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Parco San Gregorio di Atripalda, dopo le polemiche parla l’agronomo Luce: «nessuna anomalia nella modalità di taglio degli alberi pericolanti della pineta». Foto

Pubblicato in data: 9/6/2021 alle ore:09:40 • Categoria: Attualità

«Nessuna anomalia nella modalità di taglio degli alberi pericolanti della pineta San Gregorio che diventerà un cuore pulsante dal punto di vista ecologico anche con l’installazione di arnie per le api che sono delle vere e proprie sentinelle sul territorio».

Ad assicurarlo  è il dottore Erminio Luce, l’agronomo incaricato dall’Amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Spagnuolo, che ha effettuato il censimento degli alberi del grande polmone verde di 20 ettari che sovrasta la città e sta seguendo, come direttore dei lavori, il Progetto di taglio. Proprio le modalità di abbattimento delle piante erano finite al centro di alcune critiche da parte dei social.
Il dottore Luce ripercorre tutta la procedura in atto sin dall’approvazione del Piano di gestione Forestale da parte della Regione Campania, un documento tecnico a validità pluriennale (10 anni) con il quale vengono definiti gli obiettivi che si vogliono perseguire. «Si è partiti da questo Piano con il bosco, in buona parte ricoperto da conifere, specie non autoctone come pini, cipressi, cedri e altro in fase di senescenza ed instabili perché cadute con la neve, l’invecchiamento o le condizioni atmosferiche. Essendo specie alloctone, si andrà a favorire all’interno del Parco San Gregorio lo sviluppo e la colonizzazione delle specie autoctone, prevalentemente querce, castagni e carpini. Un processo che avviene gradualmente e nel rispetto dei tempi della natura. Per ora si è tolta solo una parte di sopra-suolo, 700 piante in tutto. Circa il 30% ma penso che per fine agosto dovrebbero terminare le operazioni di taglio. Già si assiste ad un avanzamento delle specie sul lato nord del parco, come le querce. Ma se non liberiamo il parco dai pini le querce o non cresceranno proprio o cresceranno storte. Quindi stiamo scoprendo gradualmente la superfice per fare in modo le specie autoctone colonizzino il bosco».
Sulla denuncia di un taglio di alberi  che sarebbero caduti su querce trentennali l’agronomo chiarisce «quando gli operai della ditta hanno abbattuto l’esemplare che io avevo individuato, cadendo ha rotto una parte della quercia. Ho letto il post polemico su Facebook. Ma non c’è nessun interesse da parte della ditta per una pianta visto che non c’è nessun guadagno. L’impresa è una ditta seria e sta lavorando con tutti i crismi salvaguardando le piante di castagno e di quercia vicine ai pini tagliati. Sono stati ripuliti anche i casali che erano impenetrabili cosi come alcune sorgenti riportate alle luce».  Subito dopo le critiche il responsabile del Settore Ambiente di palazzo di città, geometra Vincenzo Caronia, unitamente al consigliere comunale delegato Costantino Pesca, hanno effettuato un sopralluogo nella pineta, ma non sono state riscontrate anomalie.
«Per cui non c’è nessuna anomalia ma è una bella riqualificazione – assicura l’agronomo –. Più succedere che in un bosco, dove è tutto organizzato in modo caotico, un albero tagliato cadendo può incontrare un ramo o una parte della pianta, tanto che la legge dice che nel 10% è tutto ok. L’impresa sta già provvedendo, con tavole di castagno, anche alla sostituzione del tavolino rotto. Naturalmente a fine lavori si farà una ricognizione».
Un Piano che prevede dopo l’abbattimento degli alberi pericolanti la piantumazione di querce e la realizzazione di staccionate «si stanno tagliando alberi pericolanti, storti ed inclinati che rappresentano un pericolo per la fruibilità dell’area a verde. Saranno inoltre piantumante 200 querce da parte del Comune con un intervento antropico. Saranno inoltre realizzate le staccionate, un’area dedicata alle erbe officinali e un’area dove saranno installate delle arnie con api per fare un monitoraggio ambientale sul polline e sul miele. Questo il Comune lo sta concertando con l’Istituto Zooprofilattico».

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