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Abellinum, erba alta tra le rovine del parco archeologico di via Manfredi. FOTO

Pubblicato in data: 1/8/2019 alle ore:07:00 • Categoria: Attualità

Erba alta nel parco archeologico di Abellinum. Degrado ed erbacce ricoprono l’area archeologica di via Manfredi. La Soprintendenza, che garantisce l’apertura quotidiana del parco, non ha purtroppo i fondi necessari per gli interventi di pulizia. Anni fa a mantenere il parco nel decoro per i numerosi turisti ci pensava un ditta esterna incaricata dal Ministero dei Beni Culturali. Poi i fondi sono stati tagliati e il personale dirotto altrove. L’anno scorso ci pensò la Pro Loco Atripaldese, con i propri volontari guidati dal presidente Lello Labate a salvare Abellinum dal degrado. Muniti di tagliaerba, decespugliatore e rastrello i ragazzi del servizio civile ripulirono da sterpaglie ed alte erbacce gli scavi di via Manfredi. Ma l’area a verde è molto vasta e richiederebbe una manutenzione continua anche per salvaguardare lo stato di conservazione degli affreschi sui muri, che attendono anche una manutenzione. Affreschi che possono essere seriamente compromessi dalle sterpaglie, che crescono in ogni crepa, con il rischio di sbriciolarsi.
Qualche mese dopo anche l’Amministrazione con l’iniziativa “Giardinaggio ed archeologia” promossa dal delegato al Patrimonio dei beni culturali Salvatore Antonacci, unitamente sempre alla Pro Loco e con i volontari migranti del “Progetto Rifioriamo” e alcuni dipendenti comunali ripulirono il parco archeologico.
Ma oggi, a distanza di un anno, e dopo le abbondanti piogge del mese di maggio e giugno, un intervento di ripulitura è non più procrastinabile e si rende necessario per la salvaguardia dell’area e degli affreschi della domus romana anche in vista dell’intervento di valorizzazione che dovrà partire dopo l‘estate è che nasce da un accordo che vede come parti contraenti il Comune del Sabato, la Sopraintendenza Archeologica di Salerno e Avellino e il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno.
Il Ministero ha rilasciato giorni fa l’autorizzazione a poter realizzare ciò che è contenuto nella convenzione e al Comune si è tenuta una riunione organizzativa. A settembre inizieranno le prime attività di natura documentale. Successivamente verrà realizzata una ricerca non invasiva seguita da eventuali nuove campagne di scavo. Saranno realizzate nuove mappe e pubblicazioni scientifiche sul patrimonio archeologico cittadino.
Nell’ambito di un articolato programma pluriennale finalizzato allo studio, alla tutela e alla valorizzazione dell’antico centro e del suo territorio, si punterà ad affrontare le importanti problematiche storico-archeologiche ancora aperte, la promozione dei programmi di conoscenza, valorizzazione e riqualificazione dell’area archeologica attraverso ricerche di archivio e bibliografiche, ricognizioni archeologiche e geomorfologiche, in previsione anche di future indagini di scavo.
Le attività del Dipartimento Universitario messe in campo avranno un percorso triennale e saranno molteplici e all’avanguardia. Verranno effettuate ricognizioni archeologiche di superficie, geomorfologiche e archeomorfologiche, prospezioni geofisiche (magnetiche, elettriche e radar),  oltre naturalmente ad una campagna di rilievo fotogrammetrico aereo e terrestre, laser scanning e modellazione image-based, per una mappatura e verifica dell’emerso e del “non visibile” per avviare una nuova stagione di scavi.
E proprio in vista del via ai lavori, dopo l’intervento di bonifica che ha interessato l’ex scuola elementare di Rampa San Pasquale, porta di accesso al parco archeologico, ora urge liberare gli scavi dalle erbacce.

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