Addio all’avvocato Arturo Iaione, protagonista per quarant’anni della vita amministrativa. Il sindaco Spagnuolo: «Atripalda perde un pezzo della sua storia politica. Esprimo alla famiglia il cordoglio della Città»
Pubblicato in data: 13/3/2021 alle ore:11:30 • Categoria: Cronaca •«Atripalda perde un pezzo della sua storia politica». Il Covid si porta via l’avvocato atripaldese Arturo Iaione, leader provinciale del Partito Socialdemocratico prima e del Psi dopo. Iaione è spirato ieri mattina all’età di 79 anni presso l’Ospedale Spallanzani di Roma, dove era ricoverato da alcuni giorni dopo aver contratto il terribile virus. Avvocato amministrativista, giudice di commissione tributaria a Salerno, esponente politico provinciale e nazionale, negli ’80 e ’90 era stato il leader del Partito Socialdemocratico, di cui aveva ricoperto la carica di segretario irpino e del Psi poi. Nel 2015 era stato candidato anche alle regionali proprio sotto il simbolo del Psi. Natali atripaldesi, viveva a Contrada e studio legale a piazza D’Armi ad Avellino.
E’ stato protagonista indiscusso della vita amministrativa del Comune di Atripalda dove ha ricoperto più volte la carica di assessore, vicesindaco, consigliere comunale, capogruppo e candidato a sindaco. Lascia tre figli, avvocati e docenti universitari nella capitale, Christian, Massimiliano e Fabio. Ha guidato anche l’Ati, Azienda Trasporti Irpini per molti anni.
«Apprendiamo con grande tristezza la notizia della morte dell’avvocato Arturo Iaione – commenta il sindaco di Atripalda Giuseppe Spagnuolo -. Davvero ci coglie di sorpresa. Atripalda perde un po’ della sua storia perché ha rappresentato la storia di Atripalda dagli anni ’80 in poi. UN rappresentate di spicco e di qualità della vita cittadina, sia amministrativa che politica. Davvero colpisce la notizia così in maniera repentina. L’avvocato lo avevamo incontrato anche settimane fa, in piena attività sia lavorativa che politica. Per Atripalda è una pessima giornata ed una brutta pagina per la nostra città. Voglio rappresentare le condoglianze alla famiglia dell’avvocato da parte mia personale, dell’Amministrazione e sono certo di rappresentare il cordoglio dell’intera città per questa scomparsa». Una città alla quale l’avvocato Iaione era stato sempre legato «in questo momento c’è al sorpresa e la tristezza per questa scomparsa – conclude il sindaco -. Che l’avvocato si sia sempre interessato prioritariamente della città di Atripalda questo è un dato certo. Ha sempre arricchito il confronto e il dibattito in città sulle prospettive politiche e di sviluppo. Ha sempre animato il dibattito con punti di vista e spunti sempre avanzati. Davvero è una grave perdita per Atripalda».
Ieri pomeriggio a squillare in continuazione il cellulare dell’ex assessore Ulderico Pacia, suo fedelissimo compagno, socialdemocratico prima e socialista ora, nell’arena politica cittadina, provinciale, regionale e nazionale sotto il segno del garofano. Con le lacrime agli occhi Pacia lo ricorda così: «oggi è morto un fratello. Abbiamo fatto 45 anni di battaglie politiche insieme. Dal ’74 per me è come è venuto meno un fratello – piange Pacia -. Stavamo sempre assieme, non solo quando siamo stati in amministrazione. Abbiamo condiviso la passione politica. Con lui mi legava un affetto. Oggi sento un vuoto. Quando l’ho saputo non ci potevo credere». Poi la conversazione si interrompe: troppo forte il dolore, l’emozione e le lacrime.
«Partecipo al lutto che ha colpito Atripalda per la perdita dell’avvocato Arturo Iaione – conclude invece l’ex vicesindaco Maurizio De Vinco -. E’ stato uno dei pilastri portanti della vecchia politica atripaldese e nonostante gli impegni professionali e gli incarichi che ha avuto non ha mai abbandonato al sua amata Atripalda e gli amici di Atripalda. Non c’era una domenica che non la trascorresse in piazza Umberto I, sia d’inverno che d’estate. Anche nell’ultimo tempo, fino a qualche mese fa. Si interessava delle sorti di Atripalda e del Comune. Una che ha dato tanto a questo paese, ricoprendo anche incarichi importanti come presidente dell’Ati e della fabbrica della carne. Il suo modo di far politica che lo condivideva con gli umili e gli ultimi, sempre tra la gente. Ha dato una mano a tutti quando poteva».
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