
La candidata Giuliana De Vinco infine: «In questi cinque anni ce la siamo vista nera. La nostra prerogativa sarà di riavvicinarsi alla popolazione, riguadagnarci la fiducia e il rispetto. Non è trasparente racimolare il consenso facendo i lavori negli ultimi giorni. Non è corretto. Quello che ci proponiamo è creare una sinergia con gli atripaldesi, passo dopo passo. Stiamo subendo quello che succede nel tempo senza risolvere le problematiche. Dal 12 giugno la nostra prerogativa sarà quella di fare e di progettare Atripalda. Parafrasando una frase del sindaco dico: Io la sera voglio andare in piazza e guardare negli occhi i cittadini per capire se stiamo facendo bene o male».

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