Va deserta la prima asta pubblica per la vendita del Mercatino rionale di via Marino Caracciolo ad Atripalda
Pubblicato in data: 24/10/2019 alle ore:06:00 • Categoria: Attualità •Va deserta la prima asta pubblica per la vendita del Mercatino rionale di via Marino Caracciolo ad Atripalda. Nessuna offerta di acquisto è pervenuta ieri a Palazzo di città.
L’edificio già era stato posto in vendita nella precedente consiliatura senza sortire però l’effetto sperato. L’asta pubblica era fissata per ieri mattina alle ore 10,00 presso la Sede comunale con il metodo dell’offerta segreta da confrontarsi con il prezzo base indicato nell’avviso d’asta, senza possibilità di offerte in aumento in sede di gara. Ma nessun potenziale acquirente si è presentato al Comune.
Una vendita decisa dall’amministrazione del sindaco Giuseppe Spagnuolo per sanare i conti in rosso del bilancio comunale. Il locale commerciale, sito alla via Marino Caracciolo, riportato nel NCU al fg. 5 particella 1215, sub 1, cat. C 1 , classe 3, consistenza catastale di mg. 770,00 era posto in vendita ad un prezzo a base d’asta di 616.000,00 euro. Ora l’Amministrazione dovrà decide se procedere ad una nuovo tentativo di alienazione procedendo ad un ribasso del 10% dell’importo.
A questa seguirà a breve anche il bando di gara per la vendita del Centro Servizi per le Pmi di via San Lorenzo per il quale è prevista un’integrazione al piano di alienazione che sarà discusso nel prossimo consiglio comunale convocato per il 31 ottobre. Alienazione del Centro Servizi di via San Lorenzo che avverrà per un importo stimato di 2 milioni e 450mila euro.
Entrambe le vendite del Mercatino rionale e del Centro Servizi rientrano nel Piano anti-dissesto predisposto dall’Amministrazione Spagnuolo per far fronte alle difficoltà economiche che vive l’Ente di piazza Municipio a seguito di debiti fuori bilancio per sentenze passate in giudicato, come l’ultima di oltre un milione di euro legata all’esproprio del terreno alla famiglia Gengaro proprio per realizzare il Centro Servizi. Un doppia vendita quindi per superare le carenze di bilancio e poter investire sulla città. «Proviamo di nuovo a vederlo per raggiungere un certo equilibrio dei conti del comune – ha illustrato in aula prima dell’estate il sindaco – anche a seguito del disavanzo iniziale, la cancellazione delle cartelle esattoriali governative sotto un milione di euro, le varie sentenze di debiti fuori bilancio che sono arrivate in questi anni come quella a favore della Impregilo Partecipazione Spa (Imprepar) per la realizzazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica a contrada Alvanite per oltre un milione di euro e la sentenza Gengaro, sempre per oltre un milione di euro, per gli espropri dei terreni per realizzare proprio il Centro Servizi. Per cui per evitare di dover mettere mano alle aliquote ed entrate tributarie comunali, ci sembra necessario riprovare a vedere se c’è la possibilità di alienare questo immobile».
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