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Il Consiglio comunale approva la retrocessione del Convento di San Pasquale e fissa gli indirizzi: no al centro per immigrati con patologie psichiche della Caritas. Foto

Pubblicato in data: 2/12/2021 alle ore:14:19 • Categoria: Attualità, Politica

Il Consiglio comunale di Atripalda approva all’unanimità la retrocessione del Convento di San Giovanni Battista ma risolve il contratto con la Caritas per la realizzazione di un centro per immigrati con patologie psichiche avviato da alcuni giorni in una parte dell’immobile. Dopo una lunga ed estuante riunione, segnata anche da una sospensione alla ricerca dell’accordo finale, il parlamentino cittadino oltre la mezzanotte approva all’unanimità dell’aula un deliberato con il quale si accoglie la proposta di rientro in possesso del convento restituito dall’Ente Provincia Sannito­lrpina dei Frati Minori di Santa Maria e stabilisce due indirizzi per gli organi competenti di utilizzo della struttura, nelle more di una valutazione complessiva del bene, a favore della comunità atripaldese al fine di salvaguardare le attività storicamente presenti, disciplinandole però in coerenza con le rispettive finalità istituzionali, e in relazione al rapporto instauratosi in precedenza con la Caritas Diocesana e il consorzio Percorsi «di tenere conto del mancato completamento dell’iter autorizzativo e quindi della mancata concretizzazione del progetto connesso all’affidamento temporaneo del complesso e quindi dell’avvenuta risoluzione anticipata del contratto ai sensi dell’articolo 7 del contratto di concessione in uso del 9.11.2015 in conseguenza della mancata realizzazione delle finalità della concessione e dell’utilizzo non continuativo dell’immobile. Il contratto del 9.11.2015 è peraltro privo di efficacia per tutto quanto riportato in premessa».
A relazionare ad avvio di discussione è il sindaco Giuseppe Spagnuolo: «Prendiamo atto della volontà dei Frati di far ritornare il Convento nella disponibilità del Comune. Il 10 novembre scorso ci hanno comunicato che non hanno più possibilità nel condurre l’edificio. A seguito di questa comunicazione abbiamo deciso di investire il Consiglio comunale. Dopo questa nota ho scritto ai frati per chiedere eventuali documentazione circa le utenze e gli utilizzatori dell’edificio. Per le attività storiche in essere nel convento ho chiesto anche una descrizione degli spazi utilizzati per disciplinare i rapporti. Alla Caritas ho chiesto l’attuale progetto autorizzativo ma non abbiamo avuto riscontro». Nel 1959 un contratto d’uso perpetuo con il quale il Comune affida ai frati minori l’edificio. «I frati non abitano il convento dal 2010 ma hanno continuato ad utilizzarlo – prosegue il primo cittadino -. La nostra proposta è di prendere atto di questa retrocessione e di riprenderne il possesso. I frati ci hanno anche comunicato che ci sono alcune attività come quella degli Scout, del Terzo ordine francescano secolare e della parrocchia del Carmine che ha effettuato attività di catechesi. Andremo a disciplinare tali attività che storicamente si svolgono nel convento. L’indirizzo è di salvaguardare tali attività, disciplinandole sia per gli spazi che per l’utilizzo. Oltre a ciò procederemo ad una valutazione complessiva dell’immobile e alla verifica dello stato manutentivo. Un percorso che inizia adesso e che riguarderà anche la destinazione della struttura in una fase successiva».
Ma il disco rosso arriva per il progetto della Diocesi di Avellino, attraverso la Caritas, che ha accolto da pochi giorni prima del Consiglio in una parte dell’immobile sei immigrati con problemi di salute mentale. «Un progetto della Caritas, Si tratta di un contratto di concessione per una casa alloggio denominata “Il cammino” stipulato nel novembre 2015 finalizzata al rinserimento sociale di soggetti con patologie psichiche per una durata di 29 anni – chiarisce in aula Spagnuolo -. Nel febbraio 2017 la Giunta dell’ex sindaco ha dato il proprio consenso di concedere al consorzio Percorsi una porzione del fabbricato, piano terra e primo paino, per il progetto di assistenza ai bisognosi con patologie psichiche. Ad oggi il parere igienico-sanitario non c’è e l’autorizzazione finale del Consorzio A5 non è stata emessa. Perciò riteniamo che il rapporto con il consorzio Percorsi non ha più ragion d’essere ed efficace perché non è mai partita l’attività finalizzata per legge e né l’occupazione continuativa dal 2015. Questo progetto ad oggi non risulta concretizzato e realizzato per le carte in nostro possesso – conclude Spagnuolo -. Per cui riteniamo che questa finalità non sia stata realizzata e che questo affidamento sia di fatto risolto». Ci va giù dura l’assessore Nancy Palladino: «Come assessore alle Politiche sociali di questo comune non posso non sottolineare lo sdegno rispetto ad una vicenda anomala, bizzarra e surreale. Quando si fa una progettazione, per quanto meritevole, va sempre contestualizzata e trovo assurdo che si decide di allocare in un convento dove si svolgono altre tipi di attività, un progetto che cozza per specificità e modus operandi con delle attività preesistenti. Atripalda è una comunità accogliente, ma qui abbiamo un inizio di attività che non ci ha visti partecipi come amministrazione. Mi sento offesa e mareggiata dal comportamento antidemocratico di chi vuole mettere in essere quest’azione che va a calarsi in un contesto già avviato. E’ una brutta vicenda». Prima della votazione finale l’ex assessore Domenico Landi difende il deliberato di giunta del 2017: «abbiamo dato parere favorevole nel febbraio 2017 ad un’attività di corridoio umanitario. Dicemmo sì alla richiesta dei frati per lo scopo nobile del progetto. Se non hanno le autorizzazioni mi fa specie che siano ancora là».

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