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Abellinum, parla la neo Soprintendente Raffaella Bonaudo sul futuro del parco archeologico

Pubblicato in data: 28/9/2022 alle ore:16:08 • Categoria: Attualità

«L’idea condivisa è di costruire insieme al Polo Museale regionale un progetto comune di valorizzazione complessiva anche con l’Università di Salerno. Un progetto difficile perché l’area è molto grande. Trovare le risorse per il progetto può essere anche semplice mentre la gestione purtroppo è sempre complicata».

Un parco archeologico che torni ad essere vivo. E’ l’obiettivo a cui guarda la Soprintendente Raffaella Bonaudo che giorni fa ha preso parte in Comune al convegno dal titolo “Abellinum. La città riscoperta “. Un parco in cui sono tornate le campagne di scavo grazie alla sottoscrizione due anni fa di una convenzione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino-MiBAC, il Comune di Atripalda e il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale/DiSPaC dell’Università degli Studi di Salerno. Un piano per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione dell’antica domus romana che ha consentito un lavoro di archivio e bibliografico, ricognizioni archeologiche e geo-morfologiche e nuove campagne di scavo.
«L’area archeologica di Atripalda è stata individuata dal Ministero come una delle aree con forti potenzialità di valorizzazione – prosegue la Soprintendente -. La riforma Francescini ha previsto questa apparente separazione tra la tutela e la valorizzazione. Per cui la valorizzazione è affidata alla direzione regionale. Io ho la fortuna di avere un buon rapporto con la direttrice del Polo Museale regionale, che è la dottoressa Marta Ragozzino. Una persona di enorme cultura, vulcanica. Qualche settimana fa abbiamo fatto un sopralluogo insieme con l’Amministrazione comunale e siamo andate a visitare tutta l’area archeologica che devo dire io già conoscevo per aver avuto un passato da archeologa campana. Lei non aveva avuto ancora modo di vedere».
A breve ci sarà  un passaggio di consegne dalla Soprintendenza archeologica e paesaggistica al Polo museale campano. La Soprintendenza resterà esclusivamente per la tutela mentre la gestione e la valorizzazione passerà di competenza al Polo museale.
«E’ necessario in questo caso che le amministrazioni in qualche modo supportino queste attività. Quello che penso io, ma credo di condividerlo per ragionamenti fatti anche in passato con la dottoressa Ragozzino, queste aree hanno una grandissima potenzialità. Il problema è proprio quello di riportarci la gente».
Per la soprintendente perciò la ricetta è «l’area archeologica non deve essere vista come una cosa da visitare, ma un luogo di incontro e in cui viverci. E quindi non mi sconvolge la possibilità di organizzarci anche concerti ed incontri, attività sportive o di trekking o anche progetti a cui sta lavorando l’Università di Salerno che puntano al recupero di peculiarità vegetazionali, geomorfologiche per avere uno spazio condiviso. Qui ad Atripalda per fortuna si può creare un grosso giardino messo a disposizione della comunità. E questo credo sia lo scopo che deve essere costruito in modo tale da sopravvivere alle persone che ci sono in questo momento».

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