Atripalda, scontro in Consiglio sull’alienazione del mercatino rionale
Pubblicato in data: 18/4/2025 alle ore:17:59 • Categoria: Attualità, Comune, Cronaca Provinciale •L’alienazione del mercatino rionale di via Marino Caracciolo finisce al centro di un acceso scontro politico in Consiglio comunale ad Atripalda. Contrari alla vendita i gruppi di minoranza “Atripalda Futura” e “Abc – Atripalda Bene Comune”.
A ribadire la volontà dell’Amministrazione di proseguire con l’alienazione è la delegata al Patrimonio, Carmen Trasente:
«L’intento di questa Amministrazione, che eredita buona parte del piano delle alienazioni dalle precedenti amministrazioni, è quello di attuare una gestione attenta della cosa pubblica. Non possiamo permetterci di mantenere a carico dell’ente immobili che causano ingenti perdite economiche. Si procederà quindi con la deliberazione del terzo esperimento di gara per la vendita del mercato immobiliare di via Marino Caracciolo, in conformità all’articolo 13, comma 1, lettera B del regolamento vigente, che prevede la riduzione del 30% del prezzo originario. Il piano di alienazione e valorizzazione del patrimonio per il triennio 2025-2027 è allegato al bilancio di previsione, e va compreso che la vendita dei beni previsti è funzionale all’equilibrio finanziario. In parallelo, per la valorizzazione del patrimonio, si intende procedere alla riqualificazione del bar sito all’interno del Parco delle Acacie, mettendo a bando la gestione con l’obiettivo di valorizzare l’intera area».
La maggioranza respinge la proposta del capogruppo di “Abc”, Roberto Renzulli, contrario alla vendita e promotore di una mozione per bloccarla: «Visto che stiamo discutendo l’argomento, la mozione è pertinente. Se la rimandiamo al prossimo Consiglio, che si farà tra quattro mesi, rischiamo che il mercatino sia già venduto».
Contrario anche il gruppo di “Atripalda Futura”. Il capogruppo ed ex sindaco Giuseppe Spagnuolo critica le modalità della vendita: «Ritenevamo fosse il momento di un progetto di rilancio per valorizzare la struttura. Vorrei sottolineare che la stima su cui si basa la vendita risale a due anni fa, ma dal novembre 2024, con l’adozione del nuovo PUC, l’immobile ha cambiato destinazione urbanistica: non è più un’area a standard di interesse collettivo, ma è stato riclassificato in zona D4, ovvero area produttiva, commerciale, artigianale e residenziale. Questo cambia completamente il valore e le potenzialità dell’edificio. Se proprio si intende mantenerlo nel piano delle alienazioni, è necessario aggiornare la stima tecnica al nuovo valore di mercato. Altrimenti si rischia di svendere un bene comunale».
L’ex vicesindaco Anna Nazzaro solleva invece una questione sociale: «Non voglio soffermarmi solo sull’immobile, ma sulle attività che lì operano. La mia preoccupazione è trovare una soluzione per le famiglie e le associazioni che oggi occupano quegli spazi. Si dovrebbe valutare un trasferimento, un incentivo o un sostegno concreto. La vera priorità sono le persone che lavorano lì».
La delegata Trasente risponde: «Ho ascoltato tutti gli interventi. Dire che non ci sono servizi in quella zona oggi non è più vero: ad esempio, c’è un supermercato. Per quanto riguarda la rivalutazione del prezzo, informerò l’ingegnere Cocchi affinché si proceda in tal senso. Riguardo alle preoccupazioni sulle attività commerciali o associative, al momento non ci sono proposte concrete perché, di fatto, nessuno si è ancora mostrato interessato all’acquisto. Se la vendita non andrà a buon fine, si procederà a ripristinare lo stato delle convenzioni per chi usufruisce dei locali comunali».
Prima del voto sul piano di alienazione e valorizzazione 2025-2027, l’ex sindaco Spagnuolo conclude con la sua dichiarazione di voto: «L’alienazione del mercatino non è più strettamente necessaria per l’equilibrio finanziario del Comune. Andrebbe ritirata, promuovendo invece un’operazione di rilancio e valorizzazione delle attività commerciali presenti. Inoltre, la base d’asta attuale non tiene conto della nuova destinazione urbanistica. È obbligatorio rivedere la stima dell’immobile alla luce della classificazione D4, che conferisce all’area un valore economico e commerciale decisamente superiore rispetto al passato».
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