Idea Atripalda traccia un dossier sulla pandemia:”Piano di Emergenza Comunale datato e altre criticità legate alla scarsa organizzazione della macchina amministrativa”
Pubblicato in data: 20/6/2020 alle ore:07:30 • Categoria: Attualità •
“Durante la guerra c’era una voglia di ballare che faceva luce”. E’ questa la frase di Francesco Guccini diventata celebre durante la Fase 1, espressione intrisa di speranza a cui ci siamo voluti aggrappare sin dal primo giorno, consapevoli che quello che stavamo vivendo non era una semplice fase, ma un vero e proprio spartiacque. Come IDEA Atripalda abbiamo da subito voluto collaborare fattivamente con proposte, come quella dell’8 Marzo, con la quale per primi abbiamo chiesto l’attivazione del Centro Operativo Comunale (COC) ma dando, allo stesso tempo, la nostra piena disponibilità nel collaborare attivamente in fase organizzativa e realizzativa, dando così vita alla rete di volontari conosciuta come ATRIPALDA SOLIDALE.
Tanti i pensieri e le perplessità raccolte durante il lockdown, tante le cose che avremmo voluto modificare e migliorare. Questo dossier non ha nessuna presunzione, ma ha solo l‘intento di mettere insieme tutti quei tasselli che non ci hanno convinto e che, dalla nostra prospettiva, debbono essere cambiati. Difficoltà che magari già erano presenti, ma che con il Covid-19 sono emerse in maniera evidente. Il nostro obiettivo è di analizzare un sistema che è andato sotto sforzo e quantomeno dire la nostra su questi tortuosi mesi.
welfare
Durante l’emergenza il nostro paese ha visto varare, a tutti suoi livelli, nuove forme di assistenza, mostrando quanto, nella maggior parte dei casi, non fossimo abituati ad aiutare chi fosse in uno stato di fragilità. Questo aspetto negativo ci aiuta a rivolgere uno sguardo al futuro. Infatti crediamo che sia necessario immaginare diversamente il “welfare”. Il Covid-19 ci ha evidenziato quanto importanti siano delle scelte politiche rivolte ad un equità sociale. In questo campo va fatto un investimento economico e soprattutto umano, senza tralasciare nessuna della categorie indicate dalla legge 328/2000, e, per la Campania, dalla legge 11/2017.
Sicuramente dalla crisi emerge che la nostra cittadina è per lo più popolata da over 60 e per questo va pensato un serio piano di assistenza agli anziani, fornendo dei servizi facilmente fruibili e reperibili. Non va dimenticato, però, che, nella maggior parte dei casi, gli anziani non utilizzano i social come mezzo di informazione; è dunque necessario individuare nuovi strumenti che permettano di raggiungere tutti. Inoltre, con il lockdown anche i minori hanno vissuto momenti di difficoltà, venendo spesso messi da parte.
Primo fra tutti ci preoccupa la mancanza della scuola negli ultimi mesi, sia per la socialità che per una questione culturale. Bisogna intervenire per vincere la povertà educativa. Ad ogni modo, su questa e su altre categorie del welfare si possono intercettare i bisogni della cittadina attraverso il metodo europeo della progettazione partecipata e del dialogo strutturato, ovvero insentificando la presenza degli assistenti sociali e favorendo la collaborazione con il piano di zona.
Per essere pronti in tempi straordinari bisogna organizzarsi nei tempi ordinari, per non escludere nessuno o, come tante volte abbiamo affermato durante la fase 1, “non lasciare nessuno indietro”.
protezione civile
L’Italia si è ritrovata a dover fronteggiare un disastro sanitario ed economico al quale non era preparata; le stesse difficoltà sono state riscontrate in ambito locale, seppur con un carico di responsabilità minore, ma non meno importante.
Ci rendiamo conto che fosse alquanto difficile prevedere una tale situazione, tuttavia farsi trovare preparati da un punto di vista logistico appariva comunque necessario. Enormi difficoltà emergono proprio dalla scarsa organizzazione della macchina amministrativa, ma soprattutto da una scarsa conoscenza del territorio, delle sue problematiche e soprattutto dei suoi cittadini.
Si richiedeva una certa preparazione (non in senso preventivo, ma formativo) accompagnata da pragmatismo, che purtroppo, se dobbiamo essere obiettivi, non abbiamo riscontrato. Nota dolente al riguardo risulta essere soprattutto la presenza di un Piano di Emergenza Comunale datato, e del quale non è mai stata fatta una vera simulazione sul campo (stando agli atti comunali). Solleviamo inoltre l’assoluta urgenza di inserire, nello stesso, un piano relativo alle epidemie, del quale quello attuale risulta carente.
Queste mancanze, come ben si poteva intuire, hanno determinato una serie di difficoltà nello sviluppo delle attività rimesse al Gruppo di Protezione Civile. Difficoltà che si accompagnano ad ulteriori criticità, come l’assenza di mezzi forniti al gruppo o una sede inadeguata per lo svolgimento delle attività necessarie, come la conservazione e la gestione dei prodotti alimentari.
Ci rendiamo conto che la situazione era imprevedibile e di difficile gestione, tuttavia dalla delegata alla Protezione Civile, in quanto figura istituzionale a livello comunale, ci aspettavamo una precisione maggiore. La puntualità delle comunicazioni e la chiarezza delle stesse, specie in queste emergenze, risulta assolutamente necessaria.
E’ anche doveroso sottolineare come le varie amministrazioni comunali che si sono seguite nel corso degli anni non abbiano messo a disposizione dei volontari corsi di formazione. Questi risultano strumenti utili, anzi necessari, a trasformare la volontà di uomini e donne in azioni puntuali ed avvedute, in modo da non lasciare nulla al caso ed essere pronti a soddisfare con efficienza ogni esigenza manifestata. Si può ben intuire come rimettersi ad un unico corso formativo svolto, da quanto ci risulta, al momento della costituzione del gruppo stesso (2008), non possa bastare.
Invitiamo dunque a fornire al più presto ai volontari un corso di aggiornamento, che includa anche una preparazione sulla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. In questo modo sarà più semplice intercettare nuove forze per consolidare il gruppo, anche nei più giovani.
Gestione alimentare
La riflessione si presenta particolarmente delicata, sia ponendo l’attenzione sull’attuale crisi economica, che ha visto nascere nuove persone in stato di bisogno, sia in relazione alla gestione dei pacchi solidali, specie a causa della scarsa preparazione e cooperazione.
Molti sono gli interrogativi che ci siamo posti, altrettante sono le perplessità che abbiamo avanzato in ordine al criterio di erogazione del pacco e di individuazione del soggetto in difficoltà. Purtroppo, ad oggi possiamo considerare questa come la più grave manifestazione di inefficienza nella gestione dell’emergenza; di conseguenza, non si è riusciti a ricoprire in maniera capillare ogni cittadino in difficoltà, soprattutto considerando la complessità nell’individuazione e divulgazione alla comunità del criterio adottato per l’attribuzione del pacco alimentare.
Ci risulta particolarmente sconcertante come ancora oggi ai cittadini non sia stato spiegato in maniera pubblica e trasparente il criterio di attribuzione del pacco solidale. Tra l’altro, pare che non si sia riusciti ad elaborare un elenco digitalizzato dei beneficiari, in modo tale da poter anche facilitare l’automatica attribuzione di un secondo o terzo pacco allo scadere dei tempi stabiliti.
Inoltre potremmo parlare dell’inadeguatezza degli spazi, dell’ostinazione a reperire aiuti alimentari dalle catene di supermercati, anche quando ciò non appariva necessario, alla luce della quantità importante di cibo presente nei magazzini, e della poca flessibilità nei tempi di concessione dell’aiuto alimentare.
Ci siamo ripromessi di non mettere in luce solo gli aspetti negativi, ma di proporre contestualmente soluzioni, oltre quelle già avanzate durante il periodo di lockdown. È semplice intuire come avanzare nuove proposte ora parrebbe poco utile, considerando ormai che la parte critica dell’emergenza si può dire superata; piuttosto, ci auguriamo che i rifornimenti alimentari ottenuti con aiuti di vario tipo possano essere utilizzati in maniera coscienziosa e senza eccessiva rigidità.
IDEA Atripalda





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