gioved� 28 marzo 2024
Flash news:   Nuovo cartello d’ingresso alla villa comunale “don Giuseppe Diana” La Scandone Avellino cade a Messina DelFes, il nuovo presidente è Giuseppe Lombardi Sabato sera lupi in campo contro Picerno Inchiesta appalti al Comune di Avellino, il sindaco Gianluca Festa si dimette Domenica delle Palme, tanti fedeli per la benedizione e la Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Foto “Ogni donna” racconti di successi e rinascite L’avvocato Lenzi nuovo Amministratore Unico dell’Alto Calore “Scuole Sicure”, nuove telecamere nei pressi della media Masi Il Consiglio comunale di Atripalda conferirà la cittadinanza onoraria al professore Sabino Cassese

Riflessione sulla Liturgia della III Domenica di Quaresima

Pubblicato in data: 15/3/2020 alle ore:20:38 • Categoria: Attualità
 
La celebrazione della terza domenica di Quaresima coincide con questo momento particolarmente difficile e delicato che stiamo vivendo a causa dell’emergenza Coronavirus, un momento in cui, come Chiesa, per il bene nostro e di tutte le persone a noi affidate, e per offrire la nostra piena collaborazione per l’arresto del contagio, abbiamo sospeso le celebrazioni eucaristiche con la presenza di tutti voi fedeli. Lo sappiamo, ci è costato e ci costa questa decisione, ma vogliamo offrire questo sacrificio, il digiuno eucaristico di tanti di voi, per la salvezza della nostra gente, perché il Signore trasformi le nostre rinuncie e il nostro sacrificio in una sovrabbondante effusione di bontà e di misericordia, guarendo, risollevando, confortando, sanando quanti sono afflitti da questo virus
Oggi, come avviene già da lunedì scorso, ho celebrare privatamente la S. Messa, nella nostra Chiesa parrocchiale, offrendola per tutta la nostra comunità, per tanti di voi con i quali non ci vediamo da giorni, per quanti mi stanno seguendo sui social, per tutti gli ammalati e i contagiati, per i medici e gli operatori sanitari che ormai ininterrottamente si spendono per assistere i malati, per coloro che vivono nella paura e nello sconforto, per quanti si sentono tristi e soli, per quanti ci hanno lasciati colpiti da questo terribile virus. Mentre porto sull’altare i vostri bisogni e tutte le nostre preghiere, voglio sussurrare ancora una volta alle orecchie del vostro cuore parole di speranza incoraggiandovi ad avere fiducia nel Signore, affidandoci a Lui, Buon Pastore, Buon Samaritano, Medico dei corpi e delle anime.
La parola di questa domenica sembra fatta apposta per noi, viene a parlare ai nostri cuori e a ricaricarci dopo giorni tristi e faticosi, e ci dona la forza per proseguire il cammino sentendo nella nostra vita la presenza di Gesù Cristo, Salvatore dell’uomo. Nella prima lettura (Es 17, 3-7) il popolo d’Israele che soffriva la sete per la mancanza di acqua, si ribellò contro Dio e non ebbe fede in lui. Ma il Signore disse al suo servo Mosè: “Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo e và! Ecco io starò davanti a te là sulla roccia…tu batterai sulla roccia e ne uscirà acqua e il popolo berrà”. Carissimi, Egli sta dinanzi a noi, ci chiede di seguirlo con fiducia anche nei momenti più difficili della vita, di portare con fede il peso della croce e della tribolazione, perché berremo ancora della sua acqua, attingeremo di nuovo al pozzo dell’amore e della speranza. Sarà capitato anche a noi, forse proprio in queste ore, mentre vediamo strade deserte e ci circonda un silenzio struggente, di mormorare contro di Lui, di non avere più fiducia in Lui e come gli Israeliti ci siamo domandati “Il Signore è in mezzo a noi sì o no?”.Sì, gridiamolo al nostro cuore: Egli è con noi e non ci abbandona. Ci ha messo accanto la Chiesa, la comunità dei credenti, servi e ministri del Signore che anche nel deserto, nelle nuove Massa e Meriba, tra lotte e tentazioni, con il bastone della loro fede e della speranza che non delude, come Mosè, bussano al cuore misericordioso del Padre per ottenere l’acqua che disseta.
Anche la pagina del Vangelo (Gv 4,5-42), ci conforta e ci illumina. L’incontro tra Gesù e la Samaritana al pozzo di Giacobbe ha tante cose da insegnarci in questo momento. Alla donna Samaritana Gesù rivolge questo annuncio che non solo apre il cuore al dono della fede ma oggi, con lei, tutti noi accogliamo dalle labbra di Gesù quella promessa: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua”. Chiediamolo senza mai stancarci in questi giorni: Signore abbiamo sete di te, di pace, di salute, di serenità…vieni a darci l’acqua viva nelle arsure della nostra vita…del nostro tempo…di questo tempo. Inoltre Gesù le dice: “Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità”. Come ci sta mancando il Tempio, la casa di Dio, anche nella sua materialità, come ci manca la celebrazione con la sua ritualità, i suoi gesti, i suoi segni. A noi Gesù oggi ricorda che in questo momento, seppur le porte dei nostri luoghi sacri sono chiuse, seppur per senso di responsabilità non riusciamo ad andare nelle nostre Chiese, possiamo adorare Gesù Cristo nel silenzio e nella verità del nostro cuore, nella povertà e nella fragilità della nostra vita, delle nostre stanze, dei nostri affetti. Dio lo incontri dove sei tu, dov’è la tua storia, dov’è la tua vita. Non avere paura: Se tu sei con lui, Egli è con te….quando lotti, soffri e speri Egli è con te…quando vivi l’arduo combattimento della fede Egli è con te.
Infine mi piace ricordare il bellissimo passaggio che Gesù fa in questo brano evangelico finendo per consegnarci una poesia di speranza che apre i cuori all’attesa…l’attesa che il chicco posto nella terra di questa Quaresima germoglierà e porterà frutto. Dice Gesù: “Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete”.
Sì, dobbiamo necessariamente alzare lo sguardo, lo dobbiamo fare soprattutto per i nostri figli, per tanti giovani e ragazzi. Guai se ci arrendiamo: arriverà Pasqua, arriverà di nuovo l’estate, ci sarà di nuovo la mietitura e come il contadino saggio e prudente aspetteremo di scendere di nuovo sull’aia per raccogliere e assemblare i frutti, per ricevere il salario, per fare di nuovo festa. Perché insieme ce la faremo…perché andrà tutto bene.
 
  1. Don Ranieri Picone
Print Friendly, PDF & Email
Ti È piaciuto questo articolo? Votalo adesso!


Non saranno pubblicati commenti offensivi, diffamanti o lesivi della dignità umana e professionale di amministratori, politici o semplici cittadini. La redazione di AtripaldaNews si riserva la possibilità di pubblicare solo parte del contenuto, procedendo a tagliare le frasi offensive. Invitiamo i nostri lettori, nel rispetto delle regole di una società civile, a firmare con nome e cognome i propri commenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *