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Messa per l’inizio del servizio pastorale di don Luca Monti nella guida della chiesa di Sant’Ippolisto di Atripalda, il vescovo Aiello: «Qui la tua grande scommessa». Foto

Pubblicato in data: 10/10/2022 alle ore:18:23 • Categoria: Attualità

Campane a festa, striscione di benvenuto e tanti applausi per la messa d’inizio del servizio pastorale di don Luca Monti nella guida della chiesa madre di Sant’Ippolisto Martire. Dinanzi al vescovo di Avellino Arturo Aiello, ai sindaci di Atripalda Paolo Spagnuolo e di Santa Lucia di Serino Ottaviano Vistocco e alle due comunità di fedeli, don Luca si è insediato ufficialmente per iniziare le attività pastorali del suo ministero parrocchiale con don Fabio spostato alla guida della chiesa di Monteforte Irpino. Ed Aiello da buon pastore, davanti ai tantissimi fedeli presenti in chiesa, si è rivolto a don Luca: «Qui parrà tua nobilitate, qui la tua grande scommessa». Ad ascoltare le sue parole nella chiesa madre tantissimi fedeli.
«Per te don Luca ci sono due sfide: la prima è essere pastore in questa comunità che significa anche custodire le reliquie degli inizi della fede della nostra Diocesi. Questa parrocchia è importante per lo Specus e perché, non nella città di Avellino che è sorta dopo, qui ci sono le radici sante della fede della nostra Diocesi, dove riposano i martiri cristiani» e la seconda sfida riguarda la città «aprirti alla pastorale cittadina don Luca lo sai non è lo stesso. L’ampiezza del territorio, l’incontro delle persone, le istituzioni civiche, le fondazioni i gruppi che compongo questa comunità e città ti pone nella sfida di una maggiore fatica perché tener e l’occhio a tante situazioni richiede un’energia e un’attenzione nel cuore e nella mente e una tensione, anche svenimento perché quando la città ti sembra di averla in pugno ti sfugge. E lo sanno anche gli amministratori che richiede una serie di tensioni e attenzioni che sono un peso ed una ricchezza. La città mentre ci mette insieme ci rende estranei».
Dopo la lettura della nomina, l’accettazione con la firma e il giuramento del neo parroco a prendere la parola è il sindaco Paolo Spagnuolo: «a me l’onore e l’onore di presentare questa comunità. La storia di Atripalda, come anticipato dal vescovo, è storia della cristianità. La città nasce in epoca longobarda intorno allo Specus Martyrum, il simbolo per noi della cristianità. Per questo siamo una comunità molto devota anche al nostro patrono San Sabino: e grazie ai simboli di cristianità abbiamo ancora il senso di comunità. Don Luca tu hai un’eredità complessa perché don Fabio lascia una parrocchia vivace. Sarà poi il tempo a farti conoscere, in autonomia, i nostri difetti. E mi auguro, e sono certo che lo farai, che sari anche pronto a cercare di sminuire i difetti che riscontrerai in noi. Da parte mia e di tutta la città un grandissimo benvenuto. Atripalda don Luca ti accoglie con grandissimo affetto. E so che accetti questa sfida con coraggio e con la grazia di oggi che ricevi».
Don Luca scherza con i fedeli: «nessuno si immaginava che ci saremmo avvicendati. Per questo ho pensato a due gesti semplici» chiamando sull’altare don Fabio per abbracciarlo «siamo molti amici, ci vogliamo molto bene e navighiamo sulla stessa linea d’onda. Il secondo gesto è una risposta al sindaco: ho capito tutto. Questi otto anni di esperienza a Santa Lucia mi sono serviti tanto perché sono iperattivo, non mi piace stare senza far niente e mi sono posto degli obiettivi sempre più grandi di me insegnando alla comunità di Santa Lucia a cui voglio un grande bene che si sogna alla grande e si progetta senza fare i conti, altrimenti non si va da nessuna è parte. E Santa Lucia è divenuto il paese di san Giuseppe Moscati». Scherza poi «se il vescovo ha chiesto a me la disponibilità di mettermi a vostro servizio, tranquilli sono il meno peggio».
E in omaggio al Santo Patrono «avendo capito dove sta il cuore di Atripalda», accompagnato dal vescovo, in segno di omaggio don Luca ha deposto un mazzo di fiori dinanzi la statua di San Sabino Vescovo cantando l’inno in suo onore tra lunghi applausi. «Aiutatemi a diventare nel tempo veramente, profondamente, visceralmente e sfegatatamente atripaldese, viva San Sabino». Poi una breve processione dei prelati fino allo Specus e a seguire con i due primi cittadini il taglio di torta e l’abbraccio di accoglienza della nuova comunità.

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