La sede della Polizia municipale di Atripalda intitolata all’ex comandante Nino Colantuoni. Fotoservizio
Pubblicato in data: 3/4/2022 alle ore:14:43 • Categoria: Attualità •«Abbiamo recepito quello che la città di Atripalda nutriva per il comandante Carmine Colantuoni. Rispetto ed affetto che è una cosa molto rara. E si è meritato entrambi per come lavorava e viveva la città. Era una scelta perciò doverosa». A dieci anni dalla scomparsa, Atripalda ricorda l’ex comandante della Polizia Municipale, il tenente Carmine Colantuoni, intitolandogli la sede dei Vigili urbani, ubicata al primo piano di Palazzo di città. A parlare è il sindaco Giuseppe Spagnuolo che ieri mattina, alla presenza dei familiari del compianto tenente, con l’assessore delegato al Traffico e Commercio Mirko Musto e l’attuale comandante dei Vigili, capitano Domenico Giannetta, ha tagliato il nastro e scoperto la targa commemorativa. La cerimonia si è svolta nella Sala Consiliare. Commossa la moglie, la professoressa Filomena Napolitano. Per l’occasione aperta per la prima volta la Control Room. La stanza dei monitor che registrano h24 le immagini trasmesse dalle oltre venti telecamere della video sorveglianza comunale, che proprio Colantuoni, prima di andare in pensione, aveva auspicato la realizzazione in un’intervista del marzo 2010 ad AtripaldaNews.it. Un testamento secondo il comandante Giannetta «traccia il futuro della città, la stella polare che ha guidato il mio agire in questi nove lunghi anni per ridare dignità al Comando e maggiore sicurezza ai cittadini. Rappresenta la memoria di questa città». Poi la proiezione di un video e foto dei tanti momenti vissuti.
Nel corso della mattinata si sono succeduti gli interventi degli ex primi cittadini di Atripada: Aldo Laurenzano, Alberta De Simone, Andrea De Vinco, Lello La Sala e Paolo Spagnuolo e di tutti gli assessori con delega alla polizia municipale che hanno avuto modo di collaborare con il tenente Colantuoni. L’incontro è stato coordinato dall’attuale comandante della Polizia Municipale, Domenico Giannetta. Parole di emozione e commozione sono state pronunciate dall’attuale assessore al ramo, Mirko Musto. Presenti in sala gli agenti di Polizia Municipale, in servizio ed in quiescenza. Don Ranieri Picone, guida spirituale della Parrocchia di Santa Maria del Carmine, ha portato il saluto della comunità di fedeli, ricordando il valore della figura del comandante Colantuoni ed il valore della memoria come collante di una comunità. Commozione è stata espressa dai familiari del tenente Colantuoni presenti alla cerimonia che si è chiusa con il simbolico taglio del nastro del Comando e la posa di una targa in onore e memoria del compianto tenente Colantuoni, di Nino, l’atripaldese che tutti gli atripaldesi hanno amato.
«Rappresenta una parte di storia della nostra città e della storia di ciascuno di noi – prosegue il sindaco -. Nino è stato una delle nostre radici. Colantuoni si è distinto per capacità, competenza, rigore ed umanità e ciò gli ha portato la fiducia della gente. Era parte attiva della comunità ma non si faceva influenzare, un equilibrio difficile e delicato che lui sapeva mantenere perfettamente. Nelle istituzioni ci sono uomini che si mettono al servizio di una comunità e Colantuoni ê uno di questi. Così dimostriamo l’affetto della città per lui».
L’assessore Musto: «Ho conosciuto il tenente da ragazzino perché insieme al cavaliere Marena condividevo il comitato festa di San Sabino. Non avrei mai immaginato che avrei avuto questo onore. E quando mi sono candidato e ho avuto le deleghe è stato un onore in più e subito abbiamo iniziato a lavorare per far sì che la città di Atripalda potesse avere una prospettiva in più legata proprio a quello che Colantuoni aveva in passato immaginato in termini di sicurezza, di gestione della sosta, mercato e altro ancora. Questa intitolazione rappresenta a mio avviso una gioia per tutti gli atripaldesi».
Don Ranieri Picone ha sottolineato la memoria: «La cosa che mi ha sempre colpito è il suo garbo, garbo istituzionale. Che non ha mai perso. È andato via ma ha sempre sostenuto il suo comando e questo lo fanno i veri servitori delle istituzioni. Con zelo Nino cercava di custodire quello che aveva realizzato nella sua carriera. Queste celebrazioni ci fanno bene soprattutto in questo tempo. La memoria ci fa ricordare le nostre origini, le radici. Dobbiamo ricostituire il tessuto sociale e la memoria ci aiuta in questo senso. Dobbiamo pensare alle cose belle e Atripalda ha un patrimonio meraviglioso di storia, di dedizione e Nino figura tra questi testimoni».
Poi gli interventi degli ex sindaci ed assessori che hanno lavorato con lui. «Iniziativa lodevole – ha commentato Aldo Laurenzano -. È stato il mio comandante ma anche il mio compagno di gioventù. Eravamo amici. Lui era dentro i problemi perché conosceva la città, le persone. Era un riferimento della nostra comunità. Grande commozione provo oggi». L’ex onorevole Alberta De Simone evidenzia: «Era garanzia di sicurezza. Voglio ricordare quando venne Napolitano o il ministro Cassese. Il comandante ha avuto non solo una puntualità e competenza nel suo lavoro. Lui aveva un tratto dell’autonomia assoluta. Lui faceva solo ciò che era nell’interesse della città. L’ho trovato collaborativo sempre e con tutti. Idea meravigliosa di intestare il Comando. Nino non morirà mai, continuerà sempre a vivere nel nostro ricordo». Poi l’ex sindaco Andrea De Vinco: «Ringrazio amministrazione e comandante per aver deciso di ripristinare una tradizione che consente agli enti locali di essere parte viva del paese. Colantuoni aveva grande umanità oltre che il senso delle istituzioni. Abbiamo vissuto tanti momenti della nostra vicenda amministrativa con spirito di collaborazione». Ed ancora Lello La Sala: «Per me è stato un fratello maggiore. Di lui voglio ricordare la capacità di fare gruppo, di tenere insieme uomini, storie, fatti. Era la memoria della storia cittadina e quindi conosceva persone, famiglie, intellettuali, gente comune. Questo gli consentiva una lettura profonda del territorio e della comunità». Infine Paolo Spagnuolo: «Non ho avuto l’onore di lavorare con il comandante Colantuoni ma l’ho vissuto come cittadino e consigliere di opposizione. Mi ê bastato per avere la consapevolezza che questa decisione di intitolare il Comando rappresenta in qualche modo un atto dovuto perché interpreta il sentimento della nostra comunità che questa amministrazione ha saputo ben intercettare. La sua capacità era quella di stare in mezzo alla gente. Era un uomo di buon senso. E la sua eleganza era lo specchio dell’eleganza del suo animo».
Poi anche gli interventi degli ex assessori Luigi Parziale, Elio Di Pietro, Enzo Aquino, Ulderico Pacia, l’ex comandante Sabino Parziale e del maresciallo Francesco Giordano.
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