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Simone ucciso dall’uranio impoverito, la sorella chiede giustizia e scrive una lettera al nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa

Pubblicato in data: 7/11/2021 alle ore:13:16 • Categoria: Cronaca

«Chiede che si faccia luce sulla morte di mio fratello Simone e di altri soldati deceduti a causa dell’uranio impoverito».
A scrivere una lettera aperta al Capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, è Mafalda Casillo, sorella del militare atripaldese morto l’8 giugno del 2006 a soli 23 anni e a cui è intitolato il centro Polifunzionale di via Salvi ad Atripalda. Una missiva intrisa di dolore e rabbia vergata il 5 novembre, giorno del compleanno di Simone in cui avrebbe dovuto compiere 39 anni.
Rinnova così la richiesta che venga fatta chiarezza e resa giustizia alle vittime dell’uranio impoverito. «Egregio Generale Cavo Dragone, mi complimento con lei per la nomina a Capo di stato Maggiore dell’Esercito, un grande lustro per lei. La immagino festeggiare insieme a parenti, amici e colleghi. Tutti orgogliosi e fieri, immagino i calici tintinnare ad ogni augurio. Beh anche io dovrei festeggiare, dovrei essere indaffarata e felice oggi è il compleanno di mio fratello. 39 anni, gli sfottò che presto abbandonerà i trenta ed entrerà nei fatidici 40. Dovrei essere impegnata ad aiutare mia cognata a preparare a portare piatti, coccolare i nipoti. Dovrei è già in una situazione normale, dovrei farlo. Ma non c’è niente e non c’è più nessuno da festeggiare, non c’è una cognata da aiutare, né nipoti da coccolare. Oggi come da 15 anni vado a messa, e non una messa normale, no, una messa che mi dilania nell’animo e nella carne».

Simone morì a causa di un linfoma di Hodgkin che lo colpì ai polmoni. Aveva prestato servizio al 9° Reggimento Fanteria, Brigata Pinerolo, presso la caserma “Lolli Ghetti” di Trani, dove a quei tempi vi erano mezzi e materiale proveniente dai Balcani. Simone addetto al centralino viveva vicino al rimessaggio di quei mezzi.

«Da 15 anni in questo giorno vedo mio padre piangere, sento il suo dolore scorrere sulle guance. Vorrei dirle che siamo qualcosa ma penso in qualsiasi lingua non esiste un aggettivo per qualificarci, non esiste un nome per definire mio padre o molti altri padri che perdono un figlio, perché è contro natura che un genitore debba seppellire un figlio. Lei penserà mi dispiace per lei ma cosa ci possa fare.

Da una parte ha ragione. Da una parte però, dall’altra parte lei è a conoscenza del motivo della morte di mio fratello. lei come molti alti ufficiali prima di lei. Lei era ed è a conoscenza del motivo della sua morte, della morte di oltre 400 militari, della malattia di 7000 militari.

Sono il “familiare” di una vittima dell’Uranio Impoverito, si ha capito bene, mio fratello è uno di quei militari che è stato a contatto con quello scarto. L’Uranio impoverito è uno scarto, non chi si è ammalato che si è beccato un tumore, un linfoma nel caso di mio fratello. Ma di tumori dovuti all’Uranio c’è né sono vari endocrini, tiroidei, polmonari. Troppi, come troppe volte il Ministero della Difesa ha respinto le accuse, perdendo inesorabilmente nelle aule di Tribunali con uno spreco, a mio avviso, di denaro pubblico. Già perché i soldi che si usano per andare in tribunale da parte della Difesa sono soldi pubblici, ma questo in Italia è normale».
Poi infine la richiesta che si la nube che in questi anni ha celato tali morti venga finalmente squarciata: «Non nasconda più la verità, faccia un atto di coraggio, ammetta che negli anni avete nascosto la verità, che è vero che eravate stati informati della pericolosità dell’Uranio impoverito, che gli americani hanno usato tante e troppe munizioni con quello scarto che ha distrutto tante vite. La lascio ai suoi invitati, e se mi permette ancora una cosa alzo il mio calice e le auguro di essere diverso, di essere un uomo prima di essere un generale».

Mafalda sta portando avanti da anni la sua battaglia per chiedere giustizia e verità.

 

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Una risposta a “Simone ucciso dall’uranio impoverito, la sorella chiede giustizia e scrive una lettera al nuovo Capo di Stato Maggiore della Difesa”

  1. carmine diez ha detto:

    Vorrei avere l’ onore di un colloquio con Lei.
    Sappi che da anni sto dalla parte dei miei amici disabili e caduti per servizio.
    Siamo tante gocce d’acqua ma insieme possiamo fare un grande lago

    Aspetto e sempre agli ordini.
    Il mio numero è 338 9809830.

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