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Regionali, parla l’ex vicesindaco Luigi Tuccia: «Riparto dall’ambientalismo dopo tre anni di riflessione»

Pubblicato in data: 4/9/2020 alle ore:15:45 • Categoria: Politica

«Le Regionali rappresentano il punto di partenza in Irpinia. Il nostro obiettivo è radicarci sul territorio. Sono il responsabile di questa avventura e ciò mi carica di maggiori responsabilità».
Luigi Tuccia è il capolista dei Verdi nella corsa alle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Campania. L’ex vicesindaco di Atripalda, più volte assessore all’Urbanistica e all’Ambiente della cittadina del Sabato, nonché consigliere provinciale a Palazzo Caracciolo, non candidatosi alle ultime amministrative, corre in Irpinia con la lista dei Verdi-Europa Verde a sostegno della candidatura di Vincenzo De Luca alla presidenza della Giunta Regionale. Dopo lo strappo con il Pd e la mancata candidatura a sindaco oggi l’approdo nei Verdi.
«Ho trascorso tre anni di “esilio”, nei quali ho ragionato a lungo cercando di capire anche gli errori commessi. Poi ho accolto l’invito ricevuto da Donato Lettieri e dal consigliere regionale uscente Francesco Emilio Borrelli di partecipare a questa campagna elettorale. Ho deciso di scendere di nuovo in campo per dare una mano nella direzione della tutela dell’ambiente. Dopo l’emergenza Covid l’ambiente finalmente si è riappropriato del suo mondo mentre il sistema della globalizzazione sotto l’aspetto economico è fallito. Oggi c’è bisogno di una rimodulazione del sistema e l’emergenza, nata da uno squilibrio mondiale, deve farci riflettere sulle azioni messe in campo finora e su quello che dovremo fare in futuro. Abbiamo una grande occasione con i finanziamenti europei da poter mettere in campo puntando su una sanità pubblica più efficiente ed efficace rispetto a quella privata, alle produzioni agricole locali, all’artigianato, ai trasporti pubblici, alla banda larga per le aree interne svantaggiate, alla sburocratizzazione della macchina amministrativa e alla ricerca cercando di riportare in Italia e in Europa le attività strategiche che abbiamo delocalizzato. Non possiamo più accettare che stati e imprese producano senza rispettare l’ambiente e la salute dei lavoratori e dei cittadini. C’è bisogno di un rilancio dell’economia sotto l’aspetto di una maggiore equità sociale e ambientale».
Lei è stato sempre un esponente di spicco non solo cittadino ma anche consigliere provinciale del Pd. Alla Regionali ha invece deciso di candidarsi con i Verdi consumando così l’ennesimo strappo a via Tagliamento.
«Le regioni di questa mia scelta sono semplici. Quando in un partito non si rispettano più le regole quel partito non esiste più. Ricordo che tre anni fa ero stato indicato all’unanimità dall’assemblea degli iscritti al Pd quale candidato sindaco dei democratici ad Atripalda per correre con il simbolo del Pd. Poi non ho capito più nulla. La stessa cosa già era successa nel 2009. Evidentemente non ero gradito nel partito. Poi sono stato in disparte per tre anni fino a condividere oggi l’impegno con i Verdi».

L’ennesimo strappo in via Tagliamento che ha preceduto le polemiche scoppiate anche nella composizione del listino provinciale dei democrat.
«Non entro nel merito oggi di quanto successo e deciso a via Tagliamento. Nel 2017 facevo parte del Pd e posso parlare di cosa mi è successo, oggi invece sto facendo altro».

Urbanistica e salvaguardia dell’ambiente sono da sempre i temi al centro del suo impegno politico.
«Sia per la mia professione che per il ruolo ricoperto da assessore e consigliere provinciale ho sempre lavorato in questa direzione, portando avanti il discorso della riqualificazione del fiume Sabato con la battaglia sul flusso minimo vitale attraverso il Contratto di Fiume del 2015-16, mettendo insieme 34 comuni per i fiumi provinciali. Da consigliere provinciale mi sono battuto per l’acqua pubblica, sull’ampliamento dello Stir chiesi in Consiglio provinciale che avvenisse solo dopo un monitoraggio ambientale, acustico e olfattivo di quella zona per cercare di capire quali erano i motivi che la città e il territorio circostante subisse quell’odore nauseabondo. Poi quando sono decaduto da consigliere provinciale quelle battaglie si sono arenate. Ho lavorato anche alla stesura del Puc di Atripalda e anche altri, che rappresentano il governo del territorio, poi un giorno ci diranno dove è andato a finire! E il Puc comprende anche la parte ambientale».

Come giudica l’intervento di riqualificazione e rinaturalizzazione che sta interessando il fiume Sabato messo in campo dalla Provincia di Avellino?
«Oggi lo vedo leggermente diverso dal progetto iniziale. Dovremo giudicarlo quando sarà finito. Il progetto è stata una mia idea, ricordo che da consigliere provinciale tenni un incontro con i cittadini e l’allora presidente della Provincia Gambacorta per illustrare l’intervento finanziato con oltre 4 milioni di euro».
Che giudizio infine dà sull’Amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Spagnuolo?

«Per ora preferisco non dare giudizi, che mi riservo durante il prosieguo della campagna elettorale. Confido che i cittadini di Atripalda mi diano una mano, soprattutto loro, in modo che possa raggiungere questo obiettivo».

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