sabato 15 novembre 2025
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Degrado a contrada Alvanite, nuova protesta dei residenti. Foto

Pubblicato in data: 27/8/2020 alle ore:08:07 • Categoria: Attualità

«Siamo quasi a settembre ma nulla è stato fatto finora di quanto promesso mentre il quartiere muore nel degrado». Una nuova e vibrante denuncia sullo stato di abbandono in cui versa contrada Alvanite ad Atripalda arriva dai residenti.
Mini discariche abusive ovunque, palazzine pericolose a seguito del distacco di calcinacci e marmi dai balconi avvenuto mesi fa, tegole saltate dai tetti che mettono in serio pericolo l’incolumità delle tantissime famiglie che vivono nel popoloso quartiere periferico della cittadina del Sabato.
«Non è stato fatto nulla in questi mesi dopo l’intervento dei vigili del fuoco  – racconta il signor Antonio Vitiello -. Siamo giunti a settembre mentre le coperture dei palazzi presentato diverse tegole rotte e pericolose che potrebbero cadere giù da un momento all’altro. Non sono stati rimossi neanche i rifiuti abbandonati in modo abusivo in piccole aree ai bordi delle strade del quartiere».
I residenti evidenziano anche la mancata attivazione del ”Centro Domenico Piscopo” intitolato al compianto e amato sindaco, la cui insegna versa nel più totale abbandono. Non è stata riattivata neanche la salumeria che prima offriva un servizio agli abitanti delle 17 palazzine comunali costruite nel posto sisma dell’80.
Ma è proprio sulla sicurezza degli edifici che si concentra da mesi la battaglia del signor Vitiello.
«Nessuno parla più di effettuare una verifica sulla sicurezza dei prefabbricati pesanti di contrada Alvanite – incalza il signor Antonio Vitiello, promotore anche di una petizione e di un incontro pubblico -. Con la petizione raccolsi 150 firme per chiedere che venisse fatta una verifica sugli edifici. Non è possibile che dopo 30 anni non si facciano delle verifiche. In questi anni non è stata fatto neanche un intervento di manutenzione ordinaria. La sicurezza degli edifici è al primo punto ma oggi nessuno ne parla. Avevamo richiesto in primis che fosse effettuata una verifica sui palazzi, e che fosse data per iscritto la riposta. Come si fa a dire che questi edifici, costruiti circa 40 anni fa, rispondono alla normativa attuale? Vogliamo che si accerti se le case in cui viviamo siano sicure, se vanno bene o si debbano abbattere o se va effettuata una manutenzione ordinaria o straordinaria. Basta guardare le palazzine per capire che non è stata mai fatta la manutenzione ordinaria. Ferri che escono fuori dal cemento, infiltrazioni di acqua in tutte le case, grondaie e coperture dei tetti da rifare attendono ancora una risposta. Per cui attendiamo ora che si intervenga quanto prima».

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