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Grondaie di Alvanite, i fondi ci sono ma da anni non vengono utilizzati: la protesta dei giovani del quartiere

Pubblicato in data: 16/11/2021 alle ore:14:41 • Categoria: Attualità

Che fine ha fatto il finanziamento da 150mila euro per le grondaie di Alvanite?». A chiederselo sono i giovani dell’associazione culturale del grande quartiere atripaldese. Una sollecitazione critica sul mancato utilizzo ancora dei fondi ottenuti dal Comune per la messa in sicurezza e sostituzione delle grondaie che raccolgono l’acqua piovana.
«Immaginate la scena, andate in banca per chiedere un finanziamento per comprare la macchina a vostro figlio, la banca ve lo accetta, vostro figlio contento aspetta la macchina ma non la vede arrivare – scrivono i giovani sulla propria pagina di Facebook -. Allora va dal padre e chiede: ma la macchina? E lui gli risponde che quella che voleva costava troppo e il prestito non copriva la cifra. A quel punto il figlio gli dice, allora comprane uno che costi di meno l’importante è non farmi camminare a piedi. Il padre promette ma della macchina nessuna traccia. Oggi il figlio si pone un quesito: ma se ha avuto un prestito dalla banca e non mi ha comprato la macchina questi soldi dove stanno?».
Sotto accusa finisce cosi la scelta dell’Amministrazione di non utilizzare i fondi che Palazzo di città anni fa, con l’amministrazione dell’allora sindaco Paolo Spagnuolo, ottenne per riqualificare le grondaie delle diciassette palazzine comunali. Fondi sui quali il Comune paga gli interessi. «Spero che la storia vi sia piaciuta, ah ci teniamo a dirvi che il prestito ricevuto lo stiamo pagando tutti noi» conclude la nota firmata dai giovani dell’Associazione Culturale Alvanite.
Gli inquilini delle diciassette palazzine attendono da anni che vengano installate le nuove grondaie e i canali di scolo dell’acqua piovana. Le grondaie ormai malandate non consentono infatti un deflusso regolare dell’acqua piovana che si infiltra lungo le pareti e i balconi facendo staccare calcinacci e lastre di marmo che sono volate giù dai piani alti tanto da spingere più volte nei mesi scorsi i Vigili del Fuoco a dover transennare alcune aree intorno ai palazzi e a dichiarare inagibili alcuni balconi delle 17 palazzine in cui vivono oltre mille famiglie.
A denunciare i forti ritardi sugli interventi mancati per Alvanite è stato nell’ultimo consiglio comunale anche il gruppo d’opposizione di “Noi Atripalda” che ha denunciato il mancato utilizzo delle opportunità legate al superbonus 110% per riqualificare la contrada.
Ma il sindaco Giuseppe Spagnuolo in aula consiliare chiarì che: «Il comune non è un ente che direttamente può usufruire del sisma bonus. Come Amministrazione stiamo immaginando un intervento che punti alla riqualificazione degli edifici mediante la ricerca di finanziamenti partendo dal Pnrr e insieme all’Area Vasta».
Un mese fa nel mirino dei giovani era finito il naufragio del progetto “Alvanite quartiere Laboratorio”. Un progetto portato avanti da più amministrazioni ma che non è andato mai in porto nonostante i finanziamenti ottenuti.
Il progetto prevedeva la realizzazione di 72 nuovi alloggi nella contrada con 24 di edilizia residenziale pubblica, 28 in housing sociale (fitto sociale) e altri 20 da cedere con edilizia convenzionata (cooperative). L’intervento doveva portare all’abbattimento di due edifici individuati su un totale di 17 edifici, e la loro ricostruzione. Un progetto affondato dopo il ritiro dell’impresa aggiudicataria e la perdita del finanziamento regionale. Degli 8,5 milioni che servivano per realizzare i 72 nuovi alloggi e le infrastrutture, circa 4,5 milioni dovevano essere a carico della Regione Campania. La restante parte, per 3,5 milioni di euro a carico di privati con mutui agevolati, mentre infine un piccolo contributo doveva arrivare dalle casse comunali (450mila euro).

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