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Calcio d’inizio tra commozione al Memorial “Simone Casillo”, il primario Pinto: «mai perdere ogni speranza» e il dottor Mazzeo: «donare il sangue è donare la vita»

Pubblicato in data: 4/6/2015 alle ore:14:13 • Categoria: Attualità

SONY DSCMercoledi 27 maggio presso la struttura polivalente “Simone Casillo” in via Nicola Salvi c’è stato l’inaugurazione della 9 edizione del “Memorial Simone Casillo“.

Prima del calcio d’inizio i medici che ebbero in cura Simone all’ospedale Pascale di Napoli hanno illustrato in modo semplice e a tratti commovente la malattia che aveva colpito il giovane atripaldese e che lo ha portato via all’affetto della sua famiglia troppo presto. Mafalda la sorella di Simone ha presentato i medici: «Nel lungo percorso della malattia di Simone, il linfoma di Hogikin, che io e lui chiamavamo la Bastarda, abbiamo avuto la fortuna di trovare sul nostro cammino non semplici camici bianchi per i quali eravamo solo un numero ma grandi uomini. Uomini e donne dal cuore grande, che sono diventati parte della nostra famiglia».
Mafalda ha portato un discorso di percorso, spiegando come il primario dottor Antonello Pinto abbia dato forza a Simone nel l’ultimo periodo di vita, quando era stanco delle continue terapie ed insuccessi.
«E’ una malattia complicata – ha sentenziato il primario Antonello Pinto -, che colpisce soprattutto i giovani anche se è l’unico tumore da cui si guarisce completamente con le cure farmacologiche. Il problema è che solo 6-7 pazienti su 10 guariscono con la prima terapia. I restanti, come nel caso di Simone, affrontano un percorso molto lungo e difficile, con poche aspettative di vita. Il cancro è una malattia della famiglia perché cambia tutto, modifica ogni situazione interna. Un giorno ebbi un lungo colloquio con Simone (e il medico quasi scoppia a piangere, ndr.) per convincerlo a continuare le cure perché lui, comprensibilmente, non ne voleva più sapere. E questo è l’aspetto meno bello del nostro lavoro, anche se il più pregnante. Non è facile dire la verità, ma è ciò che è successo quel giorno. E’ anche vero che negli ultimi dieci anni la medicina ha fatto enormi progressi. Oggi Simone sarebbe stato curato in maniera diversa ed, in fondo, è quello che tentiamo di fare con chi non riesce a guarire con la prima terapia: prendere tempo e sperare di poter disporre di cure più efficaci. Il nostro obiettivo – ha concluso il dottor Pinto – è quello di accogliere pazienti come Simone dando risposte migliori, magari molto prima dei tempi normali».
Altra figura importate nel percorso di Simone è stato il dottor Gianpaolo Marcacci, che invece, ha messo in evidenza l’aspetto emotivo:«Da noi arrivano soprattutto pazienti giovani – ha esordito l’oncoematologo -, insieme alla loro famiglia che vede in te l’ultima possibilità. La famiglia è come se ti affidasse quel ragazzo e quel ragazzo deve prepararsi a vivere una fase molto difficile. Noi cerchiamo di offrire la migliore qualità di vita possibile, anche durante il trattamento chemioterapico ad alte dosi. E sotto questo profilo il nostro centro è diventato il più importante del Sud d’Italia».
Sottolinea che è per la prima volta, in tanto tempo che conosce il dottore Pinto, nell’averlo visto commuoversi e questo dimostra il ricordo indelebile che Simone ha lasciato non solo nella famiglia e negli amici ma anche nei dottori che lo ebbero in cura, dimostrazione che a distanza di 9 anni, queste persone lo ricordano teneramente.
Ad offrire la propria testimonianza c’era anche il dottor Adolfo Mazzeo, dirigente medico di Immunoematologia del “Moscati” e presidente dell’associazione “Fratres” di Atripalda: «La cosa più importante che possiamo fare da sani è donare il sangue – ha esordito l’ematologo – perché donare il sangue equivale a donare la vita. In Italia le donazioni sono ancora poche rispetto al fabbisogno e perciò è importante cominciare a farlo e poi farlo abitualmente, anche perché donare il sangue ci consente di essere controllati molto scrupolosamente visti tutti gli esami che vengono effettuati. Donare è un gesto consapevole, volontario e abitudinario. Come associazione “Fratres” abbiamo ricevuto 160 donazioni nel 2014 e 17 donazioni durante la giornata del giro d’Italia. Siamo soddisfatti e andiamo avanti».
Fra il pubblico presente, formato soprattutto da giovani, il comandante dei Carabinieri Costantino Cucciniello, l’ex sindaco Aldo Laurenzano, i consiglieri Ulderico Pacia e Dimitri Musto, gli ex consiglieri La Sala, Iaione, Capozzi e Lombardi, il presidente di “Adelpa” Iannaccone.

Prima della celebrazione della santa messa, ha preso la parola il consigliere Flavio Pascarosa: «Porto i saluti del sindaco, trattenuto da impegni imprevisti – ha esordito il delegato al tempo libero -. Mi hanno molto colpito le parole del dottor Pinto: quando la commozione prende il sopravvento sull’emozione significa che c’è slancio, amore. E di questo lo ringraziamo. Donare il proprio sangue è un atto di gratuità che non ha prezzo. Simone è risorto, vive in mezzo a noi, io lo chiamavo ‘big gim’, era un ‘gigante buono’. I frutti migliori cadono per primi».

Prima del calcio d’inizio, don Enzo De Stefano, affiancato da don Christian, ha celebrato una santa messa, durante la quale ha ricordato Simone: «Ricordo bene quel ragazzo con una grande voglia di vivere, che un giorno, mentre provavo a dargli conforto, mi ha donato un sorriso: anziché dare qualcosa io a lui è stato lui a dare qualcosa a me. La vita è vissuta se è donata e la prima cura è l’amore».
Il calcio d’inizio del torneo è stato come sempre emozionante per la famiglia di Simone. Il papà Silvano, la sorella Mafalda ed il piccolo Simone al centro del campo e simbolicamente stretti in un abbraccio dalle due squadre hanno salutato Simone con un minuto di silenzio, conclusosi con un lungo applauso, poi il piccolo Simone ha dato via al Memorial.

Per tutto il mese ogni sera si incontreranno sul campo squadre composte da ragazzi, adulti e meno giovani, tutti riuniti per ricordare un amico, per ricordare la voglia di vivere e di divertirsi di Simone. Attendendo la finale dove ci sarà la festa per salutare Simone.

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