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Inquinamento Valle del Sabato, Rifondazione Comunista Atripalda attacca: “in Consiglio comunale nessuna discussione”

Pubblicato in data: 5/7/2021 alle ore:11:23 • Categoria: Attualità

«Fuori i veleni dal Palazzo ma non dalla Città». Parte da qui il nuovo affondo di Rifondazione comunista Atripalda all’Amministrazione del sindaco Spagnuolo sul tema dell’inquinamento della Valle del Sabato.
L’ex consigliere comunale d’opposizione del Prc Luigi Caputo attacca il primo cittadino sulla mancata discussione nell’ultimo Consiglio comunale della questione inquinamento del territorio: «No, nemmeno l’inchiesta della Procura della Repubblica ha fatto il “miracolo”: la terra dei fuochi irpina rimane argomento tabù per il Consiglio comunale di Atripalda, il principale centro della valle del Sabato, quello a cui competerebbe assumere, come e più che ad altri, un ruolo propulsivo riguardo alla questione dei veleni che imperversano sul territorio. Se ne può parlare sui media, anche nazionali, ma non nelle sedi istituzionali».
Nel mirino di Rifondazione l’intero parlamentino cittadino, in una sorta di “complicità” scrive il P0rc tra consiglieri di maggioranzs4e di opposizione: «lo hanno decretato il signor Spagnuolo e la sua maggioranza, con la complice passività del gruppo dell’altro Spagnuolo, Paolo. Il sopire e troncare di manzoniana memoria non avrebbe potuto trovare rappresentazione più  efficace. Non una discussione (ma vogliamo scherzare?), ma nemmeno un’informativa, un telegramma, una velina,  sullo studio di biomonitoraggio ambientale disposto dalla Regione (progetto “Spes” ndr.), che ha evidenziato la presenza, non solo nell’aria ma nel sangue dei volontari sottopostisi ai prelievi, di massicce quantità di diossina, metalli pesanti e veleni vari. Lo scorso 30 giugno nella sala consiliare di Atripalda, si è discusso di tutto, ma non dell’argomento che per questo territorio è il tema dell’anno e, temiamo, anche dei prossimi».
Una «reticenza» secondo Caputo dettata da diverse ragioni. «Forse perché un dibattito sulla crisi ambientale avrebbe inevitabilmente comportato l’obbligo di rendere conto della politica comunale nel settore. inesistente, di riferire sull’attività svolta da questa amministrazione per bonificare il Sabato, anche qui il nulla assoluto, per non parlare poi del contrasto all’inquinamento atmosferico di fatto incentivato, con l’eliminazione, fino a qualche mese fa, di qualsiasi dispositivo di misurazione».
Un silenzio che cozza con l’approvazione in Consiglio comunale della dichiarazione di emergenza climatica «forse anche perché a Giuseppe Spagnuolo e soci la dimensione locale in fondo sta stretta. Essi preferiscono vestire i panni di cavalieri dell’ideale e dedicarsi a progetti di dimensione planetaria. Non si curano molto della nostra salute, però quando si tratta di salvare la Terra non vogliono essere secondi a nessuno. E così qualche mese fa hanno portato in Consiglio, e approvato, niente che meno che la dichiarazione di Emergenza climatica. Bella figura assicurata e nessun fastidio. Ambientalismo morbido e a costo zero, insomma».
Questioni che invece dovrebbero essere affrontare in modo prioritario perché «tra polveri sottili e metalli pesanti, si succedono i nostri anni di piombo, in senso letterale e non metaforico, con la speranza di non avanzare a tappe forzate verso la stirpe del ferro, quella che, secondo il poeta Esiodo, conduce una vita breve, stentata e grama, prima dell’estinzione».
Già mesi fa Rifondazione aveva incalzato l’Amministrazione  sul tema dell’inquinamento in città, prima che l’Arpac installasse una centralina nel parco delle Acacie «Uno smacco mentre ad Atripalda si è  pensato bene di eliminare il problema nella maniera più  radicale:  abolendo i controlli  tout court.  Ovvero, nessun rilevamento,  nessun inquinamento. Et voilà. Il signor Spagnuolo ha trovato la soluzione. Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma a pensarci bene c’è del genio,  anzi della magia in questa capacità di far scomparire per incanto i problemi,  almeno quelli che non si vedono e non si toccano (e che però  in compenso si sentono),  come l’inquinamento».
Rifondazione accusa Spagnuolo «di inabissarsi come una figura dell’oltretomba dantesco» vittima della  “sindrome dello struzzo”: «ovvero mettere la testa sotto la sabbia per eludere ostacoli e responsabilità. Ove esistesse un premio per questa specialità, Spagnuolo lo avrebbe già vinto, sbaragliando ogni  concorrenza. Intanto è  ormai vicino a un altro grande primato:  arrivare al termine del proprio mandato senza aver mai fornito un dato, anche minimo,  sulla situazione dell’ inquinamento atmosferico ad Atripalda».

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