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Alvanite, palazzine in pessime condizioni: appello a Spagnuolo: «Attendiamo ancora una risposta»

Pubblicato in data: 24/11/2021 alle ore:14:12 • Categoria: Attualità

«Sono passati più di due anni dalla raccolta di 150 firme degli abitanti di contrada Alvanite ma ad oggi attendiamo ancora una risposta».
Nel giorno dei quarantuno anni dal sisma dell’80 che distrusse il centro storico di Atripalda, con la realizzazione ad Alvanite di diciassette palazzine comunali, arriva un nuovo appello alle Istituzioni da parte di Antonio Vitiello, portavoce dei residenti. «Sono passati più di due anni dalla raccolta di 150 firme degli abitanti di contrada Alvanite (giugno 2019), depositate e protocollate al Comune di Atripalda. Sono state indette due assemblee pubbliche. Una a gennaio e l’altra a febbraio 2020 dove si chiedeva alle istituzioni preposte che verificassero la staticità dei prefabbricati ormai vecchi di 36 anni e senza alcuna manutenzione, e anche la richiesta per la riqualificazione del quartiere affinché si dia serenità e dignità agli abitanti della suddetta contrada – scrive Vitiello in una lettera aperta -. Il 23 novembre del 2020 feci appello, a nome di tutto il quartiere, agli amministratori passati, presenti e futuri di prendere a cuore le problematiche che sussistono a contrada Alvanite. Ma ogni richiesta è andata vana. Abbiamo avuto la capacità di rialzarci da quel terribile terremoto dell’80, ora questa pandemia ci mette ancora alla prova e vogliamo rialzarci».
Palazzine pericolose a seguito del distacco di calcinacci e marmi dai balconi, tegole saltate dai tetti che mettono in serio pericolo l’incolumità delle tantissime famiglie che vivono nel popoloso quartiere, fondi disponibili per la sistemazione delle grondaie finora mai utilizzati. Proprio sulla sicurezza degli edifici si concentra da anni la battaglia del signor Vitiello con i residenti che attendono una verifica sulla sicurezza dei prefabbricati pesanti di contrada Alvanite: «A maggio del 2019 ci prodigammo per una raccolta delle firme chiedendo all’Amministrazione una verifica della staticità delle diciassette palazzine e la riqualificazione della suddetta contrada che oggi si può fare sfruttando i fondi del Pnrr e della rigenerazione urbana. Ma se passa anche questo treno non ci saranno più possibilità». Tante le promesse della politica non mantenute come il progetto “Alvanite Quartiere Laboratorio” naufragato mentre il quartiere muore nel degrado. Da qui la nuova e vibrante denuncia sullo stato di abbandono attraverso una lettera aperta. Con l’invito finale: «Chiediamo a tutte le istituzioni (Comune, Provincia e Regione) di essere uniti per il bene comune, per le periferie e per le fasce più deboli. Ora siamo chiamati tutti alla responsabilità per un futuro migliore. Fiduciosi». La missiva del signor Vitiello si conclude con lo slogan “Diamoci una scossa” per invitate tutti gli amministratori a fare la propria parte per affrontare e risolvere i problemi che attanagliano il quartiere. Una scossa positiva per Alvanite.

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