Polemiche social ad Atripalda sulle indennità di risultato al massimo percepite a fine anno dai capisettore del Comune: “Abc” boccia le valutazioni rispetto ai disservizi
Pubblicato in data: 9/12/2020 alle ore:10:15 • Categoria: Attualità •Polemiche social ad Atripalda sulle indennità di risultato al massimo percepite a fine anno dai capisettore del Comune. E’ il gruppo di Facebook “Abc – Atripalda bene comune” ad accendere la discussione dopo che il sindaco Giuseppe Spagnuolo giorni fa aveva commentato così «non può che farci piacere perché significa che abbiamo persone che per dare risultati lavorano con competenza e con profitto».
Il Nucleo di valutazione di Palazzo di città, composto da tre professionisti esterni (Maria Grazia Fontana, Maria Alviggi e Francesca Cirillo) ha effettuato la consueta analisi delle performance dei responsabili di settore titolari di posizione organizzativa, stilando le pagelle e assegnando il massimo dei voti a ciascuno caposettore. Le indennità di risultato si calcolano sulla base delle indennità di posizione percepita e varia da un minimo del 10% ad un massimo del 25%. E tutti i sette capisettori hanno conseguito il massimo per un ammontare complessivo di oltre 14 mila euro con bonus che vanno dai 1300 euro ai 2500 euro. Performance al massimo anche per il segretario comunale, Beniamino Iorio, che incassa un benefit di 6.859 euro.
E il fondatore di “Atripalda bene comune” Roberto Renzulli critica: «Restiamo perplessi alle dichiarazioni del sindaco in merito ai premi, le valutazioni al massimo e gli obiettivi raggiunti. Ci dica a questo punto il primo cittadino, quali sono stati gli obiettivi raggiunti, ci parli delle eccellenze, visto che abbiamo distribuito tutti gli 80 mila euro messi in preventivo. I sette capisettore e il segretario comunale hanno ottenuto il massimo, dovremmo essere tutto contenti, eppure se ci guardiamo attorno ad occhio nudo non si vedono». Sotto accusa nel lungo post le valutazioni sempre al massimo dal 2014, nonostante il comune del Sabato sia in profondo deficit e sia stato travolto anni fa da un’inchiesta sulle buste paga gonfiate da dipendenti infedeli. «Dal 2014 le valutazioni sono sempre state espresse al massimo eppure lo stesso anno scoppiò lo scandalo delle buste paghe gonfiate. Nel 2018 gli uffici furono condannati dal Tribunale perché in ritardo su una pratica di 514 giorni. Credo piuttosto che i criteri di valutazione – prosegue Renzulli – che non competono al sindaco, ma un nucleo di valutazione, devono essere rivisti, ma sarebbe utile conoscere prima quali erano questi obiettivi, quelli posti alla base della valutazione, così da promuovere anche noi cittadini i nostri funzionari». Renzulli porta poi l’esempio dell’Utc: «Vorrei ricordare che solo all’Ufficio tecnico abbiamo tutti capi settore, praticamente ognuno è capo di se stesso. Con un Comune sul baratro, con un buco da 15 milioni, senza strutture, incapace di incassare tasse e tributi, incapace di programmare lavori, incapace di mettere due telecamere di videosorveglianza, incapace di intercettare contributi, incapace di mettere in funzione una fontana in piazza, incapace di seguire lavori pubblici, incapace di aprire una scuola, una villa comunale, una biblioteca, un campo sportivo, incapace di programmare lavori già finanziati ad Alvanite, incapace di seguire la pulizia quotidiana, incapace di seguire il verde pubblico, incapace di coprire due buche. Una città nel degrado più completo, eppure abbiamo i migliori funzionari possibili, ma allora dove stiamo sbagliando?» si chiede in conclusione.
Renzulli ricorda con carte alla mano e pubblicate sul social: «Ricordiamo una vicenda paradossale del 2018. Tutti Promossi pure allora con il massimo delle valutazioni, eppure il Tribunale ci condannò per 514 giorni di ritardo per una pratica. Lavoro per la sistemazione di un parcheggio per 30 mila euro pagato dopo la sentenza 64 mila euro, eppure tutti promossi, allora come oggi.
Dal 2014, anno dello scandalo buste paghe, pure allora, nonostante un danno erariale di 140 mila euro tutti promossi sempre con il massimo dei voti».
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