Il Consiglio respinge la mozione delle opposizioni: il Mercatino rionale resta in vendita
Pubblicato in data: 1/7/2025 alle ore:17:35 • Categoria: Attualità, Politica •Il Consiglio comunale di Atripalda ha respinto la mozione presentata dai gruppi di minoranza “Atripalda Futura” e “Atripalda Bene Comune” che chiedeva il ritiro dalla vendita del Mercatino rionale di via Marino Caracciolo, inserito nel piano delle alienazioni del Comune. La votazione ha visto 5 voti favorevoli alla mozione e 10 contrari, con la maggioranza che ha confermato la volontà di procedere alla vendita all’asta dell’immobile.
Renzulli (Abc): “Un errore svendere, si può rivalutare e rilanciare”
Ad aprire il dibattito è stato Roberto Renzulli, capogruppo di Abc, che ha difeso il valore strategico e sociale della struttura: «Il mercatino si trova in una zona cruciale della città, l’ex 167. Invece di venderlo, andrebbe rilanciato con un piano di valorizzazione. I soldi in cassa ci sono, non c’è urgenza economica. Buttare via questa occasione è un errore politico e strategico».
L’assessora al patrimonio Carmen Trasente: “Struttura inutilizzata e onerosa”
A spiegare le ragioni dell’alienazione è stata l’assessora con delega al patrimonio Carmen Trasente, che ha difeso la scelta come necessaria e coerente con il piano finanziario dell’ente:
«La struttura versa in condizioni precarie e richiede interventi di manutenzione che il Comune non può sostenere. Oggi ospita solo due attività, con canoni fermi agli anni ’90, e non risponde più alla funzione originaria. Inoltre, il PUC ha cambiato la destinazione d’uso, rendendola area a vocazione commerciale, terziaria e residenziale. La vendita è un’opportunità per rigenerare quella zona».
Trasente ha anche assicurato che, in caso di vendita, le associazioni attualmente presenti verranno ricollocate in altri locali comunali già individuati.
Giuseppe Spagnuolo: “La struttura va rivalutata, non svenduta”
L’ex sindaco Giuseppe Spagnuolo, oggi capogruppo di “Atripalda Futura”, ha ribattuto: «La destinazione è cambiata, quindi il valore va aggiornato. Non è corretto parlare di terzo esperimento d’asta, si deve ripartire da capo, con una nuova valutazione. Ma soprattutto, oggi non c’è più l’emergenza finanziaria che giustificava la vendita di immobili comunali. Per anni avete previsto di venderlo nei bilanci senza riuscirci, eppure i conti hanno retto». Secondo Spagnuolo, la chiusura progressiva del mercatino è dipesa proprio dalla scelta di metterlo in vendita senza mai attivare nuovi bandi per l’ingresso di attività commerciali.
Il sindaco Paolo Spagnuolo: “Non servono ipocrisie, la struttura è morta”
Il primo cittadino Paolo Spagnuolo è intervenuto per chiarire la posizione della maggioranza: «È inutile ipotizzare un rilancio oggi, nel 2025, dopo anni di incuria e abbandono. Il mercatino ha perso la sua vocazione commerciale, è praticamente occupato solo da associazioni. Ragioniamo con concretezza: non ci sono i presupposti per mantenerlo nel patrimonio comunale. Non ha senso continuare a illudersi».
Renzulli: “Noi lo regaliamo, Avellino chiede 3 milioni per farne uno uguale”
Replica sarcastica del capogruppo di Abc: «Mentre ad Avellino hanno appena chiesto 3 milioni di euro alla Regione per realizzare un mercatino simile, qui ad Atripalda decidiamo di svendere il nostro. Perché non ha appeal? Perché è una milfona? Siamo seri: questa è una scelta politica miope».
Il voto:
Anche i consiglieri Musto e Palladino (Atripalda Futura) hanno ribadito il sostegno alla mozione: «I costi di manutenzione non giustificano la perdita di un bene pubblico strategico. Si poteva rilanciare, aprire un bando, valutare nuove destinazioni. Vendere per pochi spicci è una scelta sbagliata».
La consigliera indipendente Anna Nazzaro, pur lodando la relazione dell’assessora Trasente, ha dichiarato: «Vista la situazione economica attuale, eliminare il mercatino dal piano delle alienazioni sarebbe stato possibile. Peccato».
Alla fine, la mozione è stata bocciata con 10 voti contrari e 5 favorevoli. L’amministrazione procederà con un nuovo esperimento d’asta, dopo l’adeguamento della valutazione al nuovo piano urbanistico.
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