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Sinistra Italiana Atripalda lancia l’allarme: «Chiudono le banche, altro che Città dei Mercanti»

Pubblicato in data: 4/7/2020 alle ore:08:42 • Categoria: Al Centro per Atripalda, Attualità, Politica, Sinistra Arcobaleno

«Chiudono le banche, altro che Città dei Mercanti». Parte da qui il nuovo affondo all’Amministrazione Spagnuolo e alle sue politiche economiche di governo della città da parte di “Sinistra Italiana Atripalda”.
Gli esponenti della sinistra atripaldese che si riconoscono intorno alla figura dell’ex assessore Luigi Adamo, tracciano una riflessione sullo stato di salute dell’economia della cittadina del Sabato prendendo spunto, da una chiusura, dopo l’altra, degli istituti bancari sul territorio.
«Da alcuni giorni la filiale dell’Unicredit in piazza Umberto non effettua più il servizio di cassa, fornendo esclusivamente consulenza. Per versamenti e prelevamenti è attivo lo sportello automatico esterno – scrive Sinistra Italiana -. Dopo la chiusura del Banco di Napoli in piazza, accorpato alla filiale di via Appia, e la chiusura del Monte dei Paschi di Siena in via Appia, con l’istallazione dello sportello bancomat in via Manfredi, continua la fuga dalla città da parte delle banche». Un brutto segnale secondo gli esponenti della sinistra, termometro della crisi economica. «Quando questo accade, vuol dire che c’è un grosso problema di economia reale, che spinge gli istituti ad abbandonare zone poco redditizie. Altro che Città dei Mercanti».
Gli esponenti aveva già criticato settimane fa proprio la campagna di comunicazione voluta dall’Amministrazione e dell’Assessorato al Commercio, criticando lo spot promozionale realizzato per rilanciare il commercio cittadino nella Fase 3 post Covid-19. «Le incredibili manifestazioni di qualche sabato sera fa ad Avellino che hanno visto protagonista il sindaco che, comunque andrà a finire, sarà un sindaco dimezzato in quanto screditato dalla bravata commessa, segnalano che un problema, in realtà, c’è. Il problema è il disorientamento che esiste tra i cittadini, soprattutto tra i giovani che sono confusi tra il forte impulso a riprendere la normalità della propria esistenza accompagnato spesso da una buona dose di fatalismo ed incoscienza, e i messaggi contraddittori delle istituzioni che chiedono continuamente prudenza ma poi, con i loro rappresentanti, cedono alle lusinghe del consenso e assecondano anche gli atteggiamenti più rischiosi. E allora la soluzione è non perdere la testa e semplicemente provare a fare tesoro degli evidenti segnali che abbiamo ricevuto da questa vicenda che, a immaginarla sei mesi fa, sarebbe sembrata il racconto di un film di fantascienza di quelli spaventosi che narrano della natura che si ribella all’uomo. E ancora non ne siamo usciti. Se due mesi di forzata inattività dell’uomo ci hanno restituito una natura simile a quella che può ricordare solo chi oggi sfiora la terza età, significa che non ci vuole molto a cancellare i segni dell’arroganza dell’uomo contemporaneo. E allora perché ricominciare esattamente come prima? Bisogna rallentare, non inquinare, rispettare gli altri». E poi le critiche all’operato dell’Amministrazione: «E invece ad Atripalda il primo pensiero dopo il lockdown è stato “catramare” il Parco delle Acacie. Chi occupa incarichi di responsabilità per primo deve cambiare il registro comunicativo soprattutto con i giovani. I suoi messaggi devono essere coraggiosi e innovativi, devono invitare a comportamenti virtuosi, non a rincorrere pedissequamente le mode. E il messaggio volgare stampato sulla maglietta che il protagonista dello spot “Atripalda città dei Mercanti” indossa all’inizio del filmato promozionale è tutto tranne che innovativo, anzi, è purtroppo indicativo delle dubbie capacità comunicative dell’Amministrazione di Atripalda. E ci abbiamo messo anche parecchi soldi pubblici, che di questi tempi! E, soprattutto, le donne dell’amministrazione Mute!».

 

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