Finanziamenti per Giullarte, Luigi Caputo (Prc) al sindaco Spagnuolo: “Trionfalismi fuori luogo con De Mita, meglio un cartellone con offerte diverse e di contenuto”
Pubblicato in data: 31/7/2012 alle ore:15:19 • Categoria: Politica •Sembra uscito direttamente dalle cronache politiche irpine degli anni ’80, quelli della Balena Bianca e del “demitismo reale”, tanto per intenderci, il comunicato con cui ieri il sindaco di Atripalda ha salutato il salvataggio in extremis di Giullarte (e di ciò ci compiacciamo, naturalmente), aggiungendo un “pensiero grato“, al vice presidente della giunta regionale, De Mita jr., al quale “vanno rinnovati i sensi di stima e di apprezzamento per il lavoro che va compiendo per innalzare la cifra derivante dall’economia turistica territoriale e dal suo vasto indotto“. Parole che saranno state un toccasana per l’assessore regionale, reduce dalla sonora contestazione di Solofra. Parole che rimandano a un linguaggio antico, quando il sindaco “formulava voti” all’ “Eccellenza” di turno, e quest’ultimo rispondeva, su carta intestata e profumata: “Caro sindaco, mi pregio di informarla...”. Affiora così una strana sensazione di già visto, il tuffo in un passato che – quando troppe cose in Irpinia e nell’Italia intera sembrano muoversi a ritroso – riacquista una sua sia pur distorta attualità. E tuttavia, nemmeno questa ritrovata egemonia democristiana o, meglio, di un suo simulacro impallidito (come talvolta accade allorquando i nipoti si mettono in testa di ricalcare le orme degli zii illustri), oggi suggellata, nella fattispecie, dallo scambio di riverenze tra il sindaco e il vice-presidente amico, può rimuovere il letargo indotto in cui Atripalda è stata tenuta nei tre mesi estivi, appena interrotto dall’interludio ludico di fine luglio. Perciò, invece di abbandonarsi a trionfalismi fuori luogo, il sindaco e la sua compagine farebbero bene a studiare delle soluzioni per uscire dall’effimero, il quale non è solo una dimensione temporale, ma anche, se non soprattutto culturale (nessun riferimento alle estati romane di nicoliniana memoria, naturalmente). Effimero è, ad esempio, il mito del “grande evento” singolo, contornato, prima e dopo il suo svolgimento, di paesaggi deserti. Con il budget di 120.000 euro previsto per Giullarte (e anche con qualcosa di meno), non si sarebbe potuto allestire un cartellone culturale di tutto rispetto, all’insegna della pluralità dell’offerta e valido nei contenuti? Certo che sì, ma si dovrebbero avere delle idee. E questo è il vero problema.
Luigi Caputo
Partito della Rifondazione Comunista/FdS
L’anno scorso credo siano stati spesi 70mila o addirittura 100mila euro….non ricordo con esattezza la cifra….dove stava PRC l’anno scorso???? Letargo politico????