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Edilizia irpina, l’appello di Zaffiro (Presidente Cfs): “Si sblocchino Fondi Fas ed Europei per uscire dalla crisi”

Pubblicato in data: 26/12/2011 alle ore:13:47 • Categoria: Attualità

cfs-edilizia-graficoAttuare i programmi in tempi brevi ed avviare le opere per le aree sottoutilizzate. In più mettere in moto gli investimenti infrastrutturali, pianificati con l’utilizzo di risorse cofinanziate da fondi europei, ed i lavori per la riqualificazione dei centri urbani. E’ questa la via d’uscita per superare la crisi del settore delle costruzioni. Ne è convinto Armando Zaffiro, presidente della Cassa Edile della provincia di Avellino, che analizza l’attuale trend, non particolarmente felice, del comparto territoriale. Preoccupanti, infatti, gli ultimi dati di settore esaminati dall’Ente paritetico irpino. In sei mesi, da aprile a settembre 2011, persi più di 900 posti di lavoro con una flessione del numero di imprese pari all’11 per cento. Complessivamente si registrano in Irpinia 1.312 aziende edili che impiegano 5.250 lavoratori. Ma il raffronto con lo stesso semestre dell’anno precedente rileva una generale flessione del ramo produttivo. Nell’equiparazione statistica, i dati evidenziano una riduzione di 155 aziende (-11%) e di 948 lavoratori (-15%). Calano anche le ore lavorate che passano da un monte di 2milioni e 870mila del 2010 a 2milioni e 311mila ore impiegate nel settore domestico delle costruzioni nel periodo aprile-settembre 2011. Gap che si traduce in un decremento del 19,5 per cento. La particolare perfomance locale conferma l’andamento negativo registrato dall’edilizia su scala nazionale negli ultimi anni. “Nell’ultimo quinquennio – spiega Zaffiro il settore delle costruzioni, che rappresenta il 12 per cento del Pil, ha fatto registrare in Italia un calo di oltre il 22 per cento in termini di investimenti”. “Tra i principali motivi – continua – il forte irrigidimento delle condizioni del Patto di Stabilità, che ha esasperato il problema dei ritardi nei pagamenti dovuti alle imprese da parte della Pubblica Amministrazione, determinando gravi difficoltà finanziarie per gli operatori del settore. Ma non deve trascurarsi che la normativa attuale offre la possibilità di attenuare gli effetti negativi del Patto, che si concretizza, fra l’altro, nella gestione regionalizzata dello stesso al fine di liberare una parte significativa dei pagamenti per opere pubbliche. Sul piano territoriale, sarà opportuno che gli Enti e le Amministrazioni locali adottino misure atte ad incontrare le particolari esigenze di celerità nell’affidamento dei lavori, attraverso anche la semplificazione procedurale, nei limiti della normativa vigente, delle attività legate agli appalti pubblici, ed attraverso la veloce definizione e l’avvio dei piani urbanistici per i lavori privati”. “Il tutto da realizzarsi con particolare attenzione rivolta al rispetto dei principi per la sicurezza sul lavoro e per la regolarità contributiva delle imprese”. Plaude poi i protocolli di intesa siglati di recente dall’Ance di Avellino e dai sindacati di categoria con la Provincia ed il Comune di Avellino “che rappresentano –termina il presidente Zaffiro– esempi di orientamento nella direzione indicata“. Secondo Mennato Magnolia, vicepresidente della Cassa Edile di Avellino: “Il comparto delle costruzioni – afferma- è in grado di ritornare a svolgere un importante ruolo di traino per l’intera economia e, pertanto, può e deve essere incentivato al fine di realizzare una inversione di tendenza dell’attuale trend negativo. A tale scopo si rende necessario passare velocemente dagli annunci agli appalti ed alla cantierizzazione delle tante opere di competenza delle Amministrazioni comunali, a partire dal capoluogo di provincia, con piani triennali ed utilizzo dei Fondi Europa Più. Sarà inoltre necessario dare il via alle opere regionali che vedono l’Irpinia coinvolta. C’è bisogno peraltro del pieno rispetto delle regole contrattuali e di legge, contro la concorrenza sleale che genera il massimo ribasso e che taglia fuori le imprese sane. Sono d’accordo con quanti sostengono che, per contribuire alla ripresa occupazionale del settore, l’obiettivo sia quello di ridurre il costo del lavoro attraverso la detassazione per le imprese e per i lavoratori in generale. Mission da attuare anche attraverso sgravi contributivi per gli operatori più meritevoli“. Magnolia ritiene ancora che sia di fondamentale importanza, per affermare i principi della legalità contro il lavoro nero ed irregolare, la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro, il ripristino dell’osservatorio presso la Prefettura, con il pieno coinvolgimento della Cassa Edile, riprendendo quell’efficace lavoro svolto negli anni passati, attraverso il monitoraggio, lo scambio dei dati e l’intervento delle interforze, quale deterrente per combattere ogni forma di illegalità, prevenendo gli incidenti nei luoghi di lavoro, particolarmente quelli mortali, che sono in netta ripresa. Infine, il direttore dell’Ente bilaterale, Emilio Melito, osserva che la Cassa Edile dovrà continuare ad assicurare servizi efficienti alle imprese ed ai lavoratori nell’attuale fase di crisi economica. “In particolare – evidenzia – attraverso la veloce esecuzione delle proprie attività relative al Durc, la Cassa dovrà confermare la capacità di risposta alle particolari richieste degli operatori del settore. L’Ente assicurerà la più ampia disponibilità della struttura organizzativa per ogni particolare esigenza dei propri iscritti, sia sotto il profilo della consulenza tesa alla corretta realizzazione degli adempimenti contrattuali posti a carico delle imprese, che sotto l’aspetto degli interventi assistenziali previsti ed eseguiti in favore dei lavoratori“.

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