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Lectio magistralis del professore Sabino Cassese al centro “Guido Dorso” di Avellino sul tema dell’Europa

Pubblicato in data: 25/4/2024 alle ore:15:39 • Categoria: Attualità

Doppio appuntamento in Irpinia per Sabino Cassese, professore emerito della Scuola Normale Superiore di Pisa e Giudice emerito della Corte costituzionale.
Ieri mattina presso la sede del Centro di ricerca “Guido Dorso” alla Casina del principe, dopo i saluti del presidente del Centro Dorso, Luigi Fiorentino, l’ex Giudice della Corte costituzionale ha tenuto una lectio magistralis, rivolta ad una delegazione di studenti irpini sul tema “L’Europa conviene? Crisi e successi dell’Unione europea”.
Ad ascoltarlo il provveditore Fiorella Pagliuca, Stefano Sorvino e il candidato del centrosinistra Antonio Gengaro. Ad accompagnare Cassese nella visita della nuova sede del Centro Dorso molto apprezzata «oserei dire quasi meglio» Berardino Zoina componente del comitato scientifico e coordinatore delle attività.
Ad introdurre i lavori il presidente Luigi Fiorentino: «E’ un’iniziativa importante per consentire ai giovani di fare delle scelte. L’Europa è una realtà sovrannazionale, è diventata un soggetto presente nella vita dei cittadini. E’ importane capire cosa è».
Il professore ha tenuto una lunga riflessione sull’Unione europea soffermandoci su cinque punti, partendo dai progressi e le critiche che vengono fatte all’Unione e le ragioni dell’Europa. Nel terzo punto si è soffermato su una comparazione tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America. Nel quarto ha provato a spiegare agli alunni i punti di contraddizione e quelli di forza concludendo sulle questioni aperte.
Sul primo punto «L’Europa ha più di 70 anni dal 1989 con la caduta del Muro di Berlino. Prima si chiamava comunità economica poi il termine economica è stato tolto. Ha coinvolto tutta la mostra vita. I criteri sugli alimenti, la qualità dell’area e dell’acqua. E’ l’esempio concreto di come l’unione europea sia arrivata nelle nostre vite. Ci sono tante critiche: la burocrazia di Bruxelles di decidere e attuare delle decisioni o l’eccessiva debolezza degli organismi intergovernativi. Chi critica lo squilibrio ma c’è una moneta unica. Ha consentito all’Ungheria di entrare nell’Unione europea che non accetta i principi di libertà. Chi vede le contraddizioni che ci sono in Europa. La cosa strana che in tutte queste critiche una cosa che differenzia le politiche nazionali è l’europeismo con l’anti europeismo».
Il secondo punto che ha trattato: «le ragioni del successo dell’Unione europea. Le politiche europee sono diventate un fatto determinante. Prima era un fatto di élite, con Alcide De Gasperi, Robert Schuman per la Francia e Konrad Adenauer per la Germania. Si sono svolte due guerre mondiali in cui è scomparsa una popolazione di 60milioni di morti e 76milioni di feriti. La seconda parte del ‘900 non ha visto nessuna guerra. La cosa che stava a cuore ai fondatori che nel cuore dell’Europa non sorgesse una guerra. E su questo ci sono riusciti. Poi ci sono altri indicatori. L’Europa nasce con sei paesi: poi si arriva a 27, 28 prima dell’uscita degli inglesi. La seconda cosa è la velocità: in quanto tempo si sono formati gli stati d’Europa? in due e tre secoli come Francia, Inghilterra e Germania.
Mentre i singoli stati per farsi hanno avuto molto tempo l’Europa si è fatta in poco tempo.
Nel 1964 la Corte di giustizia stabilisce un principio fondamentale che il diritto europeo prevale su quello nazionale. Poi nel ‘67 e ‘28 le varie comunità vengono unite. Nel ‘62 la comunità perde un aggettivo: quello economico: una realtà che riuniva solo i mercati e ambiente e non si poteva più definire economica. Nel 1993 nasce l’Unione europea che si applica non solo all’economia ma anche alla giustizia, ai trasporti e altri settori».
Il quarto fattore di successo è l’ampliamento della base di legittimazione. «nel 1958 l’assemblea parlamentare europea inizia quel periodo con l’elezione diretta. I popoli nazionali che eleggono direttamente i rappresentanti in Europa».
Sui valori condivisi spiega: «l’Europa era più unita degli Usa. Negli Stati Uniti d’America ci sono stati che vietano la pena di morte e stati che sono pro. Invece in Europa non c’è. Su un valore fondamentale, quello della vita, c’è maggiore unità all’interno dell’unione europea rispetto agli Stati uniti d’America. Altro punto di forza dell’Europa sono le forze della convergenza dell’unione europea nel mondo di Kissinger: ciascuna voce di un singolo Paese dell’Europa potrebbe contare poco rispetto a territori come Cina o India. E che quindi conviene agli europei aggregarsi in grandi condomini perché nessuno dei singoli paesi sarebbe ascoltato».
Sul punto delle difficoltà interne dell’unione europea afferma : «intanto l’Europa è una struttura complicata, un centro in cui c’è il mercato comune, merci, monete e finanza che transitano tra i vari paesi senza pagare dazi. Poi ci sono i paesi dell’area Schengen. Poi c’è l’unione bancaria di cui non tutti i paesi fanno parte. Poi ci sono i popoli rappresentati nel parlamento, il governo e le amministrazioni rappresentati nei comitati. E quindi c’è un’unione europea multinazionale. E questo lo paragoniamo agli Stati Uniti d’America. Io vorrei richiamare le differenze. Primo: gli Usa hanno raggiunto il numero di 32 stati dopo un secolo. L’Europa in circa 70 anni ne ha raccolti 27. Quindi il tempo è importante, si rende conto della maggiore velocità. Il secondo elemento è costituito dalla dimensione. Oggi gli Usa ha 332 milioni di abitanti e l’Europa con 448 milioni. Gli Stati uniti hanno meno abitanti con estensione più del doppio dell’Ue. Gli Usa sono nati da tredici colonne britanniche mentre l’Europa da diverse formazioni statali, le prime sei, che avevano secoli di vita come l’Italia, la Germania e la Francia. Sulle differenze. Gli Usa hanno unificato prima la politica e poi l’economia. Invece l’Europa è nata dall’unificazione dell’economia. Unificati prima i mercati per puntare poi alla politica. Gli Usa cominciano unitari e poi c’è la guerra di secessione del 1855-56. Mentre l’Europa si unisce e non ha guerre interne ma per evitare le guerre interne. C’è un’altra cosa interessante, gli Stati uniti hanno una lingua comune e noi non l’abbiamo. Ci può essere un’entità che ha lingue diverse come l’austro ungarico. Ci sono state tante esperienze con stati di più lingue e la lingua non è la condizione necessaria per la formazione di uno stato».
Sul quarto punto dichiara: «l’Europa è stata paragonata alla bicicletta perché per non cadere bisogna continuare a pedalare. La costruzione europea è la somma delle crisi di tutte quelle che ci sono state. Le crisi sono utili, perché creano degli anticorpi che ci consentono di superare delle malattie e crisi più gravi. L’Europa ha due teste, il Consiglio europeo e il parlamento. Nel primo ci vanno i capi di stato dei singoli governi e poi c’è il parlamento che rappresenta l’unione europea dei popoli. C’è una sorta di scissione tra i primi che rispondono ai secondi. E poi le contradizioni delle politiche di sviluppo. L’Erasmus è stato un grande successo per l’Europa. Ha consentito di unificare la formazione alla base dell’Europa. Ci sono altri contraddizioni. Ogni volta che bisogna fare un passo avanti bisogna modificare i trattati. E’ una macchina che cammina da se stessa. Un meccanismo che non avesse bisogno ogni volta di una delega.
Un’unione sempre più stretta che abbia la forza di stringersi. L’Europa ha dei punti di forza straordinari. La Germania è un grande paese manifatturiero potrebbe imporre dei dazi
O la Polonia che un certo punto ha manifestato posizioni antieuropeiste. Il calcolo di convenienza di coloro che si oppongono allo sviluppo dell’Ue li spinge a non uscire perché i benefici che ottengono sono superiori ai costi E questo vale anche per l’Ungheria di Orban che uscendo dalla padella finirebbe nella brace della Russia».
L’ultimo punto toccato infine sono: «I nuovi problemi. L’Ue ha svolto molto bene nell’affrontare la pandemia comprando vaccini Nessuno poteva comprarli a quei prezzi. La federazione russa ha iniziato questa aggressione all’Ucraina. Non avremmo potuto stabilire sanzioni pesantissime da soli ma solo d’accordo con tutti. I singoli paesi hanno trovato difficoltà con la pandemia e l’Europa è intervenuta con il Pnrr di cui una buona parte sono finanziamenti a fondo perduto. E questo è stato possibile indebitandosi per la prima volta, rafforzando il proprio bilancio. Finora il bilancio è pari ad un sesto del bilancio italiano. Ma nella misura in cui si indebita l’Ue assume quel ruolo redistributivo della ricchezza: toglie a qualcuno per dare ad altri. Non solo ha risolto quel problema ma ha aperto una nuova strada per lo sviluppo dell’Europa. Sono questi problemi che si stanno presentando che sono affrontati con due rapporti richiesti da due ex capi di governi italiani, Draghi e letta.
Draghi ha detto: abbiamo introdotto troppa concorrenza interna mentre dobbiamo rinforzarci rispetto a economie come Cina e India. Nel girare tutte le capitali ho notato non c’è un sistema ferroviario che unisca tutte le capitali: e questo è un fatto gravissimo.
Per cui c’è bisogno di più Europa». Fornisce agli alunni un quadro critico sui successi e insuccessi dell’unione europea tra gli applausi.
«Gli strumenti di comunicazioni sono molti il problema fondamentale è di avere un sistema moderno collegato tra tutti. Sul tema della difesa è da quello che si è partiti. I problemi derivano dal fatto che ci sono alcuni paesi che hanno l’arma atomica e non vogliono rinunciarvi come la Francia. Poi secondo aspetto, gli investimenti che vengono fatti sono fatti male. Ogni paese investe in difesa per conto suo e non congiuntamente. Ci vorrebbe uno stato della difesa comune e solo a questo punto ma passi avanti ne sono stati fatti. Il problema è sul tappeto. Probabile che questa crisi ai confini dell’Europa porti ad una maggiore convergenza delle politiche di difesa».
Il provveditore agli studi Fiorella Pagliuca chiede: «Ringrazio Fiorentino per questa occasione di sentire questa lectio magistralis è stata illuminante che ha condotto con un’analisi lucida presentando la storia dell’Europa sui punti di forza e criticità e sulle prospettive di sviluppo. Come fare anche noi da educatori ad accendere un sentimento dell’impronta dell’Europa ai suoi valori e avvicinare i giovani ai valori e ideali fondamentali. Quali prospettive e suggerimenti può suggerire a tutti noi per credere in questi valori. Come possiamo far avvicinare i ragazzi nel credere nella forza dell’Europa?».
Il professore emerito Cassese ha evidenziato: «penso che i sentimenti nascono dalle conoscenze. I sentimenti richiedono studiare nelle altre lingue e non solo nella propria lingua natale e materna. Secondo, indirizzarsi su quelle strade che ora sono aperte dall’Europa come l’Erasmus, l’istituto universitario europeo che ha sede a Fiosole, corso post universitario, in cui si formano persone che provengono da diversi paesi e la scuola terza cosa nello School Transnational Governance creato nelle università in cui si formano i futuri dirigenti e funzionari dell’Europa. Penso che dalla conoscenza e dalla partecipazione attiva possa provenire una consapevolezza che è indispensabile. Oggi la nostra voce italiana, un piccolo Paese con una lunga storia come l’Italia o la Francia, chi ci ascolterebbe se non facessimo parte di un’unità più vasta. La concentrazione di mezzi che può avere la Cina, o gli Usa è enormemente superiore a quelli che potrebbe far valere un singolo paese sulla ricerca e formazione».

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