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L’ex assessore Nancy Palladino: “legittima la mia carica nel CdA del Consorzio dei Servizi Sociali”

Pubblicato in data: 3/10/2022 alle ore:17:09 • Categoria: Politica
Nel consiglio comunale di giovedì 29 settembre la maggioranza consiliare ha mostrato finalmente il suo vero volto: arrogante e mortificante dei principi minimi della democrazia e della partecipazione. 
La modifica dello statuto comunale, che rappresenta in un certo senso la “carta costituzionale” di un comune, invece che  essere oggetto di discussione  della apposita Commissione Affari Istituzionali, è stata votata senza  la partecipazione delle opposizioni consiliari ma con il solo voto della maggioranza, appellandosi ad un vizio di forma.
Le modifiche allo Statuto che sono state approvate riguardano l’istituzione di una figura completamente nuova per la città di di Atripalda: il Presidente del Consiglio Comunale. Istituzione sicuramente importante anche se non obbligatoria (ne abbiamo fatto a meno per vent’anni) in quanto garante di tutti i consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione, una sorta di figura super-partes che disciplina l’andamento del consiglio garantendo appunto pari dignità a tutte le forze presenti nel civico consesso.
Ad Atripalda, invece, una modifica così importante, non solo non viene discussa nella Commissione in cui siedono consiglieri di maggioranza ed opposizione e quindi luogo democratico, ma viene approvata a colpi di maggioranza.
Sembrerebbe addirittura che al Presidente del Consiglio venga destinata anche una cospicua indennità, pari a quella di un assessore, per ricompensarlo delle “fatiche” istituzionali!
Non bastava infatti l’aumento delle indennità della giunta comunale, che costa per adesso, alle casse di Atripalda il doppio di quella precedente (nel prossimo futuro qualcosa in più), ma è diventato necessario distribuire altre cariche con relativi oboli evidentemente per mantenere equilibri e posizioni all’interno della maggioranza guidata da Paolo Spagnuolo.
Come ho avuto modo di dire in consiglio comunale, la scelta di aumentare indennità e di crearne di nuove, sicuramente legittima della maggioranza consiliare, è  per questi tempi di crisi e sacrifici inopportuna e per certi aspetti anche irrispettosa della popolazione Atripaldese.
Mentre altri comuni, infatti, hanno dato priorità nel dare risposte agli aumentati bisogni sociali dei loro cittadini (aumento delle bollette, caro vita ecc.) “Attiva Atripalda” pensa prima a distribuire e garantire “stipendi” e posizioni di rendita.
Il Sindaco e il suo vicesindaco non danno risposta a quanto chiesto dalle opposizioni a tutela delle fasce deboli della popolazione in questo momento storico, mettendo a disposizione risorse economiche per attivare bonus e sgravi e quanto potrebbe essere necessario, ma a  contraltare a tutto questo continuano solo a chiedere  le mie  dimissioni dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio dei Servizi Sociali, carica che occupo dal 2017 come rappresentante del comune di Atripalda peraltro a titolo gratuito!
Ricordando alla maggioranza e al suo Sindaco che la carica da me rivestita è assolutamente legittima in quanto l’unica condizione per stare nel Consiglio di Amministrazione è di essere consigliere comunale, e che tale carica  decadrà  a scadenza naturale ad ottobre del 2023, chiederei piuttosto cosa s’intende fare per i cittadini di Atripalda in difficoltà.
Una risposta è doverosa soprattutto in virtù dei lauti compensi che avete deciso di percepire per trovare soluzioni ai problemi dei cittadini Atripaldesi.
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